Sistemati i problemi alla spalla, Maria Sharapova prova a tornare per la terza volta. Si è confessata in un pranzo con il New York Times, in cui ha svelato alcuni segreti. Eccoli.
Durante il periodo di stop, Maria Sharapova ha partecipato a parecchi eventi. "Ma ci sono abituata: "Stavo lavorando alle caramelle Sugarpova nell'anno precedente al trionfo al Roland Garros"
Di Riccardo Bisti – 17 dicembre 2013
Soltanto Rafael Nadal è ripartito per tre volte. Si è bloccato nel 2009 e nel 2012, trovando la forza di tornare più forte di prima. Adesso è il turno di Maria Sharapova. La scintillante russa ha deciso di riprovarci col tennis, nonostante il conto corrente sembri impermeabile a dritti e rovesci. Maria è l’atleta più pagata del mondo, passa da un’ospitata a un tappeto rosso come se facesse zapping con il telecomando. Ma il sacro fuoco della passione tennistica non l’ha mai lasciata. A 26 anni, con tanti acciacchi e un palmares già ricchissimo, avrebbe potuto fare come Anna Kournikova. La bella Anna, dotata di un gran talento, ha capito che era più remunerativo farsi scattare qualche foto piuttosto che spaccarsi la schiena sul campo. E che la compagnia di Enrique Iglesias era più gradevole rispetto a coach e fisioterapisti. Maria no. Lei pensa che il tennis possa ancora darle molto. Bisogna dargliene atto, forse perché non si è dimenticata quando si è presentata a Bradenton da bambina, conoscendo giusto una decina di parole in inglese, tra cui “cat”. E allora la sua scommessa assume un certo fascino, anche perché Serena Williams non sembra intenzionata a lasciarle spazio. E nemmeno Victoria Azarenka. Senza parlare delle giovani rampanti. Traduzione: vincere altri Slam sarà molto dura. Maria ha parlato del suo progetto in una lunga intervista con Cristopher Clarey del New York Times, uno dei top giornalisti del settore. E’ andato a trovarla a Bradenton, dove sta rifinendo la sua preparazione con il suo team, prima di partire per l’Australia, dove parteciperà al torneo WTA di Brisbane. Hanno pranzato insieme, e Maria ha espresso un po’ di concetti. Ecco i principali.
L’INFORTUNIO
“Finalmente riesco a servire senza dolore. Il trattamento alla spalla è stato a base di PRP (il plasma ricco di piastrine, lo stesso che ha fatto miracoli con il ginocchio di Nadal, ndr), onde d’urto e altri trattamenti. Ho ripreso a giocare a fine ottobre con le palle pressurizzate, il primo allenamento a pieno regime risale a fine novembre”
Il dolore è diventato insopportabile a maggio, tra i tornei di Roma e Madrid. Maria ha raccontato delle difficoltà a servire, in particolare durante il match romano contro Sloane Stephens. “Riguardate i video, avevo il viso bianco!”. Si è ritirata prima di affrontare la Errani, ha giocato un buon Roland Garros ma una risonanza magnetica prima di Wimbledon ha evidenziato l’usura della spalla. Ha voluto provarci ugualmente, ma non era in grado. E quello di Cincinnati è stato un tentativo disperato. Miseramente fallito.
I CAMBI DI COACH
La Sharapova è sempre stata piuttosto fedele agli allenatori. Quest’anno ne ha cambiati tre. A luglio si è lasciata con Thomas Hogstedt, poi c’è stata la parentesi di Jimmy Connors e infine l’ingaggio di Sven Groeneveld. L’olandese, ex di Pierce e Ivanovic, era il responsabile del programma di sviluppo Adidas “Ma avevo abbandonato il ruolo, restando solo come consulente. Ho la mia accademia, mi stavo concentrando su un progetto di videoanalisi. Poi però è arrivata la proposta di Maria”.
“Se non fossi motivata e non avessi obiettivi importanti, non avrei costruito un gruppo tutto nuovo. Connors è arrivato nel luogo e nel momento sbagliato. In quel momento, per come stavo, nessun coach avrebbe potuto darmi una mano. Mi allenavo ma non potevo servire, sapevo che sarebbe stato difficile partecipare allo Us Open. Era una situazione difficile. Inoltre Jimmy non si era impegnato full-time, anche se mi aveva offerto più settimane di quelle che pensavo”.
Adesso, come ha scherzato il suo manager Max Eisenbud, la Sharapova ha un team che sembra…le Nazioni Unite. Ecco chi la seguirà nel prossimo futuro.
COACH – Sven Groeneveld (Olanda)
SPARRING PARTNER – Dieter Kindlmann (Germania)
FISIOTERAPISTA – Jerome Bianchi (Francia)
PREPARATORE ATLETICO – Yutaka Nakamura (Giappone).
Vien da domandarsi perché non abbia fatto una scelta del genere in precedenta, anche perché il team attuale sta curando con grande attenzione la spalla. Il fisioterapista la tratta prima di ogni allenamento, Groeneveld sta cercando di impostarle il servizio senza compromettere la spalla reduce da un doppio strappo della cuffia dei rotatori e la recente borsite più tendinite. Chissà che scelte più accurate non avrebbero potuto evitare almeno quest’ultimo problema.
L’AMORE
Dopo la separazione con Sasha Vujacic, Maria ha trovato la sua stabilità con il collega Grigor Dimitrov. Ha parlato di lui senza nominarlo direttamente: “E’ bello avere qualcuno accanto a me che si stia costruendo la sua vita e la sua personalità. Mi rispetta, ma è una grande parte della mia vita. E’ difficile trovare un equilibrio del genere, ma io l’ho trovato e mi ritengo fortunata”.
LA GRANDE MADRE RUSSIA
A febbraio, Maria si prenderà un’altra pausa agonistica perché lavorerà per NBC in occasione delle Olimpiadi Invernali di Sochi. Sulle rive del Mar Nero ha vissuto dai 4 ai 7 anni, è la città dei suoi nonni materni. “Avevo già idea di andarci, poi è arrivata questa proposta. Mi piace molto perché non ho mai lavorato direttamente in TV e mi piace imparare. Di certo non ho intenzione di commentare il bob. Amo molto la Russia per la sua storia e cultura, non ho mai pensato di giocare per un altro paese. Certo, la legge anti-gay non mi fa impazzire. Ho amici sia gay che lesbiche e credo che ognuno debba condividere la vita con chi preferisce. Non credo che un paese debba essere per forza perfetto o avere tutte le leggi giuste”.
In verità, la Sharapova non ha sempre onorato la Russia a livello di Fed Cup. E’ scappata via da bambina: probabilmente, è stata la sua fortuna. E negli Stati Uniti ha trovato un supporto che il paese natale non le avrebbe mai dato. Però si è ricordata della bandiera soltanto quando c’era da preservare l’eleggibilità olimpica. Forse non era la persona giusta per portare la bandiera durante la cerimonia inaugurale di Londra 2012, ma la sua popolarità ha avuto il sopravvento.
LA RIVALITA’ CON SERENA
Clarey le ha ricordato la polemica a distanza della scorsa estate, quando la Williams l’aveva accusata di essere noiosa durante le conferenze stampa. Lei rispose più o meno così: “Se vogliamo parlare di cose personali, che pensi alla sua relazione con un uomo sposato e con figli, che sta divorziando”. “In realtà non ho detto niente di falso – ha detto la Sharapova – e nemmeno fatto chissà quale rivelazione. Lo sapevano tutti. Semplicemente, nessuno si aspettava che lo dicessi. Sul campo, ho grande rispetto per Serena Williams. Fuori? E’ diverso. Il tennis è una parte importante della nostra vita, ma non è tutto. Apprezzo tante altre cose al di fuori dello sport. E comunque sono contenta che Serena Williams ci sia”.
In modo molto educato, ha ammesso di non apprezzare l’americana. Ha voglia di sfidarla, ma è normale che abbia un pizzico di complesso di inferiorità. L’ha battuta due volte nel 2004, poi ci ha sempre perso. Nell’occasione, non ci ha fatto una gran figura. “Ho tenuto la bocca chiusa un sacco di volte, ma in conferenza stampa io sono un libro aperto. Sono sempre onesta e autocritica”. Su questo si può avanzare qualche dubbio…”Comunque, ok, quell’uscita non è stata la più elegante della mia vita”.
Post correlati
Ascolti tv: fra tennis e calcio c’è partita
Gli ultimi match di cartello di Serie A trasmessi in chiaro hanno registrato ascolti che tratteggiano una realtà, se...