Vincendo per la sesta volta a Miami, la Williams supera la tedesca nel numero di vittorie a Crandon Park. Va sotto di un set contro la Sharapova, poi vince gli ultimi dieci giochi.
La gioia di Serena Williams: Maria Sharapova è battuta per l'undicesima volta di fila.
Di Riccardo Bisti – 31 marzo 2013
Non c’è verso. Maria Sharapova non trova il modo di battere Serena Williams. Ne ha decifrato il gioco per un set e mezzo, ma ha speso talmente tante energie da crollare nella finale del Premier Mandatoy di Miami, giocata sotto il sole di mezzogiorno. La numero 1 WTA ha legittimato la leadership e si è imposta con il punteggio di 4-6 6-3 6-0, aggiudicandosi gli ultimi dieci giochi. A parte i punti e la libidine psicologica, per Serena è un successo fondamentale perchè la colloca in una dimensione storica. Per lei è il sesto titolo a Miami (i precedenti risalivano a 2002, 2003, 2004, 2007 e 2008) e le consente di superare Steffi Graf, che sulla spiaggia di Key Biscayne si era imposta cinque volte. Serena Williams ha raggiunto picchi di rendimento eccezionali, non sempre supportati dalla continuità. Per questo il palmares ne ha risentito. Ma superare Steffi nelle vittorie di un torneo così importante vuol dire tanto. Tra 10, 20, 50 anni, quando si parlerà delle giocatrici più forti di sempre, bisognerà fare i conti con Serena. Il modo in cui ha massacrato la Sharapova nel secondo e nel terzo set è stato clamoroso. La Sharapova è partita bene, con le idee chiare. L’obiettivo era tenere Serena sulla difensiva. Se la fai correre, se le impedisci di stare in “confort-zone”, diventa almeno giocabile. Masha ha il pregio di non soffrirla psicologicamente e ha sfruttato l’occasione. Break al quinto game, break al nono game e primo set in cascina. Il primo dopo cinque anni e tredici set persi consecutivamente.
La russa ha continuato a giocare bene, tirando due splendidi vincenti nel quinto game del secondo, portandosi sul 6-4 3-2 e servizio. A quel punto sembrava fatta. E invece Serena ha preso l’ultimo tram disponibile e ha svoltato. Controbreak a zero, altro break (aiutato da due doppi falli della Sharapova) e via verso un successo meritato, messo in dubbio soltanto da Dominika Cibulkova negli ottavi. Contro una Serena abulica, la slovacca era salita 6-2 4-1 (e servizio) prima di farsi riacchiappare. I grandi campioni si vedono in questi momenti. In finale, ha alzato il livello nel momento del bisogno e ha chiuso con 35 colpi vincenti contro i 13 della Sharapova. Il dato che ha fatto la differenza, tuttavia, riguarda le palle break: Serena ne ha trasformate sette su sette, con una precisione chirurgica. “Maria mi ha spinto a dare il meglio, non vedo l’ora di affrontarla nuovamente” ha detto con gli occhi pieni di gioia. Non potrebbe essere altrimenti, visto che non ci perde da nove anni. Era la finale dei WTA Championships 2004, quando si giocava ancora allo Staples Center di Los Angeles. Da allora sono passate almeno due epoche tennistiche. Nel terzo set, Serena ha perso la miseria di 10 punti prima di saltare e danzare come una bambina.
Con questo successo, Serena è diventata la quarta giocatrice a vincere un evento per almeno sei volte. Prima di lei c’erano riuscite Martina Navratilova (lo ha fatto in 10 tornei diversi!), Steffi Graf (in 6 tornei) e Chris Evert (in 4 eventi). “E’ stato comunque un ottimo mese – ha detto la Sharapova, vincitrice a Indian Wells – è deludente perdere in questo modo, ma Serena ha giocato una grande partita. Sono sicura che quest’anno ci affronteremo ancora qualche volta”. Le resta l’amaro in bocca per un torneo che sembra stregato: quella persa contro la Williams è stata la quinta finale a Miami dopo quelle cedute nel 2005 (alla Clijsters), 2006 (alla Kuznetsova), 2011 (Azarenka) e 2012 (Radwanska).
SERENA WILLIAMS
“Non ho mai visto Maria giocare così bene. Si muoveva benissimo e tirava vincenti da tutte le parti. Nel primo set ho commesso 20 errori gratuiti e mi domandavo perchè stessi giocando così male. Adesso mi domando come ho fatto a vincere pur non essendo al top. Riguarderò questa partita per capire dove devo migliorare”.
“Spero di mantenere la mia striscia vincente sulla terra battuta. Probabilmente domani inizierò a tirare qualche colpo per iniziare a prendere confidenza con la scivolata. Il mio obiettivo? Vincere almeno una partita al Roland Garros”.
“Amo giocare sulla terra, ma credo che la mia superficie migliore sia l’erba. Tuttavia sarò felice di giocare al Roland Garros. Cercherò di giocare una partita alla volta”.
MARIA SHARAPOVA
“Oggi ho giocato meglio rispetto ad altre volte e ho avuto le mie chance. Non ci sono ragioni per non potercela fare. Non ho giocato bene a sufficienza per vincere, ma ho fatto un passo nella giusta direzione. Se continueremo ad affrontarci, non ci sono dubbi sul fatto che prima o poi la batterò".
“Se dovessi scegliere un posto dove poter battere Serena, andrei sicuramente su Wimbledon”.
“E’ brutto perdere in finale perchè ho lavorato duramente per arrivare fino a qui. Ma è comunque bello esserci. Mi sono data una bella opportunità, è quello a cui devo pensare”.
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