La statunitense spara 18 ace e batte Maria Sharapova per la sedicesima volta consecutiva, prendendosi il successo numero 19 in un torneo dello Slam. 'Masha' gioca un secondo set di alto livello, ma non basta: finisce 6-3 7-6.Ancora Serena, sempre più Serena. Maria Sharapova ha provato a renderle la vita difficile, ma la Williams si è nuovamente dimostrata la più forte di tutte, forse la più forte di sempre. Nel momento più importante ha dimenticato sia l'influenza sia le difficoltà dei turni scorsi, prendendo per la sesta volta l’Australian Open, al termine di una finale partita al rilento ma andata in crescendo, sino al 6-3 7-6 che in poco meno di due ore ha regalato alla numero uno del mondo il diciannovesimo titolo in un torneo del Grande Slam. Pur essendo la più anziana a giocare una finale a Melbourne nell’Era Open, la Williams l’ha vinta con la freschezza di una ragazzina, capace di esaltarsi nella battaglia e trovare sempre l’ace nei momenti importanti. Alla fine saranno ben 18, quindici solo nel secondo set, e contengono (quasi) tutta la differenza che si è vista oggi sulla Rod Laver Arena, a tetto chiuso, causa pioggia, dal sesto game del primo set. Il match combattuto che ci si attendeva alla vigilia è arrivato, grazie a una Sharapova capace di tener testa alla strapotenza della Williams per tutto un avvincente secondo set, trascinato sino al tie-break a suon di occasioni cancellate. Più di così, alla russa non si poteva chiedere. Quando la Williams tiene un rendimento simile al servizio, c’è poco da fare. Pur senza un vero piano B, ‘Masha’ ha cercato di allungare gli scambi per poi spezzarli con un saggio utilizzo della palla corta, e le va dato il merito di averci provato fino in fondo, dando equilibrio a un incontro inizialmente a senso unico. Si è giocata tutte le proprie carte nella speranza che l’avversaria le concedesse qualche occasione: non sono arrivate, e la striscia di sconfitte consecutive si è allungata a quota sedici, ma stavolta ha poche colpe.
MASHA REAGISCE, MA NON BASTA
“Sarà importante partire bene”, aveva detto Serenona alla vigilia, e ci è riuscita nel migliore dei modi, togliendo la battuta alla rivale in apertura di match e mettendo subito in chiaro le proprie intenzioni. La tattica di giocare su pochi scambi ha dato gli effetti sperati, e la pausa di circa dodici minuti per la chiusura del tetto non ha cambiato gli equilibri. Al rientro in campo l’americana si è presa un nuovo break, volando a servire per il set. Si è distratta, regalando il game con due doppi falli, ma se l’è ripreso a zero poco dopo, portandosi in vantaggio di un set. Era completamente padrona del campo, tanto da cercare il colpo di grazia già all’inizio del secondo parziale, quando si è però trovata di fronte una Sharapova diversa, più combattiva. Strillando un ‘come on’ dopo l’altro, la russa le ha negato tre palle-break fra secondo e sesto gioco, e poi si è resa finalmente insidiosa in risposta, ma è proprio in quei momenti che il successo di Serena è diventato una certezza. In due occasioni ‘Masha’ è salita 30-0 sul servizio della rivale, ma l’americana ha mostrato gli artigli, abbattendone col servizio tutti i tentativi, compresa la palla-break sul 3-3 (l’unica del secondo set per la russa), cancellata con un servizio vincente.
SERENA CHIUDE AL TERZO MATCH-POINT
A suon di pallate Serena si è presa un primo match-point sul 5-4, ma la Sharapova le ha sbarrato la strada come meglio non poteva: buon servizio, palla profonda e schiaffone di diritto lungo linea, per gli applausi dell’americana. Il finale, tuttavia, è stato solo rimandato al tie-break, aperto da una gran risposta vincente della Sharapova ma poi subito passato nelle mani di Serena, volata sul 4-1. Sul 5-4 la siberiana ha avuto l’occasione di rientrare, ma la sua seconda troppo tenera (e sul dritto della rivale) è tornata indietro al doppio della velocità, per il 6-4 Williams. Ha salvato un nuovo match-point con un altro grande punto, seconda profonda e bomba di diritto, ma sul terzo al servizio ci è andata Serena, e ovviamente ha sparato un ace. Anzi, due. Il primo l’ha dovuto ripetere per un impercettibile contatto col nastro, il secondo invece le ha permesso di alzare le braccia al cielo per l’ennesima volta. Col sesto successo australiano, Serena eguaglia Nancye Wynne Bolton in seconda posizione, ma rimane comunque molto lontana dalla leader di successi Margaret Court, in testa a quota undici. Più interessante la classifica ‘all time’ dei titoli Slam, che ora vede la statunitense sul terzo gradino del podio insieme a Helen Wills Moody, con un titolo in più di Evert e Navratilova. In vetta c’è sempre la Court con 24 successi, due Slam più indietro Steffi Graf, il primo obiettivo di Serena. "Mi piacerebbe raggiungerla – ha spiegato in conferenza stampa – ma sarà molto impegnativo. Gli anni passano, e ci sono un sacco di giocatrici forti che stanno arrivando in alto. Ora mi godo questo titolo, sinceramente a inizio torneo non avrei mai pensato di poter vincere". Dice la verità, mentre viene difficile credere che non pensi nemmeno un po' al record della Court. Certo, vincere cinque Major dopo i 33 anni è difficilissimo. Ma a questa Serena nulla è precluso.
AUSTRALIAN OPEN 2015
Finale DONNE
Serena Williams (USA) b. Maria Sharapova (RUS) 6-3 7-6
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