COPPA DAVIS – Battendo agevolmente l’Argentina, la Repubblica Ceca centra la seconda finale consecutiva. Berdych-Stepanek sono una garanzia, poi all’orizzonte c’è Jiri Vesely…
La gioia di Stepanek e Berdych: la Repubblica Ceca è in finale
Di Riccardo Bisti – 14 settembre 2013
Nessuna sorpresa. Tutto regolare. Tutto come previsto. La Repubblica Ceca infila la settima vittoria di fila e agguanta la seconda finale consecutiva in Coppa Davis. Chiunque vincerà tra Serbia e Canada, la giocheranno fuori casa. Ma potranno giocarsela alla grande. C’è poco da dire sulla semifinale contro l’Argentina, chiusa in due giornate con un bilancio di nove set a uno. I cechi erano strafavoriti anche in doppio, dove la coppia composta da Horacio Zeballos e Carlos Berlocq non poteva andare oltre una dignitosa resistenza. E’ finita 6-3 6-4 6-2 senza storia, senza equilibrio, senza incertezze. Tomas Berdych e Radek Stepanek sono fortissimi e quasi imbattuti in Davis, avendo perso soltanto contro Verdasco-Lopez nella finale del 2009. Stepanek gioca meglio a rete, mentre Berdych garantisce una potenza notevole. Si completano a vicenda. E il Novacrylic Ultracushion di Praga ha fatto il resto, oltre alla modesta resistenza degli argentini. Zeballos è un buon doppista, Berlocq no. Gli manca la potenza, lil senso della posizione, i gesti compatti…normale che finisse così. L’Argentina ha avuto una piccola chance soltanto nel primo set, quando si sono procurati una palla break sul 3-3 e 30-40. Lì è stato bravo Berdych: un paio di volèe sono state sufficienti per chiudere il punto. Da lì, sono arrivati tre game consecutivi che hanno indirizzato un incontro già deciso. Nel secondo, gli argentini si sono trovati 0-30 su un turno di battuta dei cechi, ma non c’è stato nulla da fare. Stepanek ha mostrato la consueta carica agonistica, mettendo in mostra una superiorità imbarazzante nel tocco e nella comprensione degli schemi del doppio.
Zeballos ha tenuto il match in (parziale) equilibrio, ma nel terzo è crollato anche lui. Ad oggi, la Repubblica Ceca è nettamente superiore all'Argentina, specie se manca Del Potro. Se avevano vinto 12 mesi fa a Buenos Aires, non potevano tradire a Praga. E così è stato, in una delle rare proprietà transitive che si verificano nel tennis. E la Repubblica Ceca ride: non solo per la forza di Berdych e l’elisir dell’eterna giovinezza che sembra appartenere a Stepanek. Hanno una valida alternativa come Lukas Rosol, senza contare Jan Hajek, discreto giocatore che alla bisogna non ha mai tradito (qualche anno fa in Cile, quest’anno in Kazakistan). Ma il futuro, soprattutto, si chiama Jiri Vesely. Questo ragazzo è già entrato tra i top 100 (classe 1993, è il più giovane ad avere una classifica a due cifre) e promette bene, dopo una grande stagione nei tornei challenger. Nelle prime due giornate è rimasto in panchina, ma p0robabilmente sarà schierato a risultato acquisito. Per fare esperienza e abituarsi a un clima che tra qualche anno lo vedrà protagonista, magari accanto di Tomas Berdych al posto di Radek Stepanek. Ma adesso, quando conta, i cechi continuano ad affidarsi alla coppia d’oro.
REPUBBLICA CECA – ARGENTINA 3-0
Radek Stepanek (CZE) b. Juan Monaco (ARG) 7-6 6-3 6-2
Tomas Berdych (CZE) b. Leonardo Mayer (ARG) 6-4 4-6 6-3 6-4
Stepanek / Berdych (CZE) b. Zeballos / Berlocq (ARG) 6-3 6-4 6-2
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