Dopo un primo set da dimenticare, Andreas se la gioca alla pari con il numero uno del mondo Novak Djokovic, lo mette in difficoltà e può addirittura recriminare per due set-point nel tie-break del terzo. Ma con un Djokovic così ci si può anche accontentare.Non è arrivata l’impresa, ma l’Australian Open di Andreas Seppi si chiude comunque col segno più. Il cammino dell’altoatesino sui campi blu di Melbourne è terminato contro il numero uno del mondo Novak Djokovic, che l’ha sconfitto 6-1 7-5 7-6 qualificandosi agli ottavi senza cedere un set, ma Andreas il suo l’ha fatto, come sempre o quasi. E anche se il tennis è uno sport crudele, che non regala nulla, lasciatecelo dire: almeno un set l’avrebbe meritato. Ha lottato alla pari con Djokovic pur giocando a specchio, il che significa che – primo set a parte – ha tenuto per due ore il ritmo del più forte, e con un pizzico di killer instinct in più, probabilmente, si sarebbe anche guadagnato il quarto set. Non è la sua qualità migliore, e gli è costata cara anche stavolta, ma se il rendimento di Djokovic è questo ci si può anche accontentare. Batterlo è cosa per pochi, probabilmente per nessuno da qui a all’indomani del primo Major dell’anno, già finito nella sua bacheca per cinque volte, e prontissimo per farlo anche la sesta. Tuttavia, un po’ di amarezza resta comunque, per almeno due di quelle tre palle-break incontrate nell’arco del match (una sul 3-2 al secondo, le altre due sul 2-1 al terzo) e soprattutto per i due set-point nel tie-break del terzo, forse il momento in cui Andreas stava giocando il suo miglior tennis, mentre Djokovic qualcosina ha regalato. Seppi è finito sotto 4-2, ma con quattro punti di fila è volato sul 6-4. E se sulla prima palla set è stato bravo Djokovic a farlo correre e prendersi il punto, la seconda l’ha buttata via lui, con un rovescio a metà rete figlio della tensione. Due punti più in là è arrivata la stretta di mano.

ITALIA SENZA GIOCATORI ALLA SECONDA SETTIMANA
Il bicchiere resta mezzo pieno per due set di alto livello, specialmente dopo un primo parziale che non lasciava presagire nulla di buono, con appena 14 punti (meno della metà dei 29 di Djokovic) e lo 0% di realizzazione con la seconda di servizio. La ‘partenza Seppi’ è ormai cosa nota, ma se spesso gli costa appena un break da recuperare, contro gente come Djokovic (o Federer a Bercy) metterci 15/20 minuti per ingranare può significare finire già sotto di un set. E non sempre si riesce a trovare la forza, più mentale che fisica, per reagire, specialmente se di là c’è ‘Nole’. Il miglior Federer qualcosa regalava, il miglior Nadal stendeva tutti ma doveva comunque soffrire, il miglior Djokovic, invece, sembra non fare fatica. E a volte dà pure l’impressione di non giocare al 100% delle sue possibilità. Addirittura, nel game d’apertura del secondo set, visto che l’avversario non lo impegnava particolarmente, il campione serbo ha trovato il tempo di scherzare col giudice di sedia Fergus Murphy, chiedendogli se non gli desse un warning per aver colpito una raccattapalle con una risposta. Niente scherzi, invece, quando sul 5-4 del tie-break per Seppi uno spettatore gli ha urlato “finiscilo Nole”, consapevole del fatto che di solito dipenda tutto da lui. Oggi, almeno in quel frangente non è stato così, ed è forse l’unico rimpianto che Andreas si porta negli spogliatoi. Con la sua eliminazione finisce anche il torneo dell’Italia: su otto rappresentanti, cinque sono caduti al primo turno, uno al secondo e due al terzo. A Seppi non si poteva chiedere di più, ma a quasi tutti gli altri sì. Risultato: nessun azzurro alla seconda settimana. È la seconda volta che succede negli ultimi tre Slam, e non è affatto una bella notizia.
 
AUSTRALIAN OPEN – Terzo turno
Novak Djokovic (SRB) b. Andreas Seppi (ITA) 6-1 7-5 7-6