La polacca vince a Miami e si aggiudica il nono titolo in carriera, di sicuro il più importante. Battuta in finale una fallosa Maria Sharapova con il punteggio di 7-5 6-4.
Agnieszka Radwanska si è aggiudicata a Miami il nono titolo in carriera

 Di Cosimo Mongelli – 1 aprile 2012


Eccoci giunti, con Radwanska e Sharapova di fronte, all’atto conclusivo del secondo Premier Mandatory della stagione, quello di  Miami. Non una finale a sorpresa: dopo l’uscita ai quarti di Victoria Azarenka, non ci poteva essere conclusione migliore per il torneo. I precedenti, non sempre indicativi per i pronostici, sono impietosi. Maria domina con un bilancio di 7-1, con l’unica vittoria della polacca a Flushing Meadows la bellezza di 5 anni fa. Ma è quasi un anno che le due non si incrociano (ultimo confronto al Roland Garros 2011), e nel frattempo Agnieska è molto cresciuta, forse non da poter vincere un grande torneo, di sicuro per poter competere con le prime al mondo. Per contro la russa, ancora a bocca asciutta in questa stagione, non può permettersi di perdere la terza finale del 2012 e dovrà più che mai affidarsi ad una tattica decisa, aggressiva, che le consenta di inanellare vincenti su vincenti e limitare al minimo gli scambi, l’unica seria alternativa al sucidio tattico a lei tanto caro. E' proprio la russa a fare e soprattutto disfare l’incontro, con la polacca a giocare di rimessa pronta ad aspettare gli errori dell’avversaria. E gli errori arrivano, come nemmeno nei sogni più idilliaci. Se sul proprio servizio la russa concede pochissimo o quasi, i dolori arrivano in risposta: nonostante la rimessa in gioco (definirlo “servizio” pare francamente eccessivo) della Radwsnksa, Maria tenta sempre (e spesso in maniera insensata) il vincente e colleziona una sequela impressionante di errori gratuiti. Due dei quali su altrettante palle break concesse dall’avversaria: sul 2 pari e sul 3 pari.
 
Non è una partita entusiasmante: troppi sbagli, poche occasioni concesse per indirizzare l’incontro da una parte o dall’altra e pochissimi colpi spettacolari. E dopo quasi un’ora di gioco si arriva alle soglie del tie break che sembra l’unica soluzione per rompere l’equilibrio. Ma Maria non è di questo parere. Sul 5 a 6, invece di svolgere il suo compitino come nei precedenti 5 turni di servizio (nemmeno l’ombra di una palla break concessa), decide di immolarsi all’avversaria e regala alla platea una serie di orrori d’antologia. Precipita 0-40, concede tre set point, sul terzo dei quali commette un ulteriore scempio  e così Radwanska si ritrova in dono, con la bellezza di un (un) vincente, il primo set con il punteggio di 7-5. Tutto il resto l’ha fatto la deliziosa Masha, con 26 errori gratuiti. Una follia per una giocatrice di questo livello.
 
Il secondo inizia sulla falsa riga del primo set. Maria fa il bello e soprattutto il cattivo tempo,  Radwanska non deve fare null’altro che continuare ad aspettare l’errore avversario e ha la partita in tasca. Ma se deve essere scempio, per Sharapova, perché non fare le cose in grande? Siamo sul 3 pari , servizio Agnieszka , palla break. La prima del secondo set. La russa può riaprire l’incontro, ma di fronte alla più facile palla della sua carriera che ti combina?  Una, non vi sono altri termini per definirla, badilata nei pressi della tribuna con la Radwanska che pare addirittura commossa per tanta elargita bontà. Si giunge quindi al 4 a 5, servizio Masha. La quale è seriamente intenzionata a stabilire il record mondiale degli errori non forzati in un incontro. Come nel primo set, gioca un game tra lo stucchevole e l’abominevole e senza che la polacca debba fare nemmeno un punto di propria sponte. Masha si inventa gli ultimi quattro errori gratuti dell’incontro, il quaranticinquesimo (si, avete capito bene, quarantacinquesimo) dei quali regala la vittoria più prestigiosa e imporante della carriera a Agnieszka. Vittoria meritata, la maturità sta anche nel saper approfittare di un’avversaria che ti concede il 70% dei punti. Certo, non le capiterà più tanta manna dal cielo, ma la fiducia di un trofeo alzato, specie se così ambito, non può che essere linfa vitale per il proseguio della sua carriera.

“E’ stata una partita molto dura. E’ brutto perdere in finale, perché dopo tutto il lavoro fatto per arrivare fin lì vorresti fare anche l’ultimo passo, ma lei oggi è stata molto solida, mi ha fatto giocare sempre una palla in più. Ho avuto le mie opportunità, ma non le ho sfruttate; lei invece ha saputo coglierle quando le ha avute. La differenza è stata tutta lì.”  le parole di una rassegnata Sharapova in conferenza stampa. Sorridente come non mai, e come darle torto, la Radawnska “Sono molto felice di come ho giocato oggi. Mi sono concentrata molto sul mio servizio, sono molto contenta di non averlo mai ceduto, e credo che questa sia stata la chiave del match. Oggi funzionava tutto, non posso davvero lamentarmi di nulla”. E non si preclude nulla, o quasi, per il futuro “E’ davvero bello essere arrivata al n.4, anche se le posizioni ancora più in alto, 3, 2 o addirittura 1 sembrano ancora abbastanza lontane. Ma se continuo a giocare in questo modo, forse posso raggiungere il n.3 e poi chissà"


(News Live). Agnieszka Radwanska si è aggiudicata il Premier Mandatory di Miami, battendo in finale Maria Sharapova con il punteggio di 7-5 6-4. Questa vittoria conferma il grande momento di forma della polacca, che nel 2012 ha già vinto due tornei e 26 partite su 30. Le quattro sconfitte sono tutte giunte per mano di Victoria Azarenka. Significa che Agnieszka può legittimamente ambire al ruolo di numero 2 del mondo. In finale ha approfittato dei troppi errori non forzati della Sharapova (oltre 40), che continua dunque la sua maledizione a Miami, torneo che non riesce a vincere nonostante vi abbia giocato 4 finali.