Shahar Peer e la voglia di pace
I tanti problemi fisici avevano portato Shahar Peer sull'orlo del ritiro. Un persistente infortunio al piede destro l'aveva portata quasi fuori dalle top-200. Voleva smettere, ma poi ha centrato un paio di finali che le hanno consentito di tornare a galla. "Ho imparato molto quando ho fatto il servizio militare per Israele. Ho un gran ricordo di quel periodo. Ho fatto due settimane e mezzo di addestramento basico, poi due anni come ausiliare amministrativa. Il mio paese ha un programma particolare per gli sportivi d'elite, il che mi ha consentito di conciliare il servizio militare con il tennis. L'ho fatto volentieri, era un modo per ricambiare il paese di tutto l'appoggio che ho ricevuto". La Peer è stata spesso oggetto di strumentalizzazioni politiche, soprattutto per la sua partecipazione al torneo di Dubai, dove le avevano negato il visto salvo poi farla giocare tra imponenti misure di sicurezza. "Ma non voglio pronunciarmi sulla guerra contro la Palestina. Spero soltanto che il prima possibile arrivi la pace". . Un persistente infortunio al piede destro l'aveva portata quasi fuori dalle top-200. Voleva smettere, ma poi ha centrato un paio di finali che le hanno consentito di tornare a galla. "Ho imparato molto quando ho fatto il servizio militare per Israele. Ho un gran ricordo di quel periodo. Ho fatto due settimane e mezzo di addestramento basico, poi due anni come ausiliare amministrativa. Il mio paese ha un programma particolare per gli sportivi d'elite, il che mi ha consentito di conciliare il servizio militare con il tennis. L'ho fatto volentieri, era un modo per ricambiare il paese di tutto l'appoggio che ho ricevuto". La Peer è stata spesso oggetto di strumentalizzazioni politiche, soprattutto per la sua partecipazione al torneo di Dubai, dove le avevano negato il visto salvo poi farla giocare tra imponenti misure di sicurezza. "Ma non voglio pronunciarmi sulla guerra contro la Palestina. Spero soltanto che il prima possibile arrivi la pace".