Inizia a Dubai la caccia di Seppi alla 17esima posizione ATP, che manca all'Italia dal 21 maggio 1979. Ha superato Mathieu, ma saranno fondamentali Indian Wells e Miami. 
Andreas Seppi sfiderà Lukas Rosol negli ottavi di Dubai
 
Di Riccardo Bisti – 25 febbraio 2013

 
Qualche anno fa, Kei Nishikori aveva lanciato il “Project 45”, il cui obiettivo era migliorare la 46esima posizione conquistata da Shuzo Matsuoka, miglior tennista giapponese dell’Era Open. Il buon Kei ha letteralmente demolito l’obiettivo, entrando in carrozza tra i primi 20 e mostrando un potenziale da top 10. E la scorsa settimana si è aggiudicato l’ATP 500 di Memphis, risultati impensabili per il vecchio Shuzo (di cui si ricorda soprattutto un quarto a Wimbledon). E allora è giunto il momento di lanciare ufficialmente il “Project 17” per Andreas Seppi. A 29 anni compiuti giovedì scorso, l’altoatesino punta a diventare il miglior italiano degli ultimi 34 anni. L'ultima volta che un italiano era stato così avanti nel ranking ATP risaliva al 21 maggio 1979, quando Corrado Barazzutti (n. 17) precedeva Adriano Panatta (n. 18). Tanti indicatori gli danno già ragione, ma c’è da superare lo scoglio di questa benedetta (o maledetta?) 18esima posizione, raggiunta da Omar Camporese e Andrea Gaudenzi negli anni 90. Andreas l’ha acciuffata un mese fa, dopo l’Australian Open, ma gli assestamenti del ranking lo hanno fatto scendere in 20esima posizione. E i risultati di Nishikori e Wawrinka (rispettivamente vincitore e finalista nei tornei della scorsa settimana) lo hanno un po’ allontanato dall’obiettivo. Nel ranking fornito questa mattina dall’ATP, Andreas è sceso in 20esima posizione e si trova a 370 punti dalla 17esima, occupata – pensate un po’ – proprio da Nishikori. 370 punti non sono pochi, anche perché da maggio a luglio scadranno tante cambiali. E allora Andreas deve incamerare punti preziosi se vuole realizzare il “project”. E – visto che sognare non costa nulla – avvicinarsi alla 12esima posizione di Paolo Bertolucci, vecchia di 40 anni ma che ancora oggi sembra un miraggio.
 
Andreas ha scelto il cemento di Dubai per riprendere la caccia. Nel primo match del torneo, ha ottenuto una vittoria tutt’altro che banale contro Paul Henri Mathieu. Oggi la classifica è dalla parte di Seppi, ma il francese (che è stato, guardacaso, numero 12 ATP proprio come Bertolucci) è avversario ostico e ci aveva perso quattro volte su quattro, compresa la drammatica finale di Gstaad 2007, persa al fotofinish. Invece Andreas si è imposto con un convincente 6-3 7-5, risultando particolarmente incisivo in risposta. Nel primo set ha strappato per tre volte il servizio a Mathieu, mentre nel secondo è stato per due volte sotto di un break, ma ha sempre rimontato. Sul 5-4 ha avuto tre matchpoint consecutivi, sciupandoli tutti e alimentando qualche fantasma. Ma il braccio non ha tremato e Seppi ha chiuso al dodicesimo game. Al secondo turno se la vedrà con Lukas Rosol (n. 61 ATP). Con il ceco condivide il fatto di aver vinto il challenger di Bergamo (Andreas si è imposto nel 2008 e nel 2011, Lukas nel 2009), ma non si sono mai affrontati in un torneo ATP. L’unico precedente risale all’anno scorso, quando Rosol si impose in Coppa Davis in un match a risultato acquisito. Rosol ha superato l’ammirevole Matteo Viola con il punteggio di 6-3 7-5. Il veneto ha avuto qualche chance nel primo set, in cui avrebbe potuto prendere un break di vantaggio, ma i picchi di rendimento di Rosol sono (ancora) troppo elevati per lui. Nel secondo set una rimonta da 2-5 a 5-5 non era sufficiente e Viola doveva arrendersi.
 
Dando un’occhiata al Ranking Breakdown di Seppi, ci accorgiamo che difficilmente Dubai potra cambiare le cose. Potrebbe farlo solo in caso di un piazzamento in semifinale o (soprattutto) in finale. Il problema è che nei quarti sembra chiuso da Novak Djokovic, al rientro dopo la campagna australiana e la Coppa Davis. In caso di sconfitta contro Rosol, la presenza negli Emirati non lascerebbe traccia nel Best 18 di Andreas (l’ultimo punteggio di cui si tiene conto sono i 55 punti del challenger di Ortisei, mentre il secondo a Dubai ne conferisce 45). In caso di sconfitta nei quarti, migliorerebbe di 35 punti. Un po’ pochi se ne devono essere recuperati 370. La grande chance di Andreas arriverà nella primavera americana, a Indian Wells e Miami. Non ha punti da difendere, e nei Masters 1000 c’è molta trippa per gatti. Dovesse azzeccare un buon risultato (un quarto e un ottavo, per esempio), potrebbe riuscire nell’impresa. Andreas non ha mai brillato sul cemento americano, non ci si trova bene, ma l’occasione è troppo ghiotta per non provarci. Anche perché dopo sarà dura migliorare.