Le giocatrici che nel 2015, per un motivo o per l'altro, non hanno espresso il loro potenziale o sono scivolate in banali bucce di banana. Da chi gioca bene solo negli Slam, a chi non si allena troppo, a chi si ostina a nascondere le sue fragilità. Per ora sono "delusioni": diventeranno veri e propri flop? 

Quante volte vi sarà capitato di esclamare il vostro disappunto durante un match di tennis? Davanti alla TV, o sui gradoni di una tribuna, è facile restare basiti da un errore o dalla condotta di un tennista. Diventiamo tutti ottimi coach e crediamo di avere la bacchetta magica per risolvere il problema di questo o di quel giocatore. La tendenza è ancora più accentuata nel tennis femminile, dove i match sono spesso influenzati da fattori mentali e spesso hanno un andamento strano, per non dire clamoroso. Proviamo a fare un piccolo vademecum delle giocatrici che nel 2015, per un motivo o per l'altro, non possono essere contente del loro rendimento. Almeno fino ad oggi.

 

EKATERINA MAKAROVA

Com'è possibile che giochi bene soltanto negli Slam? La simpatica russa, abbigliamento italiano, lineamenti simili a Steffi Graf, arriva spesso nella seconda settimana di uno Slam ma poi non combina niente negli altri tornei, come se la mancasse la giusta motivazione. A Wimbledon ha fallito contro la Rybarikova, ma in 10 degli ultimi 19 Slam ha raggiunto almeno gli ottavi, con un paio di belle semifinali. Dati che stridono con il suo rendimento nel tour, dove ha vinto appena due tornei e ha raggiunto la miseria di tre quarti di finale (in tutta la carriera!) nei tornei Premier. Il fatto che giochi regolarmente il doppio può essere una spiegazione?

 

PETRA KVITOVA

Si cura a dovere? Anni fa soffriva d'asma, tanto da non poter giocare (o quasi) in condizioni di umidità e caldo estremo. Il problema sembrava risolto, poi quest'anno si è dovuta fermare per una non specificata forma di “debolezza”. E' tornata, ha vinto Madrid…ma poi? Possibile che ciclicamente torni ad avere problemi di vario tipo? Lucie Hradecka aveva avuto qualcosa di simile, ma ha risolto con una dieta mirata. Le malattie croniche si combattono in tanti modi, ma spesso chi ne è vittima le affronta con una sorta di rassegnazione. Nel frattempo, ha perso il titolo a Wimbledon con una bruttissima partita.

 

MARIA SHARAPOVA

Si dice che abbia una grande personalità. E' vero, ci mancherebbe, ma perché contro Serena perde sempre? 17 sconfitte di fila sono qualcosa di patologico. E' pacifico che l'americana sia più forte di lei, ma ogni tanto le capita di perdere, magari per sbaglio, contro diverse giocatrici. Persino Alize Cornet l'ha battuta tre volte in una sola stagione: la Sharapova no. Sorge il dubbio che Masha non sempre faccia le cose giuste sul campo. Quella contro Serena rischia di diventare la “non rivalità” più famosa di sempre.

 

TSVETANA PIRONKOVA

E' arrivata in semifinale a Wimbledon senza particolari aiuti (battè anche Venus Williams), poi si è ripetuta centrando i quarti. Ogni tanto azzecca la settimana giusta e vince un torneo Premier (Sydney 2014), eppure è vittima di un'incostanza impressionante. Il rovescio è perfetto, il servizio è insidioso, a volte persino il dritto in slice può dare noia (anche se non arriva ai livelli della Niculescu). “Scortata” dal padre a 28 anni, avrebbe bisogno di un aiuto importante, ma continua per la sua strada di alti e bassi. Chissà se è una scelta del tutto autonoma.

 

SIMONA HALEP

Simona prova a tenere un profilo basso, eppure tutto quello che le gira intorno a un sapore quasi drammatico. Il problema del legame con la Romania (ricordate la polemica a distanza con Ilie Nastase sulla mancata partecipazione in Fed Cup?), l'improvvisa notorietà, i pettegolezzi, le telenovele sugli allenatori…l'impressione è che si sia fatta distrarre. Nei giorni scorsi si è fatta fotografare mentre faceva yoga a Singapore: che sia la volta buona per ritrovare se stessa e il focus sui vari obiettivi? Lo scopriremo presto: ha chiesto e ottenuto una wild card al Premier Five di Toronto.

 

SABINE LISICKI

Ormai sembra un caso perso. In questi giorni l'hanno paparazzata in spiaggia con il fidanzato Oliver Pocher, uomo di spettacolo della TV tedesca. Il suo problema si vede a occhio nudo, e non è il sovrappeso: semmai, la scarsa voglia di allenarsi. Quando si è messa sotto, nei primi mesi con Cristopher Kas, si muoveva benissimo nonostante i chili di troppo. Oltre a questo, possiede il miglior servizio del tour, una buona palla corta ed è una giocatrice completa. Ma sul piano emotivo resta un passo indietro rispetto alle altre. E' una delle pochissime finaliste Slam a non essere mai entrata tra le top-10.

 

EUGENIE BOUCHARD

Ci fosse il “Gambero d'Oro”, premio per la giocatrice più peggiorata del 2015, la canadese vincerebbe a mani basse. L'anno scorso tramutava in oro tutto quel che toccava, quest'anno le sono toccate una dozzina di umiliazioni. Dietro quell'atteggiamento spavaldo e sicuro di sé, ostentato anche nei social network, si nasconde una fragilità importante. Se fosse forte come vuole far credere, avrebbe cambiato il suo modo di stare in campo. Invece fa sempre allo stesso modo…e perde. Ha una sola fortuna: essendo nata nel 1994, si riprenderà.

 

Poi, beh, ci sarebbero altre giocatrici che stanno esprimendo livello e risultati inferiori al loro potenziale, alcune molto vicine a noi…ma vogliamo essere magnanimi e non inserirle. Magari, da qui a fine anno, ci avranno clamorosamente smentito e non le dovremo inserire nella classifica finale. Quando le delusioni saranno diventate flop.