AUSTRALIAN OPEN – L'azzurro vince una maratona contro Hewitt sulla Rod Laver Arena. Si è giocato sotto un sole cocente,ma è finita sotto i riflettori. Che solidità mentale!
Andreas Seppi ha vinto la gara di resistenza nel catino bollente della Rod Laver Arena
Di Riccardo Bisti – 14 gennaio 2014
Ci credevano in pochi, e invece Andreas ha fatto un (piccolo) miracolo. Francamente, non c’erano i segnali di un possibile exploit contro Lleyton Hewitt. Per carità, la classifica ATP lo pone davanti all’australiano e i precedenti (3-3), tutto sommato, erano incoraggianti. Ma Andreas si è presentato a Melbourne in forma zoppicante, mentre Hewitt era dato in condizioni strepitose. A Brisbane aveva fatto un capolavoro dopo l’altro e la collocazione sulla Rod Laver Arena, campo certamente più familiare a Hewitt, non giocava certo a favore di Andreas. E invece è arrivata una bella impresa, non leggendaria perché Hewitt è pieno di acciacchi e, soprattutto, avverte l’età che avanza. I campi di Melbourne sono rapidi, ma non come avrebbe sperato e sul ritmo, Seppi non gli è inferiore. L’azzurro ha avuto il coraggio di cercare il punto quando era necessario ma l’australiano non era rapido e scattante come al solito. Diciamolo pure: era piuttosto lento. Ma il suo spirito guerriero lo ha tenuto in campo per 4 ore, fino a tardare l'inizio della sessione serale. La partita si è messa bene nel primo tie-break, quando Andreas ha fatto il capolavoro sul 4-3. Dopo sette punti fedeli al servizio, si è preso un mini-break con una strepitosa volèe bassa di dritto. Nella Scala Mercalli del tennis, sarebbe stata di difficoltà 8, forse 9, soprattutto per uno come lui, che non ha nel gioco di volo ls sua arma principale. Con bravura, ha conservato il piccolo margine e ha messo il naso avanti. Nel secondo ha mantenuto la concentrazione e un break è stato sufficiente per salire due set a zero.
Il match avrebbe potuto chiudersi già nel terzo set, quando Seppi ha preso un break di vantaggio in avvio. Nell’occasione, pur continuando a tenere un atteggiamento positivo, è calato di tensione, oltre che di fisico. Il caldo è diventato un fattore, con Hewitt molto attento a risparmiare energie. Ogni volta che la palla di Seppi era distante di qualche metro, lasciava perdere. Meglio conservare le energie per i punti davvero importanti. Ha artigliato un importante contro-break, poi non ha più sofferto sui suoi turni di servizio. Già sul 4-5, Seppi ha avuto qualche problema, ma si è salvato. Sul 5-6, da 30-15, ha perso (maluccio) tre punti di fila che hanno fatto ruggire l’australiano, esploso in un “C’mooon!” come ai vecchi tempi. Il quarto set è stato iuna fotocopia. Andreas ha brekkato nel primo game, si è fatto subito riprendere, ha tenuto fino al 5-5 ma si è fatto sorprendere nel dodicesimo game, quando il coraggio di Hewitt è venuto fuori e lo ha trascinato al quinto. A quel punto sono calate le ombre, Seppi ha messo il cappellino giallo all'indietro e si sono accesi i fari. Ed è stata, ancora una volta, battaglia. Seppi è andato avanti di un break in avvio (paura!), ma stavolta lo ha tenuto fino al 4-2. Il controbreak è arrivato all'ottavo game, e ancora una volta il destino sembrava segnato. Da parte sua, Andreas mantiene sempre la stessa espressione. Invece non molla mai, lotta come un leone. In un'alternanza di emozioni, sul 4-5 ha cancellato un matchpoint con un ace (da campione!) e poi ha raccolto i cocci di uno Hewitt ormai distrutto. Nell'ultimo game, persino Rusty si è arreso, con tre rispostacce fuori. E così Andreas ha potuto finalmente lanciare l'urlo liberatorio verso il suo clan, dove c'erano Massimo Sartori, Dalibor Sirola e le figlie del coach, Giulia e Federica.
Una gran bella soddisfazione, resa ancora più succosa dalla possibilità di autografare la telecamera su un campo così importante, e di sostenere la mitica intervista sul campo con Jim Courier, che aveva commentato il match nel gabbiotto a bordo campo. "Ero già stanco alla fine del terzo set, ma poi sono rimasto in partita altre due ore. Non so come ho fatto!" ha detto un Seppi davvero raggiante. Più che i 45 punti ATP (comunque preziosi, perché 180 sono in scadenza), c’è la gioia di raccogliere finalmente una vittoria sul Campo Centrale di uno Slam. Li aveva calcati tutti, tranne il Centre Court di Wimbledon (dove però ha comunque giocato un match ufficiale alle Olimpiadi di Londra 2012), raccogliendo sempre sconfitte. E’ un altro tassello di una carriera con tanti piccoli diamanti. Se lo meritava. Al secondo turno se la vedrà con Donald Young. Una partita assolutamente alla portata, a patto che riesca a recuperare bene da una maratona durissima sul piano fisico. Ma Andreas è una roccia. E un orgoglio del tennis italiano.
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