I due azzurri conquistano dei match tutt’altro che banali, centrando il terzo turno. Andreas batte Chardy e sfiderà Federer, Sara elimina la Soler-Espinosa e trova la Wickmayer. “Sto bene, sono vicina alla miglior condizione”.
Di Marco Caldara – 21 gennaio 2015
Andreas Seppi e Sara Errani sono forse i due top-azzurri con le minori doti tecniche, ma hanno una caratteristica comune: deludono raramente. Quando fiutano una possibilità è difficile che se la facciano sfuggire. L’hanno confermato nel mercoledì dell'Australian Open, vincendo due incontri per nulla scontati che li hanno promossi entrambi al terzo round. Fa particolarmente piacere il 7-5 3-6 6-2 6-1 con cui Andreas Seppi si è sbarazzato di un avversario sempre ostico come Jeremy Chardy, che proprio a Melbourne gli negò nel 2013 il primo quarto di finale in un torneo del Grande Slam. Due anni fa il ventisettenne francese impose la sua maggiore potenza, rifilando ad Andy una delle più cocenti sconfitte in carriera, mentre mentre oggi il match l’ha fatto Andreas, domando il vento meglio del rivale (condannato da 71 errori gratuiti) e prendendosi una gustosa rivincita. Dopo aver conquistato il primo grazie a un solo break sul 5-5, l’allievo di Massimo Sartori è subito salito 2-0 nel secondo, ma dopo aver fallito una palla del 3-1 ha mostrato qualche incertezza, lasciando l’iniziativa al transalpino. Chardy ha preso fiducia e ha pareggiato i conti, ma oggi Seppi ne aveva di più. È tornato al comando già dalle prime battute del terzo set, e poi ha raccolto i numerosi ‘unforced’ di uno Chardy sempre meno combattivo, correndo veloce sino al successo, siglato dall’ottavo ace dell’incontro. “Non credo sia stato un match eccezionale – ha detto – ma sono comunque soddisfatto. Ho giocato un buon tennis, rispondendo bene, e battere Chardy in quattro set non è semplice. Nel secondo set ho avuto un piccolo calo, ma fortunatamente mi sono subito ripreso, chiudendo terzo e quarto molto velocemente”.
“STO MOLTO MEGLIO DEL 2014”
L’azzurro è così riuscito a dare continuità al suo ottimo inizio di 2015, scattato con tre vittorie a Doha e proseguito nei cinque set di lunedì con Denis Istomin. Nel 2014 tornò dalla trasferta australiana con un solo match portato a casa (seppur 7-5 al quinto con un cagnaccio come Lleyton Hewitt), mentre quest’anno ne ha già messi in cascina ben cinque: un chiaro segnale di come sia pronto per una grande stagione. “A differenza del 2014 mi sento molto meglio, sono più tranquillo. Durante la preparazione sono riuscito ad allenarmi senza problemi per cinque settimane, e ora ne sto raccogliendo i frutti”. Sfortunatamente, al prossimo turno dovrà anche lui far visita a Roger Federer, che in dieci confronti diretti gli ha lasciato appena un set. Una delle migliori prove dell’azzurro è però arrivata proprio a Melbourne, al primo turno del 2009, quando perse 6-1 7-6 7-5 mancando un set-point con una palla fuori di pochi millimetri. L’altoatesino non ha i mezzi per mettere sotto lo svizzero come riuscito (seppur per troppo poco) a Bolelli, ma è in fiducia e può comunque ambire a un buon match. “Ho visto il primo set di Simone, è partito molto forte ed è riuscito a mettere Roger in difficoltà. Ma lui tira più forte di me, io sono obbligato a trovare altre soluzioni. Non potrò certo mettermi a palleggiare, dovrò cercare di spingere quando ne avrò la chance”.
LA GRINTA DI ‘SARITA’
Tanta battaglia invece, nel match della Errani, che sotto il sole cocente della Margaret Court Arena ha battuto per 7-6 6-3 la spagnola Silvia Soler-Espinosa, numero 69 del ranking WTA. È stato un match giocato su scambi lunghissimi, occasione ideale per dare sfogo a tutta la voglia di riscatto dell'azzurra, protagonista di un avvio di stagione difficile, condizionato dai problemi al costato (finalmente risolti) che ne hanno ritardato la preparazione invernale. Nel primo set ‘Sarita’ è sempre stata al comando senza mai riuscire a staccare l’avversaria, poi è finita sotto 0-3 nel tie-break, ma l'ha vinto con sette punti consecutivi. Nel secondo parziale, invece, la Soler-Espinosa è salita prima sul 2-0 e poi sul 3-2 (e servizio), ma ha perso gli ultimi quattro game. “Mi manca ancora qualcosina, ma penso di essere vicina alla miglior condizione. Essendo stata ferma per un po’, ho bisogno di qualche match per riprendere confidenza nel mio tennis, oggi ho accusato qualche calo, però il costato non mi dà più fastidio, non prendo più antinfiammatori. Ho faticato abbastanza col rovescio, mi sentivo al limite, sembrava sempre che la palla mi scappasse. Per questo ho cercato di contenere di più invece che lasciarlo andare come avrei dovuto”. A separare la romagnola dalla seconda settimana ci sarà la belga Yanina Wickmayer, numero 80 WTA ma con un passato da top-15, e soprattutto tre vittorie nei cinque precedenti, una delle quali sul Plexicushion di Melbourne, cinque anni or sono e sempre a livello di terzo turno. L’allieva di Pablo Lozano ha però vinto gli ultimi due: nel 2012 ad Auckland e lo scorso anno a Cincinnati. “È una giocatrice che mi dà fastidio – chiude – perché tira forte e spinge molto, non dà ritmo. Dovrò cercare di muoverla molto e allungare gli scambi”. Ne ha tutte le capacità, per prendersi un ottavo 'da giocare' contro Simona Halep.
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