All’Australian Open la miglior vittoria stagionale dell’azzurro, a Parigi-Bercy la peggior sconfitta. Andreas non entra mai nel match, Roger gioca un tennis iper-aggressivo e la spunta con un doppio 6-1, archiviando la pratica in appena 47 minuti.La miglior vittoria del 2015 di Andreas Seppi? Contro Roger Federer. La peggior sconfitta? Pure. La prima all’Australian Open, che resterà per sempre scolpita nella storia del tennis italiano, la seconda al Masters 1000 di Parigi-Bercy, che verrà dimenticata fra pochi giorni, a stagione finita. È stato un 6-1 6-1 senza appello, in appena 47 minuti. I numeri sono quelli della disfatta: 55 punti a 28, 27 colpi vincenti a 5. Seppi ha sorriso due volte: quando è entrato in campo, accolto con una presentazione incredibile (a Bercy hanno fatto veramente le cose in grande) e quando l’ha abbandonato – col giusto spirito – dopo il match più corto del torneo. Ha giocato male, ma siamo a fine stagione e dall’altra parte c’era Roger Federer. Due motivi sufficienti per lasciar perdere la rabbia. Inutile prendersela. Avrebbe magari potuto raccogliere qualche game in più, ma poco cambia. Un Federer così non si batte. Andreas ci ha messo del suo, servendo poche prime e non riuscendo praticamente mai a mettere pressione all’elvetico, che ha così potuto passeggiare come fosse un match d’allenamento. Il campione di Basilea, reduce dal successo proprio nella sua città Natale, ha giocato a un ritmo altissimo e soprattutto a una velocità impressionante. Quel tennis che non dà ritmo e pare incontrastabile, che più funziona e più diventa intenso. Turni di battuta da un minuto, punti da tre colpi, tutto troppo veloce per organizzare una difesa. Il primo set è durato 19 minuti, ogni volta che i due hanno scambiato il punto l’ha fatto Roger. A un certo è venuto da ridere pure a Massimo Sartori, seduto nel box dell’azzurro insieme a Michela, la futura signora Seppi. Non capita spesso di vederla in tribuna, e sicuramente avrebbe preferito un finale diverso.
 
DUE CHALLENGER PER IL RISCATTO
Il match è scivolato via in un batter d’occhio, come praticamente tutti i turni di battuta di Roger. In due set il numero due del mondo ha perso nove punti al servizio, sei dei quali in un solo game: il primo del secondo set. Seppi ha avuto quattro palle-break fondamentali. Non solo per andare avanti nel punteggio, ma per entrare nel match, lanciare un segnale di vita. Invece se ne sono andate tutte, così come la palla dell’1-1 conquistata nel successivo game di servizio, e anche il secondo parziale è scivolato via come il primo. La percentuale di prima di Andreas è rimasta intorno al 40%, Federer ha avuto vita facile. Subito 4-0 e poi 6-1, con pure un po’ di accademia quanto il punteggio era ormai in cassaforte: due SABR di fila, variazioni continue al servizio. A un paio di cambi di campo si addirittura alzato prima del ‘time’ del giudice di sedia, sembrava quasi avesse fretta di andarsene. Per la frustrazione, quando è finito sotto 2-0 nel secondo set Seppi ha pure tirato la racchetta per terra, qualcosa che in carriera avrà fatto sì e no una decina di volte. Il pubblico francese, che come ha precisato Benoit Paire “è sempre in attesa che combini qualcosa per fischiarti”, non ha perso l’occasione per farglielo pesare, ma l’episodio non è bastato per scuoterlo. Il match non ha cambiato binari, Seppi ha salutato troppo velocemente. Un brutto epilogo per il suo ultimo torneo stagionale nel circuito maggiore. Fortunatamente ha in programma ancora due Challenger, nella sua Ortisei e a Brescia. Un finale così sarebbe stato troppo severo.
 
MASTERS 1000 PARIGI-BERCY – Secondo turno
Roger Federer (SUI) b. Andreas Seppi (ITA) 6-1 6-1