US OPEN – Sulle scarpe, Serena Williams ha tanti cuoricini quante le vittorie allo Us Open. Per aumentali, dovrà battere la Azarenka dopo aver dominato una Li a scoppio ritardato.
Serena Williams ha battuto Na Li per la nona volta su dieci
Di Gianluca Roveda – 7 settembre 2013
Na Li si è svegliata troppo tardi. Si può riassumere così la seconda semifinale dello Us Open femminile, vinta piuttosto agevolmente da Serena Williams. E’ finita 6-0 6-3 e non ci sono discussioni, anche se resta un minuscolo dubbio, come un granello di sabbia sulla tastiera: come sarebbe andata se la Li avesse giocato tutto il match come gli ultimi due game? O se fosse scesa a rete più volte? Su 19 attacchi, ha portato a casa 13 punti. Mica male, in una sconfitta tutto sommato devastante. In realtà, l’inizio è stato agghiacciante. Serena è partita fortissimo, con lo sguardo della tigre che non ha nessuna voglia di restare in campo. Anche perchè dopo avrebbe giocato la semifinale del doppio (persa, a sorpresa, contro le ceche Hlavackova-Hradecka). La cinese è stata letteralmente travolta, non capiva dove si trovava. L’unico modo per descrivere il primo set è enumerare le statistiche: vincendo i primi sette game della partita, Serena si è aggiudicata 24 giochi di fila. Incredibile. C’è una curiosità: da quando è stato costruito, nel 1997, l’Arthur Ashe Stadium ha ospitato quarantuno 6-0. Tredici sono arrivati in questa edizione. E Serena ha dato una grossa mano alla causa. Per questo, quando Na Li ha tenuto il turno di servizio nel secondo game del secondo set, è stato un sollievo. Un po’ a sorpresa, la cinese ha preso un break di vantaggio (per gentile concessione della Williams). Chissà se in quel momento si è ricordata che aveva ottenuto l'unica vittoria su Serena proprio dopo aver incassato un “bagel” nel primo set.
Serena si è ripresa subito, e con quattro game consecutivi (ma più combattuti) si è portata a un passo dalla vittoria. A quel punto il match ha vissuto il suo miglior momento: sul 2-5, Na Li ha sciolto il braccio e ha cancellato sei matchpoint prima di aggiudicarsi un game durato 13 minuti e 49 secondi. Ma era troppo tardi per sperare in una rimonta: un servizio vincente di Serena le regalava la settima finale allo Us Open. Domenica (h. 22.30, diretta Eurosport), Serena andrà a caccia del quinto titolo a New York, in modo da obbligare gli stilisti Nike a ridisegnare le sue scarpe: in questi giorni sta giocando con quattro cuoricini stilizzati con i numeri '99, '02, '08 e '12, anni dei suoi quattro successi a Flushing Meadows. “Alla fine ero un po’ nervosa, ma per fortuna sono riuscita a chiudere” ha detto Serena. Ancora curiosità: la finale contro la Azarenka sarà la seconda di fila tra le stesse giocatrici, come non accadeva dal biennio 2001-2002 (e le protagoniste erano le sorelle Williams). Incredibile ma vero, erano 10 anni che le prime due teste di serie non giungevano all'atto finale. Nel 2003 fu il turno di Kim Clijsters e Justine Henin. “Ci conosciamo bene, soprattutto i rispettivi punti di forza – ha detto la Azarenka – molto dipenderà dai turning-point della partita. Tutto sarà deciso da alcune combinazioni”. In caso di successo, Serena intascherà il 17esimo Slam, portandosi ad un passo dalla coppia Evert-Navratilova. Ed eguagliando un certo Roger Federer.
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