Maria lotta e vince in tre set contro una buona Wozniacki. Aga stende Marion Bartoli e centra la 25esima vittoria dell’anno…

di Francesco Camanzi – foto Ray Giubilo

 

Il clima umido di Key Biscayne sorride a Maria Sharapova [tds n. 2], vittoriosa nella prima semifinale del torneo combined di Miami ai danni di Caroline Wozniacki [tds n. 4]. Masha si aggiudica dunque la sfida tra le ex numero 1 in cerca di riscatto e prenota la finale con Agnieszka Radwanska [tds n. 5].

 

Maria aggredisce il match e strappa il break nel primo gioco dopo uno scambio tutto forza e incrociati, merce rara nel circuito femminile. Merito di due giocatrici in palla sin dalle battute iniziali, da sempre dotate di colpi vincenti e – almeno sulla carta – alleggerite da pericolose elucubrazioni in materia di ranking, Slam e affini.

Caroline pare rigenerata dalla convincente vittoria su Serena Williams, tanto da imbastire trame offensive che parevano ormai dimenticate. Maria, favorita del seeding dopo l'eliminazione shock della Azarenka, non molla un centimetro e quando può rilascia tutta la potenza del suo dritto.

Parte forte la Sharapova che centra un break in apertura. Nel terzo game la russa prova a scappare ma Caro tira fuori le unghie e salva tre palle break. Lo strappo è nell'aria e non si fa attendere molto: nel quinto gioco Masha piazza il secondo break e vola sul 4-1, assistita dal sole che costringe la danese a due doppi falli.

Sembra il preludio al solito monologo della siberiana e invece la partita gira all'improvviso: Caroline reagisce da campionessa e infila 5 giochi consecutivi che chiudono il set sul 6-4. Nel più classico del gioco delle parti Maria perde la concentrazione e cede di botto. Alla danese, di fatto, basta tenere la palla in campo.

 

Annichilita ma non vinta, Maria trova le forze di reagire nel secondo set. Strappa il servizio nel primo game, interrompe il digiuno e mina le certezze della Wozniacki. La fiducia cresce col passare dei giochi e Masha si ritrova in men che non si dica sul 4-0. Caroline accusa ma non demorde. La danese si rimette in carreggiata solo nel quinto game, troppo tardi per raddrizzare un set già ipotecato, ancora in tempo per aggiustare la partita.

 

Si va al terzo set, corretto epilogo di un match vissuto di folate e segnato più dai blackout delle due tenniste che dai loro colpi, pur pregevoli a tratti.

Nel terzo gioco la Wozniacki soffre ma salva il servizio dai tenaci attacchi di rovescio dell'avversaria. A comandare il gioco, però, è sempre la russa, ben centrata nei turni di battuta e in odore di break praticamente ogni volta che risponde. Lo strappo è imminente: nel quinto Masha ruba il servizio all'avversaria e nel sesto conferma il vantaggio, chiudendo il game con uno dei suoi marchi di fabbrica, il rovescio incrociato stretto.

Sul 5-2 Sharapova sembra fatta ma la danese ha ancora qualche cartuccia, risale fino al 5-4 e spaventa Maria. Nel decimo game, però, la russa chiude l'incontro con uno schiaffo al volo in cui scarica tutta la tensione di un match infinito. Brutta reazione della Wozniacki nel finale: si sente penalizzata da una chiamata dell'arbitro (corretta) sull'ultimo match point e se ne va senza nemmeno stringere la mano al povero Kader Nouni.

A Caroline va comunque l'onore delle armi, alla Sharapova la possibilità di giocarsi per la quarta volta la finale di Miami. Che sia quella buona?

 

Nella seconda semifinale la testa di serie Radwanska schianta una Marion Bartoli provata dalla bella impresa con Victoria Azarenka. In un match condizionato da percentuali al servizio a dir poco basse (15 dei 18 game totali si sono chiusi con un break…) e complicato da mille peripezie l'ha spuntata la tennista più fresca e più determinata.

Nel primo set sostanziale equilibrio fino al 5-4, quando la Bartoli accusa un dolore alla coscia sinistra e si vede costretta al time-out medico. La pausa restituisce alla partita una Bartoli vistosamente fasciata e chiaramente in difficoltà negli spostamenti laterali. Risultato: break della Radwanska e primo set in archivio.

 

Nel secondo set la coscia continua a tradire Marion, incapace di ribattere come vorrebbe ai colpi della polacca. La francese si lascia scappare qualche lacrima, segno evidente di una resa anticipata. Da par suo Aga continua a spingere, se possibile con maggior intensità (memore forse della bruciante sconfitta a Dubai con l'amica-nemica Azarenka…) e centra un break che ha il sapore del match point, 4-2.

Al sorprendente andamento del match si è aggiunta una curiosità nel finale: un blackout dei riflettori dello stadio ha costretto Aga e Marion a un pit-stop forzato di circa mezz'ora. Al rientro, sul parziale di 4-2 a favore della polacca, Marion Bartoli ha definitivamente tirato i remi in barca e ceduto il passo all'avversaria.

 

Sarà dunque finale tra Sharapova e Radwanska. I precedenti sono poco incoraggianti per la polacca e recitano 7-1 in favore di Maria.

 

 

SEMIFINALI

[2] M Sharapova b. [4] C Wozniacki 64 26 64

[5] A Radwanska b. [7] M Bartoli 64 62

 

FINALE

[2] M Sharapova – [5] A Radwanska

 

 


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