Federer rientra nel Masters 1000 cinese. Non gioca dalla “semi” di New York persa con Djokovic ma è fiducioso di tornare alla grande…

di Fabio Bagatella – foto Getty Images

 

Aveva iniziato la stagione dominando gli Australian Open ed incamerando il sedicesimo Slam, ma ha dovuto poi incassare una debacle dietro l’altra: la perdita della leadership mondiale a vantaggio di Rafael Nadal, quella del secondo gradino mondiale in favore di Djokovic, soltanto un altro titolo ATP in quel di Cincinnati. Dopo un mese di “pausa”, Roger Federer rientra alle competizioni nel Masters 1000 di Shanghai più che mai determinato a far ricredere chi lo considera ormai sul viale del tramonto.

 

Roger Federer ha tanta voglia di giocare e soprattutto di vincere. Alla vigilia dell’ultimo appuntamento asiatico 2010, lo Shanghai Rolex Masters ($3.240.000 cemento, outdoor) che partirà domani, il campione basilese è parso ottimista sul torneo cinese e più in generale sul suo domani tennistico: “Ho lavorato tantissimo nelle scorse tre settimane. Non ho alcuna intenzione di mollare la presa, voglio invece concentrarmi sul futuro. Oggi Rafa [Nadal] è meritatamente il numero uno ma non ho dubbi che, giocando il mio miglior tennis, posso battere chiunque. Dopo tutto avevano detto che pure lui [Nadal] era finito…”

 

Le convinzioni di Federer riguardano anche il lavoro con Paul Annacone: “La collaborazione con Paul andrà a buon fine: è necessario solo attendere un po’ di tempo. In determinati casi per un giocatore è più importante progredire che guardare solo alla classifica, ciò potrà accadere in un secondo momento.”

 

Roger Federer non gioca dalla semifinale degli US Open persa contro Novak Djokovic. L’elvetico occupa la terza posizione nel ranking ATP dopo essere stato scavalcato proprio dal serbo. Il campione basilese, accreditato a Shanghai della terza di serie, usufruirà di un “bye” per il primo turno. Attenderà quindi il vincente tra l’americano John Isner (22 ATP) e un qualificato. In semifinale possibile rivincita proprio con Nole.

 


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