ROMA. Federer lascia tre giochi a Seppi, un po’ scarico dopo le battaglie dei giorni scorsi. Poi il suo tennis non dà troppo fastidio allo svizzero. Semifinale-spettacolo contro Djokovic.
Federer è stato implacabile al servizio
(La foto in home page è di Costantini – FIT)


Di Riccardo Bisti – 19 maggio 2012


Stefano Pescosolido, che a Roma fu capace di battere Andre Agassi, un giorno disse. "I miracoli si possono fare, ma non sempre". Venerdì 18 maggio 2012 non era giorno di miracoli. Un bilancio di otto vittorie zero (17 a 1 nel computo dei set) faceva capire che il match tra Andreas Seppi e Roger Federer era un “Mission Impossible” per l’altoatesino. Però, dopo le imprese dei giorni scorsi e il fiume di complimenti planato alla foce di Caldaro, un briciolo di speranza c’era. Federer aveva perso un set contro il convalescente Ferrero…insomma, c’era materiale per i sognatori. La verità, purtroppo, è che il tennis di Seppi non dà alcun fastidio a quello di Federer. Considerando che i due sono scesi in campo alle 22 passate a causa dell’eterno Kerber-Kvitova (vinto a sorpresa dalla tedesca, sempre più protagonista nel circuito WTA), lo svizzero non aveva nessuna voglia di finire a orari marzulliani. E’ finita 6-1 6-2 in 53 minuti. Se non è stato un massacro, poco ci manca. Federer ha sfoderato una prestazione straordinaria, tutta protesa all’attacco. Alla fine, il bilancio di Roger parlerà di 25 colpi vincenti a 17 errori. Il numero degli errori va tarato al grado dei rischi. Lo svizzero tirava su ogni palla, galvanizzato da un servizio che ha funzionato a dovere. Per lui un maestoso 81% di prime palle, con percentuali di trasformazione praticamente analoghe (76 con la prima e 78 con la seconda). Quando il servizio viaggia alla grande, la sicurezza si trasferisce anche sugli altri colpi. E si è visto. L’effetto collaterale è una montagna di sfiducia per l’avversario. Il primo set è stato una passeggiata per Federer, ed anche nel secondo, dopo 3-4 game combattuti, lo ha portato rapidamente sul 6-2.
 
Seppi ha provato a giocare la sua partita, dando il massimo come sempre. Ma contro un avversario così forte c’era poco da fare. Federer gli impediva di essere aggressivo, e lui ha provato a giocare perlomeno a viso aperto. Così facendo, tuttavia, si è esposto alla maggior classe dell'avversario. Insomma, il vicolo era senza uscita. Ok, c’era la stanchezza dopo le battaglie contro Isner e Wawrinka, e anche un briciolo di appagamento per chi non è abituato ad andare così avanti. Ma se avesse giocato al top, Seppi avrebbe fatto qualche game in più, null’altro. Purtroppo, per battere Federer, ci vogliono armi che lui non possiede. Al contrario, possiede una classe e una compostezza che lo hanno fatto apprezzare dal pubblico romano. La gente del Campo Centrale (gremito in ogni ordine di posti) ama Federer, non lo ha mai nascosto. Però oggi faceva il tifo per Seppi, che con il suo coraggio è entrato nel cuore dei romani con le rimonte-poesia dei giorni scorsi. L’applauso per Federer era sincero, ma freddo. Dopo la delusione per il ritiro della Pennetta, la gente voleva trovare un motivo per godere. Ma dopo la libidine tennistica dei giorni scorsi, il tempo dei miracoli era già finito. Così i due italiani ai quarti (non accadeva dal 1994, allora furono Gaudenzi e Adriana Serra Zanetti) hanno ceduto il passo a 29 tornei del Grande Slam griffati Serena&Roger.
 
Mentre Seppi andrà a Nizza e lunedì si godrà un best ranking nuovo di zecca, Federer si prepara a una semifinale-spettacolo contro Novak Djokovic (il match si giocherà alle 20, mentre Ferrer-Nadal è in programma alle 16). L’anno scorso ci fu un meraviglioso Djokovic-Murray, e ci sono tutte le premesse per un match altrettanto interessante, se non altro perché i due non si trovano da parecchio, dalla semifinale dello Us Open. Il bilancio dice 14 a 10 per Federer (3-1 sulla terra). La sensazione è che questo Federer sia leggermente favorito. Di certo a Roma non poteva andare meglio: i tre big più un vassallo di lusso come Ferrer nel maschile, e due regine (Serena e Sharapova) più la campionessa in carica di Parigi (Na Li) nel femminile. Sospettiamo che tra qualche anno anche il nome di Angelique Kerber sarà molto gradito a certe altitudini.