Protette dal tetto del campo centrale, la minore delle Williams estromette la campionessa uscente Kvitova e la n.1 tedesca supera in una dura maratona la connazionale Lisicki …

da Wimbledon, Roberta Lamagni – foto Getty Images

Cinque titoli di Wimbledon in campo per il quarto di finale più nobile, quello tra Serena Williams e Petra Kvitova: quattro volte vincitrice ai Championships l’una (2002, 2003, 2009, 2010), campionessa uscente l’altra. Alla fine l’ha scampata la più esperta, quella con più fili d’erba sotto le suole. La minore delle Williams si è imposta per 6-3 7-5 in 1 ora e venti minuti, controllando – a modo suo – la partita e concedendo una sola, pericolosa palla break sul 4-5 del secondo. Un 15 di peso, che poteva valere il secondo parziale, ma che la Williams si è affrettata ad annullare con un servizio vincente. Complice quel dannato sgocciolare del cielo che da giorni tormenta Londra, la panterona americana è così la prima semifinalista a Church road. Nell’umida atmosfera del centrale, protetti dal tapparellone traslucido che tutto può, Serena ha conquistato match e semifinale senza troppi indugi. I numeri parlano di un sostanziale equilibrio tra vincenti ed errori non forzati, salvo un’evidente supremazia al servizio: 13 ace a 3 per l’americana, con il più veloce che ha superato i 192 km/h. Tra i commenti a caldo, uno degno di nota e di poche pretese: “Voglio solo giocare altri due match di singolare e finire come oggi”. La battuta migliore, in ogni caso, è sempre sua.

S. Williams b. Kvitova 6-3 7-5

 

Subito a seguire, sullo stesso palcoscenico, il derby tra le teutoniche Lisicki e Kerber. Difficile individuare due giocatrici più simili. Stessa chioma – lunghe trecce bionde -, stessa stazza – braccia potenti e polpacci a tronco -, stesso stile di gioco – “pacche” a destra e sinistra con poche variazioni -, addirittura stesse origini – polacche. Se si esclude il fatto che Angelique è mancina – non un punto a favore in verità – sono davvero scarsi gli elementi per distinguerle. Per pura casualità, un curioso equilibrio ha anche dominato l’intero incontro, nonostante classifica e precedenti indicassero fortemente la Kerber: n.8 vs n.15 Wta, con un 4 a 0 inappellabile nei testa a testa. Primo parziale dominato dalla favorita per 6-3 in poco più di mezz’ora, dopo un inizio travolgente. Poi un avvio di secondo sulla stessa stregua, prima che l’avversaria prendesse coscienza delle proprie potenzialità e iniziasse a dirigere i giochi: 34 vincenti e 17 errori non forzati in un solo set annullerebbero qualunque oppositore. Con 9 punti a 7 nel tiebreak e dopo 66 minuti di gioco, Lisicki pareggia i conti. E in miniatura la storia si ripete nel set decisivo. Avanti subito la Kerber di un break, prima di essere ripresa, risorpassata e di nuovo riagganciare un incontro ormai dato per spacciato (3-5). Con un 7-5 finale, la rivelazione dell’anno Angelique Kerber conquista la sua prima semifinale a Wimbledon – seconda Slam dopo lo Us Open 2011 – e il settimo posto in classifica, migliorabile al quarto qualora arrivasse il Rosewater dish.

Kerber b. Lisicki 6-3 6-7 7-5