ESCLUSIVO: il CT Rovereto schiera Davide Scala come elemento del vivaio, ma non poteva: il fatto emerge e si scatena un putiferio. Di chi è la colpa? E chi ci rimette? 
Seppi con la divisa della ST Bassano. A destra, Davide Scala
(La foto in home page è di Costantini – FIT)

 
Di Riccardo Bisti – 26 ottobre 2012

 
Tutto nasce da una telefonata. Un socio della Società Tennis Bassano, dotato di una memoria elefantiaca, legge su “Il Giornale di Vicenza” i risultati di Rovereto-Bassano, prima giornata del Campionato di Serie A1. Qualcosa non gli torna, chiama il suo circolo e chiede chi era l’elemento “del vivaio” nel team trentino. Gli rispondono “Davide Scala”. La lampadina si accende. “Non è possibile che giochi a Rovereto da 8 anni, ricordo quando lo affrontammo nel 2004 e giocava per San Benedetto del Tronto”. Si apre un mondo, un pozzo senza fondo che rischia di falsare un Campionato appena iniziato.
 
I fatti: Il regolamento della Serie A1, tanto assurdo quanto complicato, dice più o meno così: ogni squadra può tesserare fino a quattro giocatori, di cui tre schierabili nella singola partita. Non rientrano in questi limiti i giocatori del “vivaio”, ove per vivaio si intende la permanenza nel club per almeno otto anni precedenti a quello in corso, o almeno due anni di militanza nelle categorie junior (under 18 esclusa). Se non ci avete capito nulla, state tranquilli. E’ normale. Ma continuate a leggere. Il 14 ottobre si affrontano Circolo Tennis Rovereto e Società Tennis Bassano. A sorpresa, finisce 3-3. I trentini schierano Joahannes Ager, Thomas Holzer, Marco Speronello e Davide Scala, 40 anni, ex numero 117 ATP. Molti lo ricorderanno per aver battuto Tim Henman al Foro Italiaco nel lontano 1997. Finisce 3-3 e l’apporto di Scala è fondamentale: batte 6-2 6-2 Francesco Aldi e per poco non vince il doppio. Nella lista presentata al Giudice Arbitro Antonio Laricchia, Scala è inserito come “elemento vivaio”. Nessuno dice nulla, nessuno si accorge di niente. Fino alla telefonata (tardiva) raccontata qualche riga fa. A Bassano si arrabbiano, sia perché senza Scala avrebbero sicuramente vinto (Dossi, Sterni e Nicolodi non sono competitivi in Serie A1) sia perché a Genova – nella seconda giornata – si presenta un CT Rovereto rimaneggiato, che infatti perde 5-1. “E’ una doppia beffa – ci racconta Marco Moretto, capitano veneto – non solo abbiamo perso due punti, ma tutte le altre squadre troveranno un Rovereto meno competitivo. E lo batteranno”. Il Campionato è già falsato. Per individuare il/i responsabile/i abbiamo sentito tutte le parti in causa, non prima di esserci tolti il dubbio: Rovereto poteva schierare Scala oppure è stata effettivamente commessa un'irregolarità?
 
L’addetto del Comitato Regionale del Trentino non ha nemmeno bisogno di controllare il computer. “Quando è emerso il fatto mi hanno chiamato in mille. Davide Scala è tesserato a Rovereto dal 17 febbraio 2006”. Il 2012 è dunque il suo settimo anno in forza ai trentini. Potrà essere considerato “vivaio” solo a partire dal 2014. Ok, l’irregolarità si è verificata. A Bassano sono infuriati, non tanto con gli avversari, quanto per la poca chiarezza attorno alla regola. “Ho parlato con la FIT a Roma – continua Moretto – e ho detto loro che non è possibile che vengano cambiate in continuazione le regole senza che ai club non vengano messe a disposizione le risorse per verificare a dovere i team avversari. Sapete cosa mi hanno risposto? Che potevo fare due telefonate e informarmi. Ma con quali mezzi? Alla fine siamo sempre noi capitani ad informarci. Se conosco qualcuno dell’altra squadra si può fare, ma se non ho conoscenze?”
“Le rose sono state pubblicate sul sito federale con tre mesi d’anticipo – dice Massimo Verdina, ex membro dell’ufficio tecnico-organizzativo a attuale Segretario Generale – il nostro ufficio è a disposizione per qualsiasi richiesta su queste tematiche. Ma non ci pare che in questi tre mesi siano arrivate richieste di informazioni”. Ma se l’illecito si consuma e i circoli non se ne accorgono, che succede? Ci viene ancora in soccorso Verdina. “Se un club avverte qualcosa di strano, può fare reclamo al Giudice Arbitro entro mezzora dalla fine degli incontri, depositando una cauzione di 600 euro. Per casi di questo tipo, il GA non è competente. Allora restituisce la cauzione e mette a referto l’intenzione di fare reclamo. A quel punto, il circolo ha tempo fino alle 14 del giorno successivo”. Se tutto avviene entro i termini, l’unico organo preposto a modificare a tavolino un risultato è il Commissario di Gara, la cui sentenza è inappellabile. “Almeno a livello federale, poi in teoria si può ricorrere al TNAS o addirittura al TAR”. Il Commissario di Gara, tuttavia, non può agire d’ufficio. Si mette in moto solamente se arriva un regolare reclamo. Se non arriva, il risultato viene omologato e tanti saluti.
 
Naturalmente le cose cambiano a livello disciplinare. Se la Procura Federale si accorge dell’irregolarità, avvia il procedimento e svolge un’indagine che poi sfocia in una sanzione. Si può arrivare all’esclusione dal campionato in corso e – nei casi più gravi – anche per i successivi. In altre parole, in assenza di un reclamo, gli interventi disciplinari non tutelano chi è danneggiato ma colpiscono chi ha commesso l’irregolarità. Una vicenda che si espone a due critiche:

  • Il poco tempo a disposizione per il ricorso.
  • L’assenza di una lista ufficiale in cui siano chiaramente segnalati i giocatori del vivaio.
 
Sul primo punto, la Federtennis risponde che in questi casi è necessario agire in fretta perché se si concede troppo tempo c’è il rischio che le squadre trascorrano un’intera settimana senza sapere il loro destino (magari con trasferte – e relative spese – già prenotate).
Sul secondo, abbiamo riscontrato una maggiore ricettività. “Tutto si può migliorare” ci è stato detto. Chissà, magari nel 2013 le liste giocatori avranno un asterisco accanto ai nomi dei giocatori, in cui sarà indicato chiaramente se un giocatore è del vivaio o meno. Sarebbe un bel passo avanti. “Ci sono due controindicazioni – ci rispondono – intanto il regolamento consente di schierare giocatori fino all’ultimo momento, a patto che abbiano una classifica inferiore a quella del giocatore di più bassa classifica inserito nella rosa originaria. Per questo, un lavoro del genere risulterebbe incompleto. E poi, potrebbe esserci una discriminazione con i campionati inferiori, dalla A2 alla D3”.

Noi la vediamo così:
  • Si potrebbe istituire l’obbligo di presentare rose definitive già nella prima lista, senza la possibilità di fare inserimenti a Campionato in corso. Anziché 4 giocatori, una squadra ne dichiara 10 e si sgombra il campo da equivoci. Ma anche volendo mantenere la regola attuale (mettiamo che scatti un’epidemia…), una “schedatura” dei giocatori sarebbe ugualmente auspicabile. I club si sentirebbero tutelati-controllati, ci sarebbe meno voglia di fare i furbi e più attenzione.
  • E’ normale che la Serie A1 abbia una maggiore tutela regolamentare, sia per il prestigio che per l’elevata tassa d’iscrizione (3.500 per gli uomini, 3.000 per le donne. Tassa che può essere evitata se se il club supera un certo limite di tesserati, 650 per il maschile e 600 per il femminile). E poi la A1 è l’unico campionato a giocarsi in autunno, mentre tutti gli altri si svolgono in primavera. Insomma, una maggiore tutela non è soltanto legittima ma è anche auspicabile.
 
Tornando al caso specifico, è incredibile che l’irregolarità sia stata notata da un socio della ST Bassano leggendo un giornale. E non è ammissibile che la Federtennis non sappia in anticipo le posizioni dei vari giocatori. Le può verificare – e lo fa – ma solo su richiesta. Nel 2012, le varie società ne hanno dichiarati appena 118 (87 uomini e 31 donne). Controllare 118 giocatori è un’operazione fattibile. E sarebbe fattibile se anche fossero 236. Parlando con i vertici federali, abbiamo riscontrato una certa attenzione su questo punto. Non sarà la panacea di tutti i mali – ne siamo consapevoli – ma sicuramente avrebbe evitato casi clamorosi come quelli del TC Udinese 2010 e quello che vi stiamo raccontando. Senza contare i malintesi che si possono creare: qualche anno fa, il Comitato Regionale Ligure inviò una documentazione al Park Genova secondo cui Tommaso Sanna avrebbe potuto essere schierato come vivaio anche se non aveva ancora otto anni di militanza. Forti di quella carta, i genovesi avrebbero potuto approfittarne ed essere al riparo da eventuali squalifiche. Ma non ne vollero approfittare e avvisarono dell’errore. Con un intervento centralizzato, rischi di questo tipo verrebbero drasticamente ridotti.
 
Ma come è stato possibile che il Circolo Tennis Rovereto abbia compiuto un errore così grossolano? Per capirlo, ci siamo rivolti al neo-presidente Gianfranco Barbiero. “Prima di tutto mi scuso con il Bassano (e la Presidentessa Loretta Andreatta), società che ho sempre ammirato per l'attività di vertice, ma soprattutto per le iniziative promozionali. Mi spiace, infatti, aver causato questa problematica a una realtà sempre considerata amica e punto di riferimento importante nel mondo tennistico. In queste pubbliche scuse sta già tutta la risposta”. Presidente, ma lei sapeva che Davide Scala non era schierabile come elemento del vivaio? "No, non lo sapevo. La notizia ci è arrivata il giorno dopo la gara come un fulmine a ciel sereno. Nel mio nuovo inserimento al vertice della direzione, tutta la vecchia compagine uscente (almeno quella direttamente coinvolta nel settore sportivo) mi aveva sempre indicato  Scala come "fedelissimo". Durante il precedente campionato i vecchi dirigenti hanno sempre trasmesso questa indicazione sia a Davide che ai giornali, tant'è che alla fine gli stessi si sono convinti di questa situazione. La stessa informazione infatti  mi era stata confermata, nel corso delle trattative di ingaggio, da Davide stesso, oltre che, nelle varie presentazioni della squadra, anche i giornalisti. Non voglio scaricare la mia responsabilità di presidente ad altri, ma certamente la massima "fidarsi è bene non fidarsi è meglio", mi sembra in questo caso particolarmente azzeccata. Se ci saranno conseguenze saranno accettate con umiltà e con lo spirito di crescita che contraddistingue il mio modo di lavorare nel mondo sportivo. Non era assolutamente nostra volontà fare alcuna azione irregolare, anche perchè per me è una regola è come tale va rispettata". "Confermo la prima parte delle osservazioni del Presidente – interviene Davide Scala – è vero che l'indicazione che io fossi uno del vivaio arriva dalla vecchia dirigenza. Tuttavia smentisco il fatto di averla confermata. Parlando con lui, non ho mai utilizzato la parola 'vivaio'. Io sono un giocatore e il mio compito è scendere in campo e dare il massimo. Contro il Bassano, sapevo di essere considerato “vivaio”, ma non sapevo quali fossero i parametri per rientrarvi. Per verificare gli aspetti regolamentari sono preposte altre persone.". Il bolognese è molto deluso, perchè il suo campionato è già finito. "Proprio oggi ho avuto un colloquio con il Presidente: mi ha avvisato di avermi inviato una liberatoria in cui si dice che sono libero da impegni con il Circolo Tennis Rovereto. Sono molto, molto amareggiato. Credo di aver dato tantissimo a questo circolo, ci siamo divertiti e abbiamo ottenuto grandi risultati. Non so di chi sia la colpa, di sicuro non è mia. Ripeto, io sono un giocatore". Una scelta, quella del CT Rovereto, che sa di resa. Senza Scala, il team sembra destinato a una probabile retrocessione in attesa della possibile stangata della Procura.
 
Questa vicenda – triste, antipatica – ha il pregio di aver insegnato tante cose. Non è la prima volta che una disattenzione di un dirigente (in buona fede, per carità) mette nei guai una squadra. Stiamo parlando di dirigenti dilettanti, è vero, ma è pur sempre la Serie A. Premurarsi della propria squadra, degli avversari e dei 4-5 cavilli regolamentari dovrebbe essere un piacere ancor prima che un dovere. Si può discutere sulle regole, ma se ci sono devono essere rispettate, un po’ come faceva Pete Sampras. L’americano diceva che i match di Coppa Davis a risultato acquisito non avevano senso, però li giocava ugualmente. Se Pistol Pete era così ligio alle norme, a maggior ragione dovrebbero esserlo i dirigenti dei club di Serie A. Allo stesso tempo, la FIT (unico ente con tutti gli strumenti a disposizione per sbrogliare certe matasse) potrebbe dare una mano. Moretto ha ragione quando dice: “Come faccio a vedere il pregresso di un giocatore avversario? Con quali mezzi?”. L’unico mezzo è una telefonata all’ufficio organizzativo. Siamo sicuri che sia sufficiente? Di certo, siamo convinti che la Serie A1 dovrebbe essere cambiata alla radice. Basterebbe creare regole più facili e meno stringenti per evitare tanti problemi o situazioni come quella di Davide Scala, rimasto senza squadra a campionato iniziato soltanto perchè c'era un asterisco accanto al suo nome. O la frustrazione di Bassano, che giocherà un intero campionato senza sapere se quei due punti sarebbero stati decisivi. Di sicuro, non glieli restituirà nessuno.