Nonostante una modesta percentuale di trasformazione delle palle-break (ma ha sfruttato l’unica avuta nel terzo set), Serena Williams tiene a bada un’ottima Simona Halep e la supera in tre set. L’americana corre per un doppio obiettivo: diventare la più titolata dell’Era Open e conservare la leadership WTA: il record di settimane consecutive in vetta è ad un passo.

Nemmeno il primo break incassato da Serena Williams, in cinque partite, è servito a bloccare il percorso della numero 1 WTA. La matematica non può sbagliarsi: soltanto vincendo il torneo (sarebbe il 23esimo Slam), Serena avrebbe la certezza matematica di restare al numero 1. Nella sessione serale di mercoledì si è imposta su Simona Halep in un match bello e spettacolare, pieno di scambi al fulmicotone, chiuso col punteggio di 6-2 4-6 6-3. “Sapevo che avrei potuto giocare molto meglio, e in effetti nel secondo set ho un po’ perso il ritmo – ha detto Serena – inoltre Simona ha giocato molto bene, cercando i colpi giusti e mostrando il tennis di cui aveva bisogno. Sapevo che, per vincere, avrei dovuto alzare il livello nel terzo”. Lo ha fatto e si è guadagnata un posto in semifinale contro Karolina Pliskova, pure lei esordiente a questo livello in uno Slam, proprio come Roberta Vinci l’anno scorso. La suggestione è forte: anche per questo, nella notte tra giovedì e venerdì Serena scenderà in campo particolarmente concentrata. Dovrà essere più concreta sulle palle break, tenendo conto che nel secondo set ne ha sciupate ben dodici (nel complesso ne trasformerà 4 su 20, un po’ poche). Un doppio fallo sulla palla break per la rumena la condannava a giocare il terzo set, prima volta nel suo torneo. “Non ero affatto contenta, ma ho provato a non demoralizzarmi. Ho cercato di rimanere positiva, sapevo che sarebbe stata l’unica via possibile per vincere la partita”. Ha fatto quello di cui aveva bisogno, trasformando l’unica chance, nel quarto game, e resisteva fino alla fine.

“L’IMPORTANTE E’ AVERLE, LE CHANCE”
A parte le (grandi) incertezze del secondo set, i numeri sono tutti per lei: 18 ace e una netta superiorità nei colpi vincenti (50 contro 20) sono cifre che rendono l’idea della sua superiorità. Numeri ancora più significativi se ricordiamo che si è presentata allo Us Open con mille dubbi, tra disastri olimpici e un problema fisico alla spalla destra. Contro la Pliskova ha vinto l’unico precedente (un paio d’anni fa a Stanford), ma va la ceca spaventa con il servizio: è nettamente la giocatrice ad aver tirato più ace nel 2016, peraltro con un netto vantaggio sulla seconda piazzata (proprio Serena). Il servizio potrebbe consentire a Karolina di giocare alla pari e – chissà – alimentare la frustrazione di Serena se non dovesse scrollarsela di dosso. Contro la Halep ha avuto bisogno di un buon terzo set e di una prestazione super-attenta. “Ho sciupato tante palle break, ma l’importante è restare positivi ed essere contenti di aver una chance, mentre alla mia avversaria non ho concesso quasi nulla” ha detto una Serena Williams che ha spesso utilizzato la palla corta. Un’arma in più che potrebbe tornarne utile nella semifinale di stanotte. “Non ci sono problemi a scendere di nuovo in campo, senza pause. E’ strano quando hai un giorno di riposo, mentre nel resto dell’anno siamo abituate a giocare tutti i giorni – ha concluso Serena, che ha anche tranquillizzato sulle sue condizioni fisiche – non sono al 100%, ma sono anche consapevole che non si tratta di nulla di cui preoccuparsi”. Il record di Slam (almeno nell’Era Open) è sempre più vicino, insieme alla soddisfazione accessoria di restare numero 1 del mondo. Dovesse farcela, batterebbe il record di Steffi Graf di settimane consecutive in vetta.

US OPEN 2016 – Quarti di Finale Donne
Serena Williams ((USA) b. Simona Halep (ROM) 6-2 4-6 6-3