A Bendigo il tennista torinese agguanta una sorprendente semifinale. Stefano fermato in finale da Johnson
Buone notizie a tinte tricolori nella settimana appena trascorsa nel mondo Challenger. Stefano Travaglia si è confermato a Bendigo giungendo sino all’ultimo atto del torneo di preparazione australiano; due tie-break hanno condannato il tennista di Ascoli alla resa: giustiziere dell’azzurro l’americano Steve Johnson, numero 81 del mondo che ha concesso un solo set nel percorso che l’ha visto alzare il titolo al cielo. Nonostante la cocente delusione, ottime comunque le prestazioni del classe ’91 azzurro, che ha superato ostacoli ostici da incontrare sul veloce come Christopher O’Connell (vincitore su Caruana al secondo turno) e Marcos Giron, prima di arrendersi ad uno specialista della superficie come lo statunitense.
Stesso torneo, stesse convincenti prestazioni da parte di Andrea Vavassori, vera e propria rivelazione a Bendigo. Dopo aver sfruttato il ritiro di Marton Fucsovics al secondo turno, il tennista torinese si è concesso il lusso di superare un top 100 affermato come Damir Dzumhur, prima di cedere a Johnson. Una semifinale, la seconda in carriera nel circuito Challenger dopo quella ottenuta in Polonia, preziosa in termini di fiducia e di ranking: “Wave” migliora il proprio best ranking entrando tra i primi 300, intorno alla 290esima posizione, e si prepara a una stagione che potrebbe essere il turning point della sua carriera.
Inizia bene l’anno anche Gian Marco Moroni, che si è spinto sino alla semifinale del torneo di Bangkok sulla superficie (cemento outdoor) meno congeniale al suo tennis. Prima Durasovic, poi la giovane promessa Tseng e il connazionale Arnaboldi sono capitolati di fronte al tennista romano, che ha espresso un tennis improntato all’attacco e meno conservativo rispetto alle precedenti apparizioni sul veloce. In semifinale è stato il russo Karatsev a sbarrargli la strada nel torneo poi vinto dall’ungherese Balazs.
Chi ben comincia è a metà dell’opera: il tennis azzurro, anche dalle retrovie, vuole continuare a stupire.