US OPEN – L’azzurro viene travolto dalle bordate del baby australiano, implacabile nei momenti decisivi. “Serve alla grande, per il resto non fa niente di speciale. Ma il servizio gli è bastato”.
Di Riccardo Bisti – 29 agosto 2014
E’ difficile parlare di rimpianti quando si perde tre set a zero. Tuttavia, Andreas Seppi lascia lo Us Open con un pizzico di delusione. Non tanto per i 45 punti che voleranno via (lo scorso anno aveva raggiunto il terzo turno, quest’anno si è fermato al secondo), quanto per la sensazione di fastidio provata nell'affrontare Nick Kyrgios, nuova superstar del tennis mondiale. Il fastidio nasce dall'antipatico medical time out chiamato dall'australiano sul 6-5 nel secondo set per un (presunto) problema a una gamba, ma soprattutto per la frustrazione generata dal servizio-bomba dell’australiano. Secondo Seppi, il 6-4 7-6 6-4 si spiega soprattutto così, con le “mine” a 130 miglia orarie che l’australiano non ha mai smesso di sparare, con una continuità impressionante. A dire il vero, Seppi ha avuto qualche piccola chance, soprattutto nel secondo set. “Lui ha iniziato meglio, onestamente era superiore – ha detto Andreas – poi nel secondo sono salito e ho avuto tre palle break. Ma lui le ha cancellate con ace, o comunque mettendo la prima”. Avesse trasformato almeno una delle quattro palle break complessive (ne ha avuta una anche nel terzo), forse avrebbe potuto intascare un set, e a quel punto la partita avrebbe potuto cambiare. Ma Kyrgios non è mai calato, forte del carico di fiducia accumulato a Wimbledon. Annullare nove matchpoint a Gasquet e battere Nadal sul Centre Court gli ha dato la tranquillità necessaria per affrontare i punti importanti. E così, al terzo turno, se la vedrà con Tommy Robredo. Quasi in contemporanea, lo spagnolo aveva battuto Simone Bolelli nel match delle polemiche. Sarà un test ancora più delicato, poichè lo spagnolo è un mastino, un guerriero d’altri tempi, capace di sfruttare anche la minima occasione.
UNA STORIA DA RIMANDARE
“Per battere Kyrgios devi servire bene e aspettare che arrivi l’occasione giusta, ma non è praticamente mai calato” ha sospirato Seppi. L’azzurro ha provato a intuire la direzione dei servizi per essere un filo più incisivo in risposta, “ma lui non ha un angolo preferito. Magari, nella situazione delicata, cerca un pizzico di più la botta centrale. Nel complesso, tuttavia, non mi ha dato punti di riferimento. Peccato, perchè per il resto me la sarei potuta giocare. Non fa niente di speciale: con il rovescio si limita a palleggiare, mentre con il dritto spinge se gli apri l’angolo”. Secondo Seppi, tuttavia, questo tennis “moderno” è sufficiente a garantirgli un futuro importante. La prestazione resta sufficiente, anche se nella sfida a distanza con Simone Bolelli (i due avrebbero potuto affrontarsi al terzo turno) il bolognese sembra uscirne meglio. Dopo il ritorno in Italia e qualche giorno di riposo, dando per scontato l’impiego di Fabio Fognini come primo singolarista di Svizzera-Italia, inizierà un ballottaggio che a inizio anno sembrava improbabile. E’ probabile che Corrado Barazzutti decida solo all’ultimo, dopo aver verificato condizioni e stato di forma. Seppi, dunque, rimanda di un anno la speranza di centrare gli ottavi allo Us Open: dovesse farcela, diventerebbe il primo italiano a raggiungere il quarto turno in tutti i Major. Non ce l’avevano fatta nemmeno Adriano Panatta e Corrado Barazzutti, più che altro perchè non andavano in Australia: Barazzutti non ha mai giocato a Melbourne, mentre Panatta perse al primo turno nel 1969. Andreas potrebbe scrivere la storia, ma dovra aspettare ancora 12 mesi.
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