Prosegue l'avventura londinese di Serena Williams, che fa valere la sua personalità contro Kristina Mladenovic. Il tabellone le è amico. Inciampa Venus, che pure aveva trovato la chiave per girare il match contro Kiki Bertens. Ma pecca di killer istinct: l'olandese rimonta e vince in extremis.

Erano le 17.04 di Londra quando Venus Williams alzava bandiera bianca, lasciando spazio a Kiki Bertens nonostante un'accanita resistenza. Una ventina di minuti dopo, un paio di ace consentivano a Serena di battere l'altra Kiki, Kristina Mladenovic, e azzannare la seconda settimana. Come a Parigi, è attesa negli ottavi da una russa. Se un mese fa aveva dato forfait prima di scendere in campo contro Maria Sharapova, stavolta partirà nettamente favorita contro Evgeniya Rodina, l'altra mamma rimasta in tabellone. Il pomeriggio di Wimbledon ha racchiuso in un paio d'ore la differenza tra sorelle: Serena ha vinto un match complicato, contro un'avversaria in palla, nonostante le oggettive difficoltà nel riprendere il ritmo dopo la maternità. Al contrario, Venus ha perso un match che avrebbe potuto (dovuto?) vincere. Si spiega così, nella gestione dei momenti critici, la gran differenza di palmares tra le due. C'è un motivo se Serena ha vinto 23 Slam e, secondo molti, è la più forte di sempre. E c'è un motivo – a parte la Sindrome di Sjogren – se Venus si è fermata a sette. Ma andiamo con ordine: sul palcoscenico del Centre Court, Serena ha trovato un'avversaria di personalità e senza nulla da perdere. Se è vero che Kristina Mladenovic sta vivendo una stagione al di sotto delle attese (o forse il 2017 era andato troppo bene…), la sua combinazione servizio-dritto può essere molto incisiva sull'erba. Lo ha dimostrato nel primo set, in cui ha preso un break di vantaggio e ha resistito fino al 4-2. Ma Patrick Mouratoglou diceva bene quando sottolineava i progressi, quotidiani, della sua allieva. Serena si muove sempre meglio e fa valere la sua presenza agonistica, la sua personalità. Non a caso, la Mladenovic ha chiuso il primo set con un doppio fallo. Nel secondo, la francese è stata brava a recuperare un break di svantaggio a e rifugiarsi nel tie-break, peraltro dopo aver tenuto due complicati turni di servizio sul 4-5 e sul 5-6. Ma il tie-break è stato un monologo di Serena, concentratissima. Sul 5-2 ha chiuso il match con due ace consecutivi, accompagnandoli con un semplice “Yes!” di incitamento. Il tabellone le è amico: dopo la Rodina, nei quarti avrebbe la vincente di Giorgi-Makarova.

LA RIMONTA INCOMPLETA DI VENUS
Sul Campo 1, Venus ha provato a fare altrettanto contro una giocatrice forte ma un po' fragile di testa. Kiki Bertens è aiutata dalle condizioni meteo che stanno bruciando l'erba, rendendola più lenta. E così il suo tennis di pressione, supportato da un'ottima fase difensiva, è diventato ancora più efficace. Avrebbe potuto chiudere ancora più facilmente, visto che ha dominato la partita fino al 6-2 4-2. Ma la sua fragilità emotiva è emersa in tanti frangenti del match, piccole situazioni in cui avrebbe potuto chiudere e invece ha consentito a Venus di restare a galla. Il tie-break era dell'americana, che poi prendeva un break di vantaggio anche nel terzo set. La sorella non si sarebbe mai fatta riprendere, invece Venus non ha creato il solco definitivo, restituendo benzina psicologica alla Bertens. Venus si è salvata sul 4-5 e sul 5-6, ma il quattordicesimo game è stato quello buono. Un dritto in rete sul terzo matchpoint spediva la Bertens nel paradiso della seconda settimana. “È stata dura mentalmente perché a Miami ero arrivata a un passo dalla vittoria e poi avevo perso – ha ammesso la Bertens – in alcuni momenti ci ho pensato, ma ho provato a restare calma e a pensare ai miei colpi. In fondo non ero mai andata così avanti a Wimbledon e non avevo niente da perdere. Posso essere orgogliosa di me, per me è dura giocare sull'erba ed essere aggressiva, ma oggi è stata la chiave della partita”. La Bertens ha giocato davvero bene, impressionando anche Kim Clijsters, in cabina di commento. Tuttavia, la ex n.1 sapeva che sarebbe stato complicato chiudere contro una giocatrice di carisma e qualità. In effetti, Venus aveva girato il match. Per sua sfortuna, ha smarrito il colpo meno sicuro (il dritto) e il match è tornato in bagarre. La Bertens ha provato a scrollarsi di dosso le paure e ce l'ha fatta, in extremis. Sorrisi e commozione hanno accompagnato la sua esultanza, ma il suo torneo non è finito qui. Per spingersi nei quarti dovrà battere Karolina Pliskova, capace di salvarsi a due punti dalla sconfitta contro Mihaela Buzarnescu. In un torneo sempre più orfano delle migliori, un'altra favorita cadrà prima dei quarti.