Andreas va sotto di due set contro Pospisil, ma resta calmo e alla fine vince al quinto senza patemi. Italia avanti 1-0: un successo passava necessariamente da questo match.
Andreas Seppi ha imparato a mettere grinta e coraggio anche in Coppa Davis
Di Riccardo Bisti – 6 aprile 2013
Fantasmi, incubi. Ma stavolta c'è stato il lieto fine. Ramat Hasharon è ripiombato sulla testa di Andreas Seppi. Sei anni fa, in Israele, perse un brutto match contro Dudi Sela. Avanti 3-0 al quinto, lasciò andare gli ultimi sei game e per l’Italia fu sconfitta. Dolorosa sconfitta. Sullo stesso campo, e contro lo stesso avversario, Vasek Pospisil aveva vissuto un weekend da leone. Nei play-off del 2011, con un Raonic acciaccato, fu lui e regalare il World Group al Canada. Nella prima giornata battè proprio Sela (al termine di una battaglia di cinque set), poi vinse il doppio e il singolare decisivo contro Weintraub. Esperienze che segnano, fortificano. E allora, dopo che il canadese si era aggiudicato i primi due set, pochi speravano nella rimonta seppiana. Il suo palmares in Davis non è eccezionale, anche se comprende una vittoria in rimonta su Juan Carlos Ferrero. Per il resto, tanti compitini e nessuna impresa. Forse non è un’impresa il 5-7 4-6 6-4 6-3 6-3 con cui ha zittito i fanatici del Thunderbird Sports Centre, ma è un risultato che gonfia il petto al tennis italiano. Il numero 18 che batte il numero 140: niente di strano, sulla carta. Ma chi ha visto la partita sa che Andreas ha dovuto metterci il cuore, come lui stesso ha gesticolato dopo il matchpoint, battendosi tre pugni sul petto. Non era facile battere questo Pospisil, anche in virtù della memoria negativa di Toronto, quando il canadese si impose al tie-break del terzo. A dire il vero, allora giocò meglio. Stavolta si è aggrappato al servizio e a qualche fiammata estemporanea, ma sin dai primi scambi si capiva che un Seppi ordinato e tranquillo avrebbe potuto vincere senza strafare.
Il problema di Andreas è che nei primi due set è stato disordinato e agitato. Lo ha ammesso lui stesso, a caldo. “All’inizio ero tranquillo, infatti sono andato avanti 2-0. Poi lui ha rimontato e mi sono innervosito come non mi accade spesso. Barazzutti mi ha invitato a stare tranquillo, a restare dentro il match e aspettare il suo calo. Per fortuna è arrivato”. Nei primi due set, abbiamo visto una brutta partita. Tanti errori, e un Seppi molto negativo nei punti importanti. Sul 3-3 nel primo ha avuto una palla break, sciupata con una volèe fuori di un soffio. Sul 5-6, Andreas ha fatto harakiri. Avanti 40-15 ha commesso tre erroracci (doppio fallo, rovescio in rete e dritto out). Sul setpoint, Pospisil ha giocato il punto più bello della partita, prendendosi il primo set con una bella volèe acrobatica che ha mandato in visibilio il pubblico. Nel secondo, dopo aver annullato una palla break sullo 0-1, Seppi ha avuto tre chance sull’1-1, tutte buttate via. Rimpianti soprattutto per la seconda, quando ha messo in corridoio un dritto a campo aperto. Il set è filato via liscio fino al 5-4, quando Andreas si è nuovamente autobrekkato: dal 15-15 ha commesso tre errori consecutivi che hanno spinto su il belloccio di Vernon.
In altri tempi, chissà, forse si sarebbe arreso. Oppure sarebbe stato male, come successo a Genova contro Wawrinka. Invece ha continuato a fare il suo tennis, con ostinazione. Il campo veloce di Vancouver non lascia scampo ai difensori: appena trovi un buon angolo, lo scambio si mette bene. Seppi ha iniziato a muovere il gioco, ha trovato fiducia con il dritto e il match è lentamente girato. Pospisil ha iniziato a sgretolarsi, punto dopo punto, game dopo game. Prima lo hanno abbandonato i fondamentali, poi le gambe, infine il servizio. Quest’ultimo lo ha tenuto a galla nel terzo set: Seppi giocava meglio, e dopo il break al terzo game è filato via liscio. Pospisil gli è rimasto incollato e ha avuto una grandissima chance sul 5-4. La palla break del 5-5, tuttavia, è stata cancellata da un bel servizio vincente. Era il segnale. Da quel momento, Andreas non ha rischiato più nulla. Pospisil franava, commetteva due doppi falli consecutivi in avvio di quarto e mandava avanti Andreas, sempre più autoritario. Mentre il nostro andava avanti per la sua strada, Pospisil sbandava paurosamente. Quando aggiustava il mirino giocava ottimi colpi, ma erano sempre più rari. Il quarto volava via, ed anche il quinto non aveva pathos, tensione, passione. Seppi brekkava al quarto game e planava senza problemi fino al 6-3 finale. L’unico momento difficile è stato sul 4-2, quando si è fatto riprendere da 40-15 a 40-40. Ma non era aria. Il più forte era lui, e lo ha dimostrato. I fantasmi di Ramat Hasharon sono definitivamente scomparsi. Forse Andreas non diventerà mai un McEnroe, un Becker, un Muster…gente che in Coppa Davis diventava quasi imbattibile. Però ha imparato a vincere le partite, a soffrire, a prendersi le sue responsabilità. Un po’ come fece Renzo Furlan una ventina d’anni fa. Dal rifiuto alla rinascita. Con Renzo, poi, acchiappammo due semifinali. Seppi sarà in grado di imitarlo?
CANADA – ITALIA 0-1
Andreas Seppi b. Vasek Pospisil 5-7 4-6 6-4 6-3 6-3
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