da Londra Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Il boato che accoglie il controbreak della speranza, quello che consente a Na Li, sotto 5-7 2-5, di allungare per una manciata di minuti il suo comunque splendido Wimbledon, la dice lunga sull’ammirazione provata dal competentissimo pubblico del Centre Court nei confronti dello scricciolo cinese capace quest’oggi di tenere botta per un set e mezzo alle mazzate della sua avversaria. Anche nel match odierno Serena Williams ha messo in mostra un fondamentale al servizio di straordinaria efficacia che su questa superficie diventa determinante.
Per l’undicesima volta nel 2010, Serena archivia un match con almeno 10 ace in cascina. Solo 11 quest’oggi, che portano il totale a 73 nel torneo. Il “season best” è quello fatto registrare ieri con la Sharapova e tre giorni fa con la Cibulkova, entrambe vittime di 19 “assi”.
I soli 5 punti ceduti sulla prima di servizio fotografano perfettamente come nei turni di battuta della più piccola delle Williams non ci sia stata storia. Tranne ovviamente in quel penultimo game del match dove la Li, sospinta dal pubblico, tira fuori dal cilindro un paio di punti straordinari che rinviano l’epilogo dell’incontro al game successivo.
L’unico vero rammarico per Na Li rimane l’undicesimo gioco del primo set quando, sul 5-5, non tiene un turno di battuta in cui era avanti 40-0. Tre errori di dritto e due doppi falli di fila regalano a Serena il break e, di conseguenza, il primo set. Emergono così le prime crepe nella perfetta strategia messa in atto fino a quel momento dalla cinese che resisterà fino al 2-2 del primo set. Poi i due break di fila per l’americana, regalano a Serena la settima semifinale ai Championships, lei che a Wimbledon si è imposta nel 2002, 2003 e 2009.
La Williams è l’unica semifinalista ad aver mai vinto uno slam, tra le 4 rimaste. Difficilmente questa statistica verrà sconfessata nel corso della settimana.
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