Ha dovuto soffrire. Ha avuto bisogno di ruggire. A un certo punto ha anche avuto paura di perdere. Ma Serena Williams non poteva che intascare a Miami il successo numero 700. Su quel campo ha già vinto sette volte e non ci perdeva da 15 partite. E poi le avevano già preparato la torta per festeggiare. No, non poteva tradire. E allora ha dato il meglio contro una Sabine Lisicki super, tirata a lucido da Cristopher Kas, ex doppista con un gran futuro da coach. Il problema della tedesca, finalista a Wimbledon nel 2013, è sempre stata la condizione fisica. Non ha mai avuto voglia di allenarsi, ha girato tanti allenatori salvo tornare ogni volta dal permissivo papà Richard. Kas ha toccato le corde giuste e, dopo un pessimo avvio di stagione, l'abbiamo vista alla grande sia a Indian Wells che a Miami. Nonostante il fisico massiccio, corre come un'indemoniata. E non ha perso potenza nei colpi. Si spiega così il laborioso 7-6 1-6 6-3 con cui Serena è approdata in semifinale. Una partita durissima, in cui la Lisicki le ha rimandato più palle del previsto e ha cercato di comandare lo scambio non appena possibile. Uno spettacolo, una giocatrice trasformata rispetto a quella che azzeccava la settimana buona soltanto a Wimbledon. Sotto 3-1 nel primo set, ha capito che il match era fattibile. Aiutata dalla bassa percentuale di prime palle di Serena, l'ha riagganciata e superata. La sua colpa? Non ha saputo sfruttare le situazioni di vantaggio, come se avesse i brividi ogni volta che metteva il naso avanti. Eppure ha avuto un setpoint sul 6-5, sciupato con un errore gratuito. Nel tie-break è andata in svantaggio, ha provato a restare a galla ma era troppo tardi. Sembrava tutto finito.
PAUSA CALCOLATA NEL SECONDO SET
Invece ha ripreso a macinare il suo tennis, aiutata dalle difficoltà di Serena con il sole, soprattutto quando serviva alla destra del giudice di sedia. Spesso ha bucato l'americana con il rovescio lungolinea, più in generale l'ha spinta all'errore dopo spettacolari scambi ping-pong, dove effettuava con efficacia la transizione da difesa ad attacco. Sotto 3-1 nel secondo, Serena ha scelto di rifiatare. Un segno di stima e rispetto per la tedesca, che ha provato a restare a galla nei primi game del set decisivo, ma Serena ha ingranato la sesta. Di solito non ne ha bisogno, ma contro un peso massimo come lei ha dovuto dare fondo a tutte le energie. Volata sul 3-0, ha tenuto con agio gli ultimi turni di battuta e ha potuto esultare. Per lei è il 71esimo successo su 78 incontri giocati a Crandon Park.
OBIETTIVO VIRGINIA WADE?
Significa che il 10% dei suoi successi sono arrivati in questo torneo, cui spesso si è aggrappata negli anni del boicottaggio a Indian Wells. Inoltre abita a due passi da lì, a Palm Beach Gardens. Non li ha mai traditi con prestazioni scadenti e quest'anno vuole scrivere l'ottava sinfonia, anche se contro Simona Halep non sarà facile. Successo numero 700, dicevamo: l'americana è al nono posto nella classifica di tutti i tempi. A Indian Wells aveva raggiunto Billie Jean King, poi l'ha superata a Miami. Il prossimo obiettivo si chiama Evonne Goolagong, ferma a 704. Dando uno sguardo complessivo, Martina Navratilova e Chris Evert sono irraggiungibili, impossibili da raggiungere. Serena può ragionevolmente acciuffare il quinto posto, superando Conchita Martinez, Lindsay Davenport e Arantxa Sanchez. Più complicato acciuffare le 839 vittorie di Virginia Wade, quasi impossibile agganciare Steffi Graf, che si è fermata a quota 902. Sostanzialmente, dovrebbe vincere circa 65 partite all'anno da qui a fine 2018, quando avrà 37 anni. Serena non ha fissato alcuna data per il ritiro, ma sembra difficile che possa giocare ancora così a lungo, soprattutto ad alti livelli. Intanto si gode le tre maxi-fette di torta e si conferma la più forte di tutte, in barba all'età. E a tutte le altre.
WTA PREMIER MANDATORY MIAMI – Quarti di Finale
Serena Williams (USA) b. Sabine Lisicki (GER) 7-6 1-6 6-3
Simona Halep (ROM) vs. Sloane Stephens (USA)
WTA – LE PIU' VINCENTI DELL'ERA OPEN
Martina Navratilova – 1442
Chris Evert – 1309
Steffi Graf – 902
Virginia Wade – 839
Arantxa Sanchez – 759
Lindsay Davenport – 753
Conchita Martinez – 739
Evonne Goolagong – 704
Serena Williams – 700
Billie Jean King – 695