Di Francesco Camanzi – foto getty images
Non ce l'ha fatta Sara Errani, protagonista di uno dei match più belli di tutta la stagione e strenua combattente fino all'ultimo 15. Il match da "dentro o fuori" con la polacca Radwanska ha premiato il tocco e le corse della numero 4 Wta ma ha regalato al pubblico turco e agli appassionati di tennis un sunto della caparbietà e della forza della nostra portacolori. Sara ha perso, è vero, ma è stata a un passo dalla vittoria. Ci ha fatto sperare in una storica semifinale con un primo set magistrale. Ha lottato nel secondo ma si è fatta riacciuffare dall'avversaria. Ha infine perso il terzo e decisivo set costringendo la minuta Radwanska agli straordinari. Tre ore e mezza, tanto è durata la partita. Tre ore e mezza di battaglia, violenta ed esplosiva a tratti, mentale e tattica in altri momenti, quasi sempre in equilibrio. Il match è ufficialmente il più lungo dell'intera stagione e, sicuramente, merita anche una menzione d'onore nella Top 5 dei più appassionanti. Perchè al pathos garantito dall'atmosfera della Sinan Erdem Dome, al peso specifico della posta in palio e al brivido della rimonta operata da Aga si sono aggiunti il consueto "animus pugnandi" di Sara e un numero spropositato di scambi da cineteca. Di quelli che in genere – senza nulla togliere al tennis in gonnella – si vedono sul circuito maschile. Sarà perchè Sara e Aga, con le loro caratteristiche, sono quasi sempre capaci di dar spettacolo. Se si incontrano, poi, i loro stili si miscelano in un'alchimia tutta speciale. La partita è disseminata di scambi mozzafiato, alcuni di puro tocco e simili al "pittino": dalle smorzate di studio del primo game ai lob del terzo set, agevolati dalla stanchezza ma non per questo meno pregevoli. Tutto il match si è giocato su livelli altissimi, grazie essenzialmente all'alchimia di sopra che ha visto rincorrersi l'intelligenza strategica della Radwanska e la proverbiale tenacia di Sara nelle loro migliori versioni.
Il primo set è il più equilibrato: due break per parte incanalano la partita verso un giusto tiebreak. Nei "sette punti" Sara si esalta e lascia intravedere virtù tattiche e mentali che fino a qualche mese fa non sembravano parte del suo bagaglio. Si gira sul 4-2 per la nostra con due minibreak di vantaggio. La romagnola è brava a imporre il proprio gioco e a sveltire la costruzione del punto quando la polacca va in difficoltà (specialmente sulla seconda di servizio). Il tiebreak premia Sara col parziale di 8-6 dopo uno scambio che è la fotografia di tutto il primo set: un rally da 34 colpi religiosamente osservato dal pubblico, giocato a ritmo forsennato e chiuso da un errore della polacca. 1-0.
La seconda partita vive di alti e bassi. A portarla a casa, questa volta, è la Radwanska, brava a recuperare il bandolo della matassa dopo i primi otto giochi confusionari. Sul parziale di 4-4 (con due break per parte) Aga forza il servizio di Sara e si guadagna un totale di quattro palle break che Sara annulla con grande forza mentale. E' il preludio al break dell'undicesimo gioco. Aga è toccata dagli dei del tennis e lascia la nostra a zero con un game che ti aspetteresti da Serena, 6-5 e set in ipoteca. Si riparte dal terzo set, dopo quasi due ore e mezza di partita. La frazione decisiva è, come prevedibile, condizionata dalla stanchezza. A fare gara di testa è Aga che piazza due break letali in apertura e scappa sul 3-0. Sarita fa tesoro delle parole di coach Lozano e rientra in carreggiata proprio quando sembra ormai condannata: prima avvicina l'avversaria sul 4-2, poi sul 5-4. Nell'ultimo gioco, però, Agnieszka raccoglie le energie residue per chiudere un match infinito, conserva la battuta e alza le braccia al cielo sull'ultimo rovescio di Sara che si spegne sui teloni. La polacca è, dunque, la terza semifinalista dei Championships. Sfiderà domani Serena Williams nella riedizione della finale di Wimbledon. Verosimilmente il match non sarà il primo dello schedule. Dopo una partita del genere Radwanska merita più di una notte di riposo.
Il primo incontro di giornata, invece, ha fatto registrare la terza vittoria in fila di Maria Sharapova, protagonista di un salutare allenamento con la copia sbiadita di Sam Stosur. Giustamente gli organizzatori turchi hanno ordito lo schedule in funzione dell’importanza delle partite. Inevitabile, dunque, che lo scontro Masha-Sam venisse dislocato in apertura di programma, vista l’incidenza praticamente nulla sulla classifica finale del gruppo. Quel che non ci si attendeva, però, era l’atteggiamento così remissivo dell’australiana, talmente scoraggiata da sembrare un’altra giocatrice. E pensare che questa Stosur, non più tardi di un anno fa, vinceva a New York contro Serena Williams. Misteri del tennis. Il primo set è uno shock: Samantha non tiene una palla in campo, Maria attacca dalla baseline come fosse la finale di uno Slam. Risultato: 6-0 in 21 minuti. Una sonora batosta che l’australiana è chiamata a riscattare nella seconda frazione. Ci prova la Stosur, variando per quanto possibile i colpi e avventurandosi macchinosamente a rete. Ma non basta. Le sue palle sono troppo lente e diventano facile preda delle bordate di Maria. Lo strappo decisivo arriva nel settimo gioco quando la bella siberiana accelera improvvisamente e vola sullo 0-40. La prima opportunità è quella buona: Sam porge la guancia e Maria schiaffeggia la palla con un rovescio lungolinea da applausi, 4-3 e partita praticamente in cassaforte. Da questo momento in poi la Stosur abbandonerà definitivamente ogni velleità, persino quella di lasciare un bel ricordo al caloroso pubblico di Istanbul. Il match point è un’istantanea del tennis attuale dell’australiana e una cartina al tornasole del suo stato d’animo, un comodo smash viene spedito in corridoio. Maria ringrazia e stacca il biglietto delle semifinali senza alcuna fatica. Per la russa è l’undicesima vittoria in tredici scontri diretti ma, soprattutto, la quinta semifinale in un Master. Ora che ha stracciato tutte le avversarie del Gruppo Bianco Masha può accomodarsi sul divano e fare il tifo per Na Li, impegnata questa sera nello spareggio contro Vika Azarenka. Una vittoria in semi regalerebbe alla russa la terza finale ai Championships. Per ora il bilancio recita 1-1, vittoria nel 2004 contro Serena Williams e sconfitta nel 2007, in un match epico contro Justine Henin.
GRUPPO BIANCO
(2) M Sharapova b. (9) S Stosur 60 63
(4) A Radwanska b. (7) S Errani 67(6) 75 64