AUSTRALIAN OPEN – Battendo Cilic, l’azzurro compie un altro passettino nel ranking italiano “all-time”. Tanti primati stanno cadendo come birilli. Adesso c'è Chardy.
Andreas Seppi saluta il pubblico dello Show Court 2
 
Di Riccardo Bisti – 20 gennaio 2013

 
Gli ottavi di finale raggiunti da Andreas Seppi in Australia hanno una portata storica. Il traguardo simbolico dei top-20 è raggiunto: manca soltanto l’ufficialità. Non ci sono dubbi sul fatto che Andreas sia il migliore italiano degli ultimi 15 anni, ma ormai sta crollando il castello (di carta) che lo separa dal titolo di “Numero 1 dell’epoca Post-Panatta”. Noi ci abbiamo addirittura fatto lo strillo di copertina sull’ultimo numero di TennisBest Magazine. Siamo convinti che lo sia già, ma Andreas sta abbattendo i birilli come un bulldozer, come se avesse fretta di prendersi il titolo. Salvo miracoli (Nishikori che batte Ferrer e Anderson e Chardy in semifinale), ha superato il best ranking di Francesco Cancellotti (n. 21) ed è lì a fare spallate con il trio Gaudenzi-Camporese-Furlan. Rispetto a questi tre, tuttavia, Andreas ha una maggiore continuità. Li supera come numero di stagioni chiuse tra i primi 50 ATP, e il suo record può soltanto migliorare. Fino a qualche tempo fa, gli mancavano gli exploit nei tornei del Grande Slam. Vantava solo un paio di terzi turni a Wimbledon e uno allo Us Open. Un po’ poco, in effetti. Ma da quando ha messo il turbo, Seppi si è costruito un ruolo importante nel Grand Slam Ranking all’italiana. Soltanto Gianluca Pozzi e Francesco Cancellotti vantano due piazzamenti negli ottavi di finale. Ma Seppi può fare ancora meglio: per questo assume un’importanza capitale il match contro Jeremy Chardy, avversario a sorpresa nella notte tra domenica e lunedì. Dovesse farcela, artiglierebbe un quarto di finale che dal 1980 ad oggi hanno ottenuto soltanto Cristiano Caratti, Renzo Furlan, Davide Sanguinetti e Fabio Fognini. Ed ha superato Furlan e Sanguinetti come numero di partite vinte negli Slam, portandosi a due sole lunghezze da Gianluca Pozzi (25 contro 23).
 
Un eventuale quarto di Seppi, tuttavia, avrebbe un valore ben più ampio. Nelle loro cavalcate, gli altri giocatori non hanno battuto un solo top 30. All’Australian Open 1991, Cristiano Caratti non affrontò un solo giocatore compreso tra i primi 100. Aveva un ranking a tre cifre persino quel Patrick McEnroe che lo battè in cinque set. Al Roland Garros 1995, Renzo Furlan non battè neanche un giocatore meglio piazzato di lui. Hanno fatto qualcosa del genere Davide Sanguinetti e Fabio Fognini: lo spezzino superò Francisco Clavet (n. 36 ATP durante Wimbledon 1998), ma lo spagnolo non era certo uno specialista dei prati. Al Roland Garros 2011, Fognini superò due ottimi giocatori come Garcia Lopez (n. 33) e Montanes (n. 38). Belle vittorie, ma non certo exploit da leggenda. Battendo Cilic, Seppi ha battuto un top 15 nonché ex semifinalista in questo torneo. Insomma, un giocatore forte e motivato. E’ piaciuto il modo in cui Andreas è venuto fuori da questa partita. Nel primo set ha sciupato tante occasioni (era anche andato a servire sul 5-4) prima di perderlo al tie-break. Ha vinto il secondo, ha ceduto il terzo ma poi ha mostrato di essere più in palla dell’avversario in una giornata ventosa, in cui era difficile spingere e giocare bene. Seppi ha meritato di vincere perché stava meglio fisicamente e tecnicamente. Contro un avversario di quattro anni più giovane, è una grande impresa.
 
Adesso c’è la grande chance. Negli ottavi affronterà Jeremy Chardy, classe 1987, numero 36 ATP. Il francese ha superato a sorpresa Juan Martin Del Potro, generando il risultato più clamoroso del torneo. Chardy si è imposto con il punteggio di 6-3 6-3 6-7 3-6 6-3 e ha meritato di vincere. Non è che Del Potro abbia giocato male: è stato Chardy a prendersi il successo. “Ha meritato di vincere – ha ammesso Del Potro – mi ha tolto il servizio nel quinto set e ha saputo giocare con tranquillità nel momento importante”. Chardy è una ex promessa del tennis francese. Non era un fenomeno annunciato come Richard Gasquet, ma ha pur sempre vinto Wimbledon Junior. Il suo problema è la discontinuità: gioca benissimo, e lo può fare su tutte le superfici. Però ha un carattere difficile e spesso cade in pause agonistiche inquietanti. Ha avuto problemi con l’ex coach Frederic Fontang (addirittura sul piano legale!) e adesso ha trovato rifugio presso l’Accademia di Patrick Mouratoglu. Il coach francese era in tribuna, ma una figura molto importante è Martina Hingis. Per sua stessa ammissione, la sua crescita nel 2012 è dovuta ai consigli della ex numero 1. Jeremy Chardy: un nome che per 36 ore risuonerà minaccioso nella testa degli appassionati italiani. L’uomo che cercherà di spegnere i sogni di Andreas Seppi. Ma l’azzurro non ha paura. Non ha mai avuto paura.