Respinto il piano di Judy Murray per la costruzione di un mega complesso pubblico per tennis e golf alle porte di Dunblane. Nemmeno l’entusiasmo per la Davis è bastato: hanno vinto i residenti del posto, in prima linea per tutelare una massiccia area verde.Una Coppa Davis vale tantissimo, specialmente se la riporti in Gran Bretagna praticamente da solo, dopo quasi 80 anni e dopo aver già vinto un oro Olimpico in casa e riportato sotto l’Union Jack pure il titolo di Wimbledon. Ma non basta perché tutto ti sia dovuto. Andy Murray l’ha imparato a sue spese negli ultimi giorni, quando il consiglio di Stirling (una delle 32 province scozzesi, per dirlo all’italiana) ha bocciato la proposta di sua madre Judith per la costruzione, alle porte della loro Dunblane, di un maxi complesso sportivo da 70 milioni di sterline all’interno dei 110 ettari del Park of Keir. Una proposta lanciata come la classica opportunità che capita una volta sola, e alla cui promozione hanno partecipato lo stesso Andy – con un tweet in cui si augurava che il consiglio optasse per il sì – e Colin Montgomerie, il miglior golfista scozzese. Già perché oltre ai campi da tennis indoor e outdoor, l’idea prevedeva anche un campo da golf a sei buche, un parco, un museo del tennis e varie attività sociali: il tutto aperto a chiunque, così che “le famiglie potesse divertirsi e trascorrere del tempo insieme facendo sport”, come da specifica richiesta dei responsabili del parco pubblico. In più, c’era anche il desiderio di realizzare un hotel a 4-5 stelle e una ventina di abitazioni, probabilmente da adibire al personale dell’albergo, in modo da evitare magre figure come quella fatta da Andy per il suo Cromlix. A sostegno del progetto è arrivato pure l’appoggio della LTA (che non poteva mancare, viste le polemiche al sistema seguite al successo di Ghent), ma quando si toccano le aree verdi, si sa, le questioni sono sempre molto complicate, e nemmeno l’entusiasmo degli appassionati basta per superare le barriere. Ed è proprio per questo che il consiglio, riunitosi martedì, ha bocciato in toto il progetto, spinto dalle numerose opposizioni degli abitanti della zona.
UNA VALANGA DI OPPOSITORI
Per nulla contenti della potenziale perdita di una splendida area naturale e incontaminata dall’intervento dell’uomo, i cittadini hanno detto la loro con ben 1.300 lettere di protesta, e l’hanno avuta vinta. Il consiglio, che si è espresso per maggioranza, ha precisato che non ha intenzione di valutare altre proposte nemmeno per impianti meno imponenti, anche se pare che da parte dei promotori del progetto non ce ne sia la minima intenzione. Anzi, dopo aver abbandonato l’incontro appena dopo la votazione, definendo incredibile la decisione, mamma Murray ha precisato che non presenterà nuovamente il progetto, destinato dunque a cadere nel vuoto. Margaret Birsley, presidente del comitato che si è occupato di valutare la proposta, ha giustificato la decisione spiegando che “è apprezzabile la scelta di ampliare gli impianti sportivi, purché questi non vadano a intralciare e inquinare le aree verdi”, come sarebbe successo per il maxi complesso pensato dai Murray. Addirittura, qualcuno degli oppositori si è presentato fuori dalla sede del consiglio, per esprimere tutto il proprio malcontento. “Il consiglio esiste proprio per tutelare determinate aree, e fare in modo che progetti come questi non passino”, ha raccontato al Telegraph uno dei più attivi nella battaglia per il ‘no’, riportando – a quanto pare – l’idea della gran parte dei cittadini. Ma c’è anche chi non è d’accordo e avrebbe appoggiato il progetto, sostenendo che di terreni simili ce ne siano una marea, mentre di aree di ritrovo per i più giovani nemmeno l’ombra. Rimangono opinioni, mentre il dato di fatto è che ha vinto il ‘no’ e perso i Murray. Ai tempi dell’acquisto del Cromlix, l’hotel di proprietà di Andy dal 2013, ebbero carta bianca per muoversi a piacimento, stavolta li hanno fermati in partenza. E per il tennis britannico non è una buona notizia.
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