di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Non ce la fa proprio Serena a vincere un torneo “normale”, lei che non portava a casa un titolo che non fosse uno slam, dal torneo di Charleston del 2008. Venti mesi di dolce “digiuno” che ha visto la più piccola delle Williams aggiudicarsi 3 slam (US Open 2008, Australian Open 09 e Wimbledon 09), ma fare fatica a trovare la giusta concentrazione nei tornei minori, sebbene la Wta ce la metta tutta per renderne obbligatori una parte di essi.
“’We all know who the real No. 1 is” diceva la Tyson in gonnella, con il suo solito fare da spaccona che così poco viene apprezzato dalle sue colleghe. A cominciare da Dinara Safina, colei che ha passato il maggior numero di settimane in testa alla classifica, in questo 2009; è stata in testa, infatti, per 25 settimane di fila (da aprile a inizio ottobre) e poi, per l’ultima volta, durante questi Championships che l’hanno vista rimanere in campo per pochi minuti, nel suo match di esordio contro la Jankovic. In conferenza stampa la sorella di Marat ha reso pubblici i problemi cronici alla schiena che l’hanno torturata negli ultimi mesi, in cui ha sperperato il vantaggio accumulato nei confronti di Serena Williams. Quest’ultima chiude comunque meritatamente al primo posto, un’annata che l’ha vista protagonista nel bene (le 2 vittorie in un major e il successo nei “Championships”) e nel male, con il brutto epilogo della semifinale persa a New York, decisa da un penalty point dovuto a una reazione smodata di Serena a un fallo di piede ravvisato dalla malcapitata giudice di linea.
I falli di piede sono stati una costante del torneo di sua sorella, Venus, capace di metterne a segno ben undici (11!) nel match di esordio, perso contro Elena Dementieva. Le 2 sconfitte iniziali (la seconda contro Serena poi riaffrontata in finale) non hanno impedito alla campionessa uscente di raggiungere la finale, grazie anche al regalo recapitatole da Svetlana Kuznetsova che, già eliminata dopo le prime 2 giornate, ha sconfitto nell’ultimo match del girone, la connazionale Elena Dementieva, al solito tremolante quando la posta in palio è molto alta. In semifinale Venus ha ritrovato a un anno di distanza, una rediviva Jelena Jankovic (scesa dalla prima posizione del 2008 al numero 8), brava e fortunata nello sfruttare un girone martoriato dagli infortuni. La serba, infatti, dopo aver perso malamente all’esordio contro la Azarenka, ed essersi giovata del ritiro della Safina, ha approfittato delle imperfette condizioni fisiche della rivelazione dell’anno, Caroline Wozniacki, reduce dai drammatici crampi del giorno prima, che non le avevano comunque impedito di battere Vera Zvonareva. A garantire il passaggio del turno della stessa danese, ci ha pensato la sua amica per la pelle Agnieszska Radwaska, sostituta della Zvonareva (sofferente a una caviglia, lei che già aveva sostituito la Safina), che ha battuto nell’ultimo match del girone, Victoria Azarenka, vittima prima dei nervi sul 6-4 5-2 in suo favore, e poi dei crampi al termine dell’ennesimo incontro buttato al vento dalla povera bielorussa, troppo fragile psicologicamente per gestire le emozioni forti di un torneo di questo livello.
Chi non soffre di alcuna remora psicologica, anzi basa proprio sulla propria personalità, buona parte dei suoi successi, è Serena Williams, l’unica a chiudere imbattuta la fase a gironi, malgrado una fasciatura alla coscia che è andata sempre più dilatandosi nel corso del torneo. L’unica a crearle qualche problema nella prima fase era stata sua sorella, nel secondo match del girone, cui aveva dovuto annullare un matchpoint nel terzo set (vinto al tiebreak) dopo che aveva scialacquato un vantaggio di 4-1.
Molto più semplice è stato il compito della neo numero 1, in finale, contro una Venus affaticata dalla battaglia del giorno prima, vinta ai danni della Jankovic (battuta solo 6-4 al terzo). Serena, che aveva sfruttato l’ennesimo ritiro del torneo ad opera della Wozniacki (dolori addominali oltre al problema alla coscia), non ha concesso nulla alla povera Venere, incapace di racimolare più di 7 punti (4 nel primo e 3 nel secondo) sul servizio della sorella. Dominante al servizio, Serena ha fatto dell’aggressività alla risposta l’arma principale per strappare in 2 occasioni, il servizio alla sorella nel primo parziale, vinto col punteggio di 6-2. Più equilibrato il secondo set, con Venus leggermente più incisiva al servizio, che riesce a trascinare il match al tiebreak. Qui Serena si porta subito sul 5-1, prima di subire una leggera rimonta (5-4), subito rintuzzata da un ace e un cross di dritto di violenza inaudita che regala alla più piccola delle Williams, il secondo Master della sua carriera dopo il successo del 2001, quando non disputò l’ultimo atto del torneo a causa del forfait in finale di Lindsay Davenport.
Rimane, quindi in famiglia, il titolo dei Championships, dopo il successo dello scorso anno di sorella Venus. Il bilancio tra le due diventa di 13 vittorie a 10 (4-1 nel 2009) per Serena, che però si è aggiudicata 8 delle 11 finali disputate in famiglia. Con questo successo, diventa la 10° giocatrice ad aggiudicarsi almeno 2 Master, dopo Navratilova (8 titoli), Graf (5), Evert (4), Seles (3), e Goolagong, Sabatini, Hingis, Clijsters, Henin ferme a quota 2.
Serena sale al numero 1 del mondo per la 5° volta in carriera (la terza nel 2009), per una classifica definitiva che la vede nettamente sopravanzare il resto delle concorrenti:
1 Williams, Serena USA 9075
2 Safina, Dinara RUS 7800
3
Kuznetsova, Svetlana RUS 6141
4 Wozniacki, Caroline DEN 5875
5
Dementieva, Elena RUS 5585
6 Williams, Venus USA 5126
7 Azarenka,
Victoria BLR 4820
8 Jankovic, Jelena SRB 3965
Si chiude a Doha quindi la stagione agonistica delle sorelle Williams che hanno fatto sapere, in modo quantomeno discutibile, di non essere interessate alla finale di Fed Cup. Il 2009 di Serena, però, non si è del tutto concluso, visto che su di lei pende la spada di Damocle dell’Itf, chiamata ad esprimersi sulla possibile esclusione dal prossimo slam, per il noto fattaccio di New York. Dopo le iniziali convocazioni di Mary Joe Fernandez, in tanti avevano pensato che Serena avesse deciso di prendere parte alla finale di Fed Cup, proprio per “ingraziarsi” l’ITF, l’organismo che organizza i 4 slam, la Davis e la Fed Cup. Chissà che, invece, dietro questo inaspettato dietrofront di Serena, non si possa celare un malcelato disappunto nei confronti di una istituzione che potrebbe estrometterla da uno dei pochi (gli unici?) tornei, gli slam, cui le sorelle Williams sono davvero interessate.
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