La faccenda era troppo grave per non avere conseguenze. Basta vedere l'occhio tumefatto del povero Arnaud Gabas, giudice di sedia del match tra Denis Shapovalov e Kyle Edmund, singolare decisivo di Canada-Gran Bretagna di Coppa Davis. La storia è nota: in un impeto di rabbia, il giovane canadese ha tirato una pallata verso le tribune e lo ha colpito in pieno volto. A parte l'ovvia squalifica, c'era grande curiosità per conoscere l'entità della multa: capita raramente che la Federazione Internazionale debba intervenire su un fatto del genere, mentre esiste qualche precedente nel circuito ATP (l'ultimo ha riguardato David Nalbandian, che al Queen's 2012 aveva ferito un giudice di linea per aver scalciato il box a bordo campo: se la cavò con una multa di 8.000 sterline). Tutto sommato, gli è andata bene: Shapovalov dovrà sborsare "appena" 7.000 dollari. Hanno tenuto conto delle varie attenuanti, tra cui l'atteggiamento pentito e collaborativo subito dopo l'incidente. “Il ragazzo non voleva in alcun modo colpire il signor Gabas e si è personalmente scusato dopo l'incidente” ha scritto l'ITF. La buona notizia è che gli esami sostenuti presso l'Ottawa General Hospital hanno dato esito negativo: non sono stati riscontrati danni né alla cornea, né alla retina. Tuttavia, nelle prossime ore si sottoporrà a esami ancora più approfonditi presso il suo medico di fiducia, in Francia.
SCUSE MOLTO SENTITE
Il ragazzo dell'Ontario si è affidato a Twitter per manifestare tutta la sua desolazione, quasi disperazione. “Ho commesso un gesto imperdonabile e non professionale – ha scritto Shapovalov – nell'emozione del momento, dopo aver perso un game, ho perso il controllo delle mie emozioni e ho colpito la palla con l'intenzione di scagliarla fuori dal campo. Sfortunatamente, in modo del tutto non intenzionale, ho colpito il signor Arnaud Gabas. Non ci sono scuse per il mio comportamento e mi prendo ogni responsabilità per il gesto. Mi dispiace tanto per il signor Gabas, con il quale mi sono scusato in prima persona. Mi dispiace per aver arrecato un danno ai miei compagni di squadra e al mio Paese. Mi scuso con tutti gli appassionati di tennis, i miei sostenitori e i miei sponsor. Mi vergogno per il mio comportamento e accetterò ogni conseguenza della mia azione. Prometto che imparerò da questo e che non succederà più. Spero che possiate perdonarmi”. Di solito questi comunicati sono gestiti e scritti da terze persone, ma è possibile che il linguaggio utilizzato abbia convinto l'ITF a non usare il pugno duro. Tra l'altro, non sono previste sanzioni disciplinari come squalifiche o sospensioni. E poco importa se fino ad oggi ha intascato soli 54.000 dollari di premi ufficiali