Giocando il match di cui aveva bisogno, l'altoatesino ha portato a casa un buon successo contro Henri Laaksonen, ben più pericoloso di quanto dica il ranking. Andreas ha alzato il livello nei momenti importanti e spedisce l'Italia a un passo dai quarti. 

PESARO – “Il livello va alzato”. Andreas Seppi ha parlato così, a caldo, dopo la vittoria contro contro Henri Laaksonen. Eppure, al di là delle classifiche, il match contro il numero 2 svizzero nascondeva più di un'insidia. E' andata proprio così e forse Laaksonen avrà qualche rimpianto, soprattutto per lo sviluppo dei primi due set. La partita si è chiusa a pochi secondi dallo scoccare delle tre ore, col punteggio di 7-5 7-6 3-6 6-3. Andreas l'ha vinta con la capacità di giocare i punti importanti, qualcosa che si costruisce con l'esperienza. E lui, in dodici anni di professionismo, ne ha vissute parecchie. Si temeva che Laaksonen potesse metterlo in difficoltà, giacché il suo bilancio in Davis è decisamente positivo. Fino ad oggi, la sua unica sconfitta era arrivata contro Tomas Berdych, peraltro in quattro set. Ma nei momenti importanti è stato più bravo Seppi e la differenza, a ben vedere, è stata tutta lì. Sul piano tecnico lo svizzero è stato assolutamente all'altezza. In particolare, è dotato di un rovescio bimane molto preciso. A volte esagera nel cercare il dritto e commette qualche errore di troppo. La storia del match dice che Henri ha sciupato tre palle break nel primo set e si è fatto scippare il servizio sul 5-6, alla prima occasione concessa a Seppi. Ancora più clamoroso l'andamento del secondo set: Laaksonen ha vinto i primi otto punti e ha resistito fino al 4-2. Si è fatto riprendere, si è arrampicato a fatica fino al tie-break ma poi l'ha giocato malissimo. Va detto che Seppi ha gestito la situazione nel migliore dei modi: sapeva di non essere al 100% e si è tenuto le fiammate per i momenti importanti. Ha perso il terzo set perché era nell'ordine delle cose. Tre set a zero sarebbe stato un punteggio troppo severo per Laaksonen.


L'IMPORTANZA DEL FATTORE CAMPO

E così, quando l'Adriatic Arena si svuotava game dopo game, si è trovato a giocare un delicato quarto set. La faccenda avrebbe potuto complicarsi nel quinto game, quando Laaksonen si è trovato 0-30 sul servizio di Andreas. Quattro punti consecutivi gli hanno permesso di tenere il vantaggio e un paio di game dopo arrivava il break ammazza-partita, peraltro in grande stile, con un rovescio lungolinea a spazzolare la riga. L'ultimo servizio vincente ha regalato all'Italia un 2-0 che ci mette al riparo da sorprese. Oltre a non avere i mostri sacri Federer-Wawrinka, la Svizzera non ha specialisti del doppio. Considerando la modestia di Bossel e l'inesperienza di Bellier, l'unica coppia presentabile sembra essere Chiudinelli-Laaksonen. Ma il primo, giocoforza, non potrà essere al massimo dopo lo sforzo atroce del singolare contro Lorenzi. La nostra coppia (molto probabilmente Seppi-Bolelli) non dovrebbe avere grossi problemi. E allora sarà già tempo di pensare a un quarto di finale da giocare contro l'Argentina, che in Polonia sta approfittando delle assenze e delle pessime condizioni dei padroni di casa. Nell'osservare le quasi otto ore di tennis dell'Adriatic Arena è sorta spontanea una riflessione: in Coppa Davis il fattore campo è fondamentale. E' evidente che a casa loro, su un campo molto veloce, Chiudinelli e Laaksonen avrebbero potuto metterci ancora di più in difficoltà, per quanto il secondo dica di giocare meglio sulla terra battuta. Non è un caso che il Belgio, con una squadra che non vale troppo, lo scorso anno abbia sfruttato a dovere l'opportunità di giocare in casa e ha centrato una clamorosa finale. E noi, che siamo più forti, potremmo anche vivere una situazione analoga…

 

COPPA DAVIS – WORLD GROUP 2016

ITALIA – SVIZZERA 2-0

Paolo Lorenzi (ITA) b. Marco Chiudinelli (SUI) 7-6(14) 6-3 4-6 5-7 7-5

Andreas Seppi (ITA) b. Henri Laaksonen (SUI) 7-5 7-6(4) 3-6 6-3