di Roberta Lamagni – foto Getty Images
Serena Williams è un'icona dello sport mondiale, uno di quei personaggi conosciuti e amati dalla gente comune, che si interessi o meno di tennis. Una sua passeggiata tra le vie di Milano per la settimana della moda fa notizia, come una sua gita in spiaggia o una semplice uscita a cena con amici. Serena lo sa e non si è mai dimostrata insofferente alla situazione, anzi. Consapevole del suo ruolo di portavoce, non ha mai mancato di esternare emozioni e riflessioni sui social network, mezzi che gestisce con grande destrezza.
Archiviata la notizia della sua detronizzazione dopo 186 settimane in vetta al ranking mondiale, Serena torna dunque a far parlare di sé con un argomento particolarmente sentito: la mancanza di sicurezza e i sempre più frequenti episodi di violenza della polizia contro afroamericani disarmati.
La notizia rimbalza da un suo post di Facebook che, partendo da un'esperienza personale, si trasforma in un megafono per la nazione. Tutto parte dalla richiesta di Serena rivolta a suo nipote, 18enne, "preciso che è nero", di farsi accompagnare in auto ad alcuni appuntamenti. Ha bisogno di sbrigare del "lavoro" via telefono e vuole avere tempo e tranquillità per farlo. Ad un tratto nota un poliziotto sul ciglio della strada, controlla che il nipote non sia in alcun modo in difetto superando il limite di velocità e subito la sua mente va all'episodio – che negli Stati Uniti ha suscitato molto scalpore – della donna di colore alla guida della sua auto il cui fidanzato è stato brutalmente ucciso da un poliziotto a bordo strada senza apparente ragione.
"Tutto questo mi ha attraversato la mente in pochi secondi – scrive la Williams -. Mi sono rammaricata di non essere alla guida. Non mi sarei mai perdonata se fosse successo qualcosa a mio nipote. E' così innocente. Come tutti gli altri". Nel 2003, proprio la sua sorellastra fu uccisa durante una sparatoria a Compton, dove Serena è cresciuta, mentre era alla guida della sua auto.
Da qui riflessioni sulla quotidianeità "Sono assolutamente convinta che non tutti sono cattivi, sono solo le persone ignoranti, insensibili e spaventate che stanno colpendo la vita di milioni di persone. Devo guardare alla mia vita. E i miei nipoti? E se avessi un figlio o delle figlie? Come disse Martin Luther King ' Arriva un momento in cui il silenzio è tradimento'. Io non starò in silenzio".
Il post di Serena Williams arriva poco prima dell'annuncio della sua partecipazione, per la prima volta in carriera, al torneo di Auckland, dal 2 al 7 gennaio 2017, in preparazione al primo slam stagionale. Al momento pare ancora incerta, se non nulla, la partecipazione di Serena a un evento 2016. Lo scorso anno, ricordiamo, dopo la sconfitta shock in semifinale allo Us Open per mano della nostra Roberta Vinci, la Williams aveva deciso di "staccare la spina" per il resto della stagione. Che il copione si ripeta quest'anno?