L'argentino dà continuità al periodo positivo vissuto a fine 2017 e centra la finale ad Auckland, primo appuntamento stagionale. Lunedì tornerà tra i top-10 e può giocare un Australian Open da protagonista. Ad Auckland ha tenuto a distanza Ferrer e si giocherà il titolo contro Bautista Agut.

Mentre gli altri viaggiavano a mille, Juan Martin Del Potro era fermo ai box per i problemi al polso. Adesso i ruoli si sono ribaltati: buona parte dei big è vittima di malanni di vario genere, ma lui è nuovamente a posto. Era ora. Finalista in tre degli ultimi quattro tornei giocati, nella notte si giocherà il titolo al torneo ATP di Auckland. Autore di ottime partite contro i baby Shapovalov e Khachanov, ha tenuto a bada il redivivo David Ferrer, vincitore di ben quattro edizioni. Del Potro ha avuto bisogno di 106 minuti per sigillare un doppio 6-4. “Sono lieto di aver raggiunto ancora una volta la finale, peraltro battendo uno dei giocatori più ostici del tour – ha detto Del Potro – sono entusiasta di poter giocare la finale, mi piacerebbe bissare il titolo del 2009, ma Bautista Agut è un giocatore pericoloso, con esperienza e che mi ha già battuto in passato”. Dopo un rapido scambio di break in avvio, Del Potro metteva la freccia nel settimo game, mentre nel secondo era Ferrer ad avere le migliori occasioni. In tutto ha avuto cinque palle break (due nel quarto e tre nell'ottavo gioco), ma l'argentino ha sfruttato la sua chance: un dritto vincente lo portava sul 5-4 e servizio, tramutato pochi minuti dopo in 6-4.

PRIMA BAUTISTA AGUT, POI ROTTA SU MELBOURNE
“Alla fine si è deciso tutto su un paio di punti – ha detto l'argentino – sono stato fortunato a brekkarlo un paio di volte nel primo set. Poi ho salvato un paio di situazioni delicate nel secondo. Ho giocato bene, con un buon numero di colpi nei pressi della riga. Contro David bisogna prendere dei rischi, è un combattente. Sono stanco, ma sarò pronto per la finale”. Per Del Potro sarà la trentesima in carriera: per adesso, il bilancio parla di 20 vittorie e 9 sconfitte. In finale se la vedrà con Roberto Bautista Agut: sulla carta, lo spagnolo dovrebbe essere ancora più stanco di lui perché è reduce da una battaglia di tre ore contro Robin Haase, chiusa dopo tre tie-break. Una lotta furibonda, chiusa da un pallonetto di rovescio di Bautista, che ha accolto il successo inginocchiandosi per la gioia, come se avesse vinto il torneo. “Quando ho visto che la palla era buona, sono impazzito di gioia. È stata una battaglia incredibile”. Per il valenciano sarà la finale numero 13 in carriera (il bilancio attuale è in perfetta parità: 6-6). Vedremo una sfida tra ex vincitori di questo torneo: se Del Potro si è imposto prima che il polso iniziasse a dargli fastidio, Bautista si è imposto due anni fa. Entrambi potranno dire la loro a Melbourne: se Roberto si è fatto notare per la prima volta proprio a Melbourne (quando batté proprio Del Potro), l'argentino non è mai andato oltre i quarti di finale (2009 e 2012). Forte dell'ingresso tra i top-10, assente a Melbourne dal 2014, stavolta può essere “da corsa”. I conti col destino, ormai, dovrebbe averli pagati tutti.

ATP AUCKLAND – Semifinali
Roberto Bautista Agut (SPA) b. Robin Haase (NED) 6-7 7-6 7-6
Juan Martin Del Potro (ARG) b. David Ferrer (SPA) 6-4 6-4