Esiste un caso Serena Williams? E' presto per dirlo. Per adesso abbiamo il primo indizio. Il secondo arriverà in caso di forfait a Pechino, mentre la prova sarebbe la mancata partecipazione alle WTA Finals di Singapore. A far suonare il campanello d'allarme, Patrick Mouratoglou. Ma c'è il sospetto che abbia un po' esagerato. E' vero che Serena era imbufalita dopo la sconfitta con Roberta Vinci in semifinale a New York, e probabilmente è vero che non è riuscito a parlarle né dopo il match né nella settimana successiva. Pare che si sia resa irrintracciabile per una settimana. Adesso, parlando con ESPN, “The Coach” ha ventilato l'ipotesi che Serena potrebbe anche non giocare per il resto della stagione. Ci sembra strano che usi la formula dubitativa a pochi giorni dal China Open, che peraltro è un Premier Mandatory, dunque obbligatorio. Magari è certo che non giocherà, magari sta bluffando. “Quest'anno ha vinto tre Slam, adesso dobbiamo domandarci se ha la motivazione necessaria per giocare gli ultimi tornei. Penso che non dovrebbe giocare senza la giusta motivazione”. Non è semplice capire Serena Williams: spesso dice bugie ai giornalisti, a volte grossolane. Dopo la sconfitta con la Vinci, in una brutta conferenza stampa, ha detto di non aver sentito la pressione di dover vincere lo Slam. Ovviamente non era vero, e Mouratoglou lo ha confermato. “Quando mi ha finalmente risposto al telefono, mi ha detto che la sua stagione non è stata positiva – ha detto – ma mi sta bene, perché significa che ha grandi aspettative”. Il coach si è anche assunto un po' di responsabilità per il match contro l'azzurra. In un'intervista di qualche giorno fa con la Gazzetta dello Sport, ha detto che se fosse stato consentito il coaching le avrebbe parlato, tranquillizzandola, e le avrebbe consentito di battere l'azzurra. “Perché la conosco benissimo, so come prenderla”. A ESPN ha rincarato la dose: “Non credo che la tattica fosse sbagliata, ma quel giorno non aveva la mentalità giusta. Può succedere, ma di solito trovo il modo per farla rendere anche in quei giorni. Invece non l'ho fatto”.
DEMOTIVATA SI', DEPRESSA NO
Dopo aver seminato qualche dubbio sul futuro della sua giocatrice, Mouratoglou ha poi ridimensionato la portata delle sue parole. E' convinto che abbia ancora forti motivazioni, tanto da ipotizzare un clamoroso Golden Slam nel 2016. Secondo noi sarà molto complicato ricreare una situazione come quella di quest'anno, ma tant'è. “Mi limito al 2015 e non sono convinto che debba giocare se non ha sufficiente motivazione. E' stata una sconfitta molto dura, era a due passi da una grande impresa, quindi ci vuole un po' di tempo per recuperare. Quando la motivazione tornerà, e sono sicuro che accadrà, sarà il momento di tornare a giocare”. E Serena? Secondo noi non sta vivendo alcun periodo depressivo come è stato scritto da qualche parte, prendendo spunto da un presunto “silenzio social” dell'americana. A ben vedere, dopo la sconfitta contro la Vinci, Serena ha twittato più di 30 volte tra post di sua iniziava e re-tweet vari. E pochi giorni dopo lo Us Open non sembrava così distrutta quando ha presentato la sua linea di vestiti e ha annunciato la sua presenza nel prossimo calendario Pirelli. Il nostro parere? Più che depressa, Serena potrebbe non avere troppa voglia di giocare. E sì, le motivazioni possono essere scese. Chi glielo fa fare di andare in Cina, o magari a Singapore per il Masters (ma vedrete che la WTA spingerà parecchio per farla andare…). Indiscussa numero 1, ha appena festeggiato 260 settimane in vetta al ranking: se regge ancora un paio d'anni – Mouratoglou ne è convinto – potrebbe addirittura insidiare il primato di Steffi Graf. Forse adesso vuole solo riposarsi, non pensare al tennis o agli slice di Roberta Vinci. Lasciamola stare, suvvia.