Pur essendo la sportiva più ricca al mondo, Maria Sharapova non perde la motivazione. Come Jimbo con Borg e McEnroe, non si rassegna alla superiorità di Serena e Azarenka. A Indian Wells riparte la caccia. 
Maria Sharapova conserva una grande voglia di vincere
 
Di Riccardo Bisti – 6 marzo 2013

 
C’è un rapporto speciale tra Maria Sharapova e il torneo di Indian Wells, al via oggi (il maschile partirà domani). La bella russa, sportiva più pagata al mondo, è californiana d’adozione. Masha possiede una casa a Manhattan Beach, mentre suoi ne hanno una nel Topanga Canyon. Anche il suo ristorante preferito si trova in California. Ovviamente si tratta di un ristorante italiano, La Sosta Enoteca, situato nel paradiso terrestre di Hermosa Beach, a 50 metri dal mare. Appena ha un po’ di tempo, la Sharapova gli dedica una visita. Anche per questo, gioca con grande impegno il torneo di Indian Wells, primo Mandatory della stagione. Lo ha vinto solo una volta (nel 2006, in finale su Elena Dementieva), ma vanta una finale (lo scorso anno) e tre semifinali. Quest’anno, Masha esordirà contro la vincente del derby azzurro tra Flavia Pennetta e Francesca Schiavone. “Amo questo torneo perché c’è un pubblico molto appassionato – dice la russa – da giocatrice, vedere così tanta gente è una bella sensazione”. A quasi 26 anni, la Sharapova continua ad avere motivazioni importanti. Ricorda Jimmy Connors: a cavallo tra gli anni 70 e 80, pur scavalcato da Bjorn Borg e John McEnroe, ha continuato a giocare con la bava alla bocca, convinto di essere il più forte. Una testardaggine che gli ha regalato più di una soddisfazione. Oggi la Sharapova si trova nella stessa situazione: Serena Williams e Victoria Azarenka le sono superiori, ma non nutre alcun complesso di inferiorità. Indian Wells, poi, le offre una chance in più: le sorelle Williams, con rigida coerenza, non vi prendono parte dal 2001 per una polemica col pubblico (papà Richard era stato accusato di aver pianificato a tavolino un forfait di un derby in famiglia).
 
La nuova dimensione di Masha non è comoda. Contro Serena ha perso la finale olimpica e ha ceduto piuttosto nettamente anche qualche settimana fa, nella semifinale di Doha. Ancora peggio con la Azarenka: ci ha perso le ultime due finali dell’Australian Open, un’epica semifinale dello Us Open, senza dimenticare la finale di Indian Wells 2012. Le difficoltà sul campo, tuttavia, non incidono sul suo portafoglio. Secondo la classifica stilata da Forbes, è una delle due donne comprese tra i 100 sportivi più pagati al mondo. Maria si trova in 26esima posizione, e tiene a distanza di sicurezza l’altra tennista Na Li (81esima). Lo scorso anno ha dato impulso al suo business, inventandosi le costose caramelle “Sugarpova”, ma le attività extratennistiche non finiscono mai. La scorsa settimana ha lavorato duramente a una campagna pubblicitaria per l’acqua Evian. Secondo Forbes, nel 2012 ha intascato quasi 6 milioni di dollari in premi ufficiali più altri 22 per pubblicità, esibizioni e attività extra. Cifre sufficienti a cancellare la motivazione, come accaduto a tante colleghe, Anna Kournikova su tutte. La Sharapova potrebbe tranquillamente dedicarsi a gossip (ultimamente la danno molto vicina a Grigor Dimitrov) e servizi fotografici, decisamente meno impegnativi di allenamenti e partite.
 
Ma la siberiana ha un’apprezzabile voglia di competere. Va avanti per orgoglio, non certo perché ha bisogno di soldi. Merita rispetto, perché è molto più facile avere motivazioni se sei bruttarella e il tennis è la tua unica fonte di guadagno. Molto meno se farti accarezzare i capelli dal parrucchiere e posare per due foto ti fa guadagnare quanto raggiungere i quarti in uno Slam. A maggior ragione se nel 2008 c’è stato un lungo stop per problemi alla spalla, le cui conseguenze sono vive ancora oggi. “Continuo a dedicare ancora 20-30 minuti al giorno alla riabilitazione della spalla” racconta. C’erano forti dubbi sul fatto che sarebbe tornata una top player. Invece ce l’ha fatta, completando il Career Grand Slam con il successo al Roland Garros e tornando al numero 1 WTA per qualche settimana. Adesso punta a riavvicinarsi alle prime due, ripartendo dall’amato Indian Wells Tennis Garden, già scelto nel 2009 per tornare a giocare (solo in doppio) dopo l’intervento alla spalla. “Non sai mai come potrai gestire qualcosa di brutto fino a quando non ti accade – filosofeggia – la verità è che nessuno era tornato al top dopo un infortunio come il mio. Il servizio, colpo più danneggiato dalla spalla, è una parte importante del gioco. Ma avevo ancora entusiasmo, energie, motivazione”. Alla fine ha avuto ragione lei. Fossimo in Serena e Azarenka, non commetteremmo l’errore di sottovalutarla.