Junchen Shang ha parlato in conferenza stampa in vista dell’esordio nel torneo di casa, dopo aver vinto il suo primo torneo ATP a Chengdu

Foto Ray Giubilo

Junchen Shang sta sicuramente vivendo il momento migliore della sua ancora brevissima carriera, reduce dal primo titolo ATP conquistato in quel di Chengdu a discapito del nostro Lorenzo Musetti. Tempo però di lodarsi non ce n’è, e una nuova sfida lo attende in vista della sua partecipazione all’ATP 500 di Pechino dove esordirà contro il connazionale Bu Yunchaokete. Nella conferenza stampa di presentazione del torneo, Shang ha parlato proprio del grande periodo che sta vivendo il tennis cinese. “Zhizhen Zhang è stato il primo a entrare in top 100, ma recentemente ci sono state diverse buone prestazioni da parte di giocatori cinesi, è un bel momento per il tennis cinese. Se posso essere d’ispirazione per qualche giovane tennista ne sarei davvero felice, anche se non ci penso troppo e sono totalmente concentrato sulla mia crescita e su me stesso”.

Sulla scelta tra tennis e calcio e la passione per lo sport: “Mi piace molto il calcio, anche se per i tennisti è molto rischioso fare una partita a calcio per il rischio di infortunarsi. I miei genitori pensavano che sarebbe stato più sicuro per me giocare a tennis per quanto riguarda gli infortuni, ma guardando indietro adesso – dice sorridendo – penso che non sia molto più sicuro del calcio. Mi piace lo sport in generale, che credo che sia un buon modo per rilassarmi“.

Infine sulla pressione di giocare davanti al suo pubblico: “Lo scorso anno il mio allenatore dopo Shanghai mi ha detto che non è mai facile giocare in casa, perché hai più aspettative tu in primis e anche il pubblico che si trova lì. A Chengdu il primo giorno ero malato, avevo la febbre, e ho cercato solo di finire la partita nel migliore dei modi. Qui a Pechino è più o meno la stessa cosa, devo affrontare nuove sfide e nuovi problemi con la stessa mentalità. Il risultato non è importante, voglio essere felice”.