Mary Joe Fernandez annuncia: “Ad oggi, Serena ha detto si alla trasferta a Rimini”. La sua presenza cambierebbe gli equilibri dell’incontro del 105 Stadium di Rimini.
Una vecchissima immagine di Serena Williams in Fed Cup. Si riconoscono la sorella Venus, Lindsay Davenport e Monica Seles
Di Riccardo Bisti – 6 dicembre 2012
Una banale conference call organizzata dalla USTA mette in apprensione l'Italia del tennis. C’era grande curiosità per sapere cosa avrebbe detto Mary Joe Fernandez in vista del match contro le azzurre al 105 Stadium di Rimini. Non ha detto cose rassicuranti: Serena Williams avrebbe detto “si” e potrebbe esserci. Sarebbe un paradosso: Serenona ha saltato le finali del 2009 e del 2010, ben più importanti del primo turno 2013 (in realtà solo nel 2009 diede un vero forfait, giacchè l’anno dopo era bloccata dai problemi al piede, poi sfociati nell’embolia polmonare del marzo 2011). Le nuove norme per l’ammissibilità olimpica, tuttavia, offrono più appeal alla Fed Cup. E un paio di giorni a Rimini, non troppo distante da Parigi (base del coach-fidanzato Patrick Mouratoglu), potrebbero servire alla bisogna. L’inversione delle date dei primi turni di Coppa Davis e Fed Cup, con quest’ultima non più a ridosso dell’Australian Open, potrebbe dare una mano a Serena. “La Williams si è trovata molto bene nel team – ha detto Mary Joe Fernandez, alludendo ai due match del 2012 (che ne hanno messo al sicuro la partecipazione a Londra 2012) – le piace essere un modello, un riferimento. Penso che la Fed Cup 2013 possa inserirsi nel suo programma. Se starà bene, penso che ci sarà”. Ovviamente è una pessima notizia per Corrado Barazzutti. Non c’è terra battuta che tenga: la Williams sarebbe favorita contro le nostre anche sulla spiaggia del lungomare riminese.
“A partire da oggi, vediamo che farà Serena – continua la Fernandez – fino ad oggi ha detto di si, vuole esserci. E anche Venus, se in buone condizioni, ha in programma di venire. E poi sono soddisfatta dei progressi di due giovani come Christina McHale e Sloane Stephens. Sono entrambe tra le top 40. Sloane, in particolare, ha avuto una stagione molto positiva, in cui ha mostrato le sue qualità. E’ cresciuta molto sul piano mentale, sa utilizzare al meglio i propri punti di forza”. Fossimo in May Joe, dopo esserci inginocchiati ai piedi di Serena per convincerla della bontà delle tagliatelle e della piadina romagnola, saremmo molto attenti al resto delle convocazioni. La Venus di oggi non offre garanzie, soprattutto in singolare. Schierarla contro la Errani e la Schiavone (difficilmente Barazzutti rinuncerà a lei sulla terra) sarebbe un rischio. Meglio puntare sulla Stephens o sulla McHale, senza dimenticare Varvara Lepchenko. A dispetto di una silhouette non esattamente da modella, viene da una grande stagione e ha raccolto lo scalpo della schiavone proprio al Roland Garros. Poi c’è l’incognita legata alle doppiste: gli States possono contare su ottime specialiste come Liezel Huber e Vania King, ma difficilmente ci sarà spazio per entrambe. Più obbligate le scelte di Barazzutti: dando per scontate le convocazioni di Errani, Vinci e Schiavone, andranno valutate le condizioni di Flavia Pennetta dopo il lungo stop per l’infortunio al polso. In caso di forfait, potrebbe essere la volta buona per la prima convocazione di Camila Giorgi. Alternative? Pochine. O si lancia Nastassja Burnett o si punta sull’usato sicuro, quella Karin Knapp che dopo tante sofferenze è tornata perlomeno a ridosso delle prime 100. L’eventuale presenza di Serena Williams garantirebbe un fortissimo appeal per un match già interessante di suo, data la location turistica, la qualità dell’impianto e delle due formazioni.
Insieme a Mary Joe c’era anche Jim Courier, capitano del team di Coppa Davis. Privi di Andy Roddick, gli States ripartiranno da Jacksonville per affrontare il Brasile. “Il team che abbiamo visto in Spagna dovrebbe essere il nucleo delle prossime partite – ha detto Courier – Isner, Querrey e i gemelli Bryan fino a quando si rimetterà Mardy Fish”. Courier si aspetta molto da Isner, a suo dire il più dirompente tennista del circuito. “Inoltre ha mostrato la capacità di battere i migliori. E’ uno di quei giocatori che li guardi e dici: si, può vincere uno Slam”. Dopo aver elogiato Querrey, Jim il rosso ha allargato la rosa dei papabili a Ryan Harrison e Donald Young, senza dimenticare i giovani Steve Johnson, Denis Kudla e Jack Sock. Le convocazioni saranno diramate durante l’Australian Open. “Siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto nel 2012 – continua Courier – e poi abbiamo acquistato il diritto a giocare diverse partite in casa. Non vediamo l’ora, ammesso che si riesca a battere il Brasile”. A chiudere, è tornato su un vecchio pallino: la formula. Courier è un fervido sostenitore di una Coppa Davis in sede unica, magari nello spazio di 1-2 settimane. “Sarebbe il modo giusto per assimilarla ai tornei del Grande Slam”
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