Nel 2001 Maria Sharapova era una delle tante ragazzine dell’Est cresciute in Florida dal guru Nick Bollettieri
Nel 2001 Maria Sharapova era una delle tante ragazzine dell’Est cresciute in Florida dal guru Nick Bollettieri. Oggi, a soli quattro anni di distanza, Masha è diventata la quindicesima number one del tennis nella storia del ranking Wta. Un traguardo che accomuna la russa a due connazionali capaci di tanto, il già pensionato Yevgeny Kafelnikov nel 1999 e Marat Safin nel 2000.
Nonostante il 2005 non sia stata la stagione più esaltante di Maria, il cui successo più importante resta lo Slam londinese conquistato lo scorso anno, un po’ per gli infortuni che hanno falcidiato la concorrenza un po’ per la continuità di rendimento della ragazza di Nyagan è arrivato il premio del trono mondiale; sintomatico il fatto che la Sharapova abbia giocato due sole partite in più di un mese dopo la semifinale a Wimbledon persa da Venus Williams, passando due turni a Los Angeles per poi ritirarsi sia dal terzo round dell’evento americano sia dal successivo appuntamento di Toronto a causa di uno stiramento al muscolo pettorale destro. Ma il tennis è così, almeno quello comandato dal computer, per cui si possono scavalcare avversarie nel ranking anche senza giocare: ed è ciò che è successo a Masha, che a poco più di diciott’anni spodesta l’acciaccata Lindsay Davenport e diventa la quinta più giovane regina del tennis in gonnella. Per i prossimi Us Open la sfida alla nuova sovrana sarà apertissima: su tutte si impone all’attenzione Kim Clijsters, che ha vinto 35 delle 36 partite giocate dalla primavera in poi sul cemento americano. Un dato che impressiona ma che va abbinato alla tradizione che vuole la belga mai vincente in una prova dello Slam.