Per Andreas Seppi è la sesta vittoria in carriera contro un top 10
(Foto Costantini – FIT)
Dall'inviato a Roma, Riccardo Bisti – 17 maggio 2012
Stefan Peer segue il tennis per “Dolomiten”, principale quotidiano altoatesino in lingua tedesca. Persona deliziosa e preparatissima, è quasi un biografo per Andreas Seppi. Dopo la grande impresa sul Campo Pietrangeli, dove “Andy” ha schiantato alla distanza John Isner, era sinceramente emozionato. “La metto tra le migliori 5 della sua carriera. La più bella rimane quella con Nadal a Rotterdam, poi il successo in Davis con Ferrero. Lui la mette al terzo posto, ma non sottovaluterei il successo su Hewitt a Sydney, quando il canguro era numero 4. Comunque sia è bellissima, se non va nel podio poco ci manca”. Quello di Seppi è stato un pomeriggio speciale, profumato di gloria davanti a 4.000 spettatori indemoniati. Lo hanno spinto fino al 2-6 7-6 7-5 finale, quando anche un algido come lui si è lasciato andare a una bella esultanza. Non lo vedremo mai rotolarsi per terra, ma chi lo conosce bene capisce quando si emoziona. E lui conferma. “E’ stato emozionante giocare su un campo strapieno, c’era seguito pazzesco. Guardavo il pubblico e mi divertivo, stavo proprio bene in campo”. La vittoria su Isner lo porta per la prima volta al terzo turno degli Internazionali, ma è un diamante che fa brillare ancor di più una carriera che a 28 anni ha raggiunto l’apice. Andreas non è mai andato oltre la 27esima posizione, ma è già sicuro di salire al numero 28. Dovesse battere Wawrinka in un complicato terzo turno, salirebbe al numero 24 e abbatterebbe il best ranking. Sarebbe una bella storia, perché lo raggiungerebbe sette anni esatti dopo l’ingresso tra i top 100. Era il 2005, e un giovanissimo Seppi raggiunse i quarti al Masters 1000 di Amburgo battendo Canas (prima vittoria su un top 10) prima di perdere con Gasquet. Era il 16 maggio. Da allora non è mai uscito dai top 100, ad eccezione di qualche settimana nel 2007 (anno in cui gli venne negata una wild card agli Internazionali proprio quando ne aveva più bisogno).
In Alto Adige sanno bene cosa significa scalare le montagne. Le hanno lì, a portata di mano. Ci vuole coraggio e pazienza. Seppi ha usato la stessa pazienza per scalare Isner, una montagna alta 208 centimetri e dotata di un servizio terrificante. Chicchi di grandine piovevano sulla testa dell’altoatesino, soprattutto in un primo set perso malamente. “Sapevo che era dura. All’inizio ho commesso l’errore di giocare per non perdere. Poi nel secondo ho deciso di spingere un po’ di più e nel terzo ho vinto senza problemi i miei turni di servizio”. Il guaio era togliere il servizio a Isner. L’americano tirava ace a grappoli, soprattutto nei momenti importanti. Nel secondo set ha cancellato un setpoint sul 4-5, e si pensava a un successo al tie-break. Ma Seppi, impegnato nella scalata, aveva trovato il sentiero per arrivare lassù in cima. Un dritto steccato da Isner sul 3-3 ha sigillato l’unico mini-break ed ha portato il match al terzo. Seppi giocava sempre meglio, Isner sempre peggio. Restava a galla col servizio, cancellava tre palle break sul 2-2 ma si stava lentamente sgretolando. Sul 5-5, Seppi è andato 0-40. Le prime due palle break sono volate via, ma la terza (la dodicesima in tutto) è stata quella buona. Un dritto steccato, proprio come nel tie-break. Chi crede nel destino, ha capito in quel momento che “Andy” non avrebbe fatto scherzi. E infatti ha tenuto agevolmente l’ultimo turno di battuta. E' volato al terzo turno, dove se la vedrà con Stanislas Wawrinka (vincitore 6-3 6-1 su Tipsarevic). I precedenti dicono 5-3 per lo svizzero: Seppi ha vinto i primi tre (un challenger nel 2003 e due nel 2006), poi ha sempre perso. “E’ un giocatore aggressivo, ha un tennis pesante e ha un ottimo rovescio. Non sono favorito, ma posso fare bene”.
“E’ la quarta-quinta vittoria contro un top 10” ha detto Seppi. In verità è la sesta. Peer ci viene in soccorso: Canas ad Amburgo 2005, Hewitt a Sydney 2006, Ancic a Marsiglia 2007 (anche se il croato si ritirò dopo pochi punti), Nadal a Rotterdam 2008 e Gasquet ad Amburgo 2008. Erano quattro anni (e 30 scontri diretti) che non azzeccava un risultato simile. “Sto bene, mi sento meglio in campo. Sono più tranquillo di testa e più sciolto fisicamente”. Il Campo intitolato a Nicola Pietrangeli profuma di storia, è facile assimilarlo a una fossa per Gladiatori. Seppi non urla, non sbraita, non si lamenta…ma se pensate che non abbia grinta, beh, sbagliate di grosso. Sono pochissimi gli italiani ad aver passato così tanto tempo tra i primi 100. Andreas è più forte delle sbavature, più costante dei momenti di crisi. Adesso che ha trovato il suo miglior tennis può dare ragione a Novak Djokovic, che gli ha pronosticato una sortita tra i primi 20. L’Italia non ne ha uno dall’aprile del 1996 (l’ultimo fu Renzo Furlan). Quando tornerà a Caldaro e deciderà di non rifare la valigia per l’ennesimo viaggio, Andreas non avrà alcun rimpianto. Avrà scalato tutte le montagne possibili.
Seppi scala il Monte Isner
ROMA. Andreas supera il gigante Isner e torna a battere un top 10 dopo quattro anni. Se batte Wawrinka raggiungerà il best ranking 7 anni esatti dopo essere entrato tra i top 100.