Bastano 50 minuti a Serena Williams per centrare la 29esima finale Slam. Una Lucic stanca e scarica raccoglie appena 3 game ma poi realizza un video-selfie con i 15.000 della Rod Laver Arena. La sua favola non è intaccata, mentre Serena ha ancora molto da chiedere. Soltanto un cortocircuito emozionale potrebbe privarla del 23esimo Major.

Serviranno fattori extra-tennistici per impedire a Serena Williams di vincere il 23esimo Slam. Si è ormai capito, da anni, che è Venus a soffrire i derby in famiglia. Semmai è incredibile che il match torni in una finale Slam dopo così tanto tempo. Venus e Serena hanno 71 anni in due e questo Australian Open – qualora ce ne fosse bisogno – ha fissato il loro status di leggende. Ma Serena ha qualcosa in più e lo ha dimostrato nella semifinale contro Mirjana Lucic, KO in appena 50 minuti. Un match giocato a velocità supersoniche, in cui il suo stato di grazia ha cozzato con l'esaurimento fisico e mentale di Mirjana. Ha provato ad autoconvincersi che sarebbe stata pronta, ma la verità è che non aveva più benzina dopo un vortice di emozioni e ben nove partite giocate (doppio compreso). 24 ore di recupero non sono state sufficienti. E' finita 6-2 6-1, facile, agile. Serena ha ritrovato il servizio, elevando la percentuale di prime palle che contro Johanna Konta era stata insufficiente. Con la prima non ha fatto giocare la croata (24 su 26), assorbendo la vulnerabilità con la seconda (33% di trasformazione, senza però concedere palle break). I 23 errori della Lucic hanno poi contribuito a sigillare il punteggio. In entrambi i set, Mirjana ha tenuto il primo turno di servizio, poi ha incassato cinque game consecutivi nel primo e sei nel secondo. Tutto rapido e indolore. I momenti più emozionanti si sono vissuti dopo, quando entrambe si sono sciolte in un abbraccio e la Lucic, con le labbra già tremolanti, ha tirato fuori il telefonino per girare un breve video.  

“COMUNQUE VADA, VINCERA' UNA WILLIAMS”
Un abbraccio virtuale ai 15.000 della Rod Laver Arena, che hanno capito al volo e le hanno tributato un'ovazione. Tra loro anche Serena Williams, che ha ammesso di aver tratto ispirazione dalla storia della Lucic. “L'ho seguita per tutto il torneo e ho fatto il tifo per lei” ha detto. Ma sul campo non ha avuto pietà, raccogliendo il terzo successo in tre scontri diretti, con la particolarità che i primi due si erano giocati nel 1998. Messa in archivio la più facile delle semifinali (80esimo successo a Melbourne su 90 partite), si appresta a giocare la 29esima finale Slam. Ne ha vinte 22. Di queste, ne ha giocate otto contro Venus (vincendone 6). “Non ho visto la sua semifinale, ma sono orgogliosa e felice per lei. E' tutto il mio mondo, la persona più importante della mia vita”. Con buona pace del promesso sposo Alexis Ohanian, che peraltro ha fatto un gran tifo anche per Venus nel corso del torneo. “Sarà bene che in finale ti metterai nel box di Serena, se vuoi sposarti” ha scherzato Rennae Stubbs nell'intervista sul campo. La più piccola delle sorelle Williams si è messa alle spalle le scorie di un 2016 complicato e sembra più forte che mai: per questo, soltanto un corto circuito emozionale potrebbe impedirle di metterle le mani su un trofeo già sollevato sei volte. “Comunque vada, vincerà una Williams!” ha esclamato Serena. In campo femminile, questo Australian Open da Ritorno al Futuro ha fatto la sua parte. Chissà se il tabellone maschile saprà fare altrettanto.

AUSTRALIAN OPEN DONNE – Semifinale
Serena Williams (USA) b. Mirjana Lucic (CRO) 6-2 6-1