US OPEN – La numero uno del mondo supera a pieni voti un match pericoloso contro Madison Keys, giocando ogni punto con grandissima attenzione. Forse ha trovato il modo per domare la tensione, e la strada verso la finale, ora, pare decisamente più facile.“Partire bene e tenere duro fino alla fine”. Madison Keys sapeva bene cosa fare per battere Serena Williams. L’ha detto ai microfoni appena prima di scendere sull’Arthur Ashe Stadium per il loro match di ottavi di finale, ma contro una Williams perfetta la sua resistenza è durata troppo poco. Così, quello che sembrava un match veramente complicato, si è trasformato in una passeggiata: doppio 6-3 e quarti di finale in tasca con il minimo sforzo. Negli Stati Uniti era un match attesissimo, perché a risultato invertito sarebbe diventato storico: il tentativo di Grande Slam della Williams rovinato dalla sua più probabile erede, il passaggio di consegne, la tensione in grado di fare uno scherzo anche alla più forte. Invece no. Tutte sciocchezze, cancellate in 68 minuti di dominio targato SW. Il suo volto durante il riscaldamento era diverso dal solito. Sembrava quasi tesa nel dover affrontare una “big hitter”, come dicono da quelle parti, una delle poche giocatrici in grado di tirare più forte di lei nello scambio. Invece era semplicemente concentrata al 100%. Aveva faticato sia contro la Bertens sia contro la Mattek-Sands, ma sapeva che avrebbe perso molto difficilmente. Contro la Keys, invece, la musica sarebbe potuta cambiare: la sua connazionale ha tutto per diventare una grandissima, e di certo non si sarebbe fatta pregare per batterla. Serviva una prova perfetta al servizio, senza sbavature da fondo campo, e lei l’ha tirata fuori con una tranquillità sconosciuta negli ultimi due incontri, da campionessa che in un modo o nell’altro sa sempre come alzare il livello nel momento del bisogno. Oggi l’ha fatto riducendo sensibilmente la velocità di palla e mettendo tantissima attenzione in ogni singolo punto. Morale: in nove turni di servizio non ha mai permesso all’avversaria di arrivare a 40, e in tutto il match ha commesso appena sei errori gratuiti. Per una col suo tennis, è qualcosa di incredibile.
QUESTA VOLTA NIENTE TENSIONE
Contro una Serena così, la Keys non poteva fare molto di più. È partita forte, colpendo tanti vincenti nei primi game, ma appena ha tremato si è vista arrivare addosso una montagna: forte, potente, determinatissima a prendersi ogni singola chance. E così la Keys è finita per fare il solletico a Serena, franando fra le incertezze. Nel primo parziale le è bastata una seconda palla di troppo sul 3-4: la Williams l’ha incenerita con una risposta vincente prendendosi il 15-30, e lei ha fatto il resto consegnando il break con due doppi falli di fila. Più o meno lo stesso avvenuto nel secondo parziale. Nei primi due turni di servizio la ventenne di Rock Island ha salvato quattro palle-break, provando a tenersi in gioco con servizio, diritto e coraggio, ma il suo quarto turno di battuta del set è stato di nuovo fatale. L’ha ceduto da 40-15 e poi non è più riuscita a lottare, chiudendo con il sesto doppio fallo. Sin dall’inizio del torneo si è detto che per Serena il match odierno sarebbe stato una sorta di crocevia, e l’impressione è che sarà proprio così. Non tanto per la vittoria sulla Keys, e non solo perché la strada verso la finale sembra in discesa, quanto perché la statunitense potrebbe aver vinto la battaglia contro sé stessa e la tensione che la attanaglia da quando a Wimbledon ha alzato al cielo il Venus Rosewater Dish. Perché se è vero che la sorella Venus farà di tutto per non intralciarla, e una semifinale con Makarova, Mladenovic o Vinci non spaventa, è vero anche che la Williams dei giorni scorsi non può sottovalutare nessun impegno. Quella di oggi, invece, perderà difficilmente, e ha fatto un salto triplo verso la storia. Non c’è in palio solo il Grande Slam, ma la consacrazione come tennista più forte di tutti i tempi.
US OPEN FEMMINILE – Ottavi di finale
Serena Williams (USA) b. Madison Keys (USA) 6-3 6-3
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