Fognini fa il suo dovere, mentre Seppi-Bracciali cedono in quattro set ai modesti Capdeville-Aguilar: Italia-Cile è ancora in equilibrio. Dovremo fare tesoro degli errori commessi.
Andreas Seppi e Daniele Bracciali non hanno vissuto la loro miglior giornata
(Foto Costantini – FIT)

 
Di Riccardo Bisti – 15 settembre 2012

 
Per fortuna Fabio Fognini è sceso in campo attento e concentrato, altrimenti la sfida di Napoli contro il Cile avrebbe assunto i contorni di un incubo. Pensate: se Capdeville lo avesse battuto, i cileni sarebbero avanti 2-1 dopo la seconda giornata. Invece siamo 2-1 per l’Italia in virtù del successo di Fognini (2-6 6-2 6-7 6-1 6-2 a Cadpeville) e della vittoria del doppio cileno contro Seppi-Bracciali, schierati da Barazzutti al posto degli annunciati Bracciali-Bolelli. Col senno di poi è facile giudicare, ma è stata una scelta sbagliata. Hanno giocato Seppi-Bracciali poiché già “rodati” da qualche torneo insieme (hanno anche raggiunto la finale a Doha), ma Seppi è il meno “doppista” dei quattro azzurri. E' stato un pomeriggio variabile, sia nel tennis che nel meteo. C’era il sole, ma a un certo punto un breve acquazzone è franato su Napoli quando i cileni stavano servendo per il terzo set. Non dobbiamo nasconderci: gli italiani hanno giocato male. E non hanno scuse, perché Capdeville-Aguilar sono una coppia modesta, con limiti molto precisi. Capdeville gioca volèe imbarazzanti, mentre Aguilar è molto scarso di rovescio. Dovendo coprire solo metà campo, tuttavia, è riuscito a giocare quasi soltanto di dritto. Un colpo arrotato, pesante, in cui né Seppi né Bracciali sono riusciti a prendere l’iniziativa. E’ finita 6-4 4-6 6-4 6-2 per i cileni, ma il risultato avrebbe potuto essere ancora più pesante. Capdeville-Aguilar avevano preso un break di vantaggio nel secondo set (poi perso), mentre nel terzo sono stati avanti 3-0 e 4-1 con doppio break. Gli azzurri hanno rimontato, i troppi errori hanno condannato l’Italia alla terza giornata. Sinceramente non se lo aspettava nessuno.
 
Nella tribuna vip di Rotonda Diaz c’erano personaggi importanti. Tra loro il sindaco di Napoli Gianni De Magistris e il presidente del Napoli Calcio Aurelio De Laurentis, preso d’assalto per autografi e foto ricordo. Pur senza arrivare al tutto esaurito, la cornice di pubblico era migliore rispetto a venerdì, garantendo un piacevole colpo d’occhio. I cileni hanno giocato una partita onesta, molto “ordinata”, ma non erano quasi mai loro a decidere le sorti dello scambio. Gli errori degli azzurri, poco concentrati, hanno fatto la differenza. Dopo aver vinto il secondo set, il doppio azzurro si è progressivamente spento e ha consegnato agli andini (quello che dovrebbe essere) il punto della bandiera. La serie si deciderà domenica, a partire dalle 11.15 (diretta SuperTennis) con Seppi-Capdeville e Fognini-Hormazabal. Seppi dovrebbe chiudere la pratica, consentendo ai napoletani di “liberarsi” in tempo per la partita di campionato contro il Parma, in campo alle 15. Nell’unico precedente contro Capdeville ha vinto 4-6 7-6 6-2 a Indian Wells 2008. Non fu una partita facile, ma Seppi non ama molto giocare in America. Certamente dovrà elevare il livello rispetto al challenger di Genova, dove ha rischiato contro Renzo Olivo e poi ha perso contro Montanes. Non è certo il miglior momento di Seppi, ma questa partita non può essere persa. Sull’eventuale (e malaugurato) 2-2, Fognini non dovrebbe avere problemi contro Hormazabal (battuto 6-0 6-2 al challenger di Santiago 2007). Tutti sperano che a risultato acquisito possa giocare Simone Bolelli, il cui apporto sarebbe tornato utile anche in doppio. Ma Simone è ragazzo educato e non ha proferito parola, anche perché dopo i fatti di 4 anni fa e il successivo riavvicinamento alla FIT, si è totalmente “immolato” alla “Causa Davis”.
 
Accanto a lui, in panchina, c’erano i coach Umberto Rianna, Massimo Sartori, un cupo Potito Starace e il dottor Pierfrancesco Parra. L’Italia giocherà nel World Group anche nel 2013, ma il weekend di Napoli deve servire da insegnamento. Prima di tutto bisogna trovare un doppio che giochi sempre nei tornei e garantisca un minimo di affidabilità, almeno contro le coppie più scarse. Nessuno chiede di battere Berdych-Stepanek, ma Capdeville-Aguilar ce li dobbiamo mangiare. Le combinazioni possibili sono molte: ne va scelta una e portata avanti con coerenza. Senza un doppio competitivo, la squadra avrà sempre un grosso handicap. E poi, le partite dovrebbero essere preparate con raduni più lunghi e mirati, un po’ come faceva Adriano Panatta ai tempi di Gaudenzi e Furlan, ottenendo risultati eccezionali. I giocatori sacrificherebbero volentieri una settimana di tornei con una bella preparazione, pagata il giusto (stiamo parlando di professionisti), che darebbe lustro al nostro tennis e tornerebbe utile anche nelle settimane post-Davis. Il weekend di Napoli sta fornendo degli insegnamenti importanti. Dobbiamo essere bravi a coglierli.