da Londra, Giorgio Spalluto – foto Getty Images
La formula del Master? Ah quanti grattacapi… Calcolatrici, ragionieri, financo corsi di matematica finanziaria invocati da quanti non perdono occasione per criticarla, anche quando, come quest’anno, non è successo nulla di anomalo. Nel Gruppo B si è qualificato, come primo, colui che ha vinto tutti i suoi incontri, come secondo, Murray, che ne ha perso uno e via via tutti gli altri, in funzione degli incontri vinti. Nessun sistema di equazioni su cui scervellarsi, nessun astruso teorema matematico, il nulla più assoluto. Che poi è quello che succede quasi sempre solo che, come è noto, a fare notizia è l’uomo che morde il cane, non certo il contrario. E allora tutti a ricordare la situazione dello scorso anno quando a dirimere la parità tra Federer, Del Potro e Murray fu il computo dei game. Una situazione mai verificatasi in precedenza, talmente rara, che rievocarla a ogni piè sospinto (pur di dimostrare la “fallibilità” della formula) pare fin troppo pretestuoso.
In altri sport, quasi quotidianamente, si ha a che fare con differenze reti, scontri diretti, classifiche avulse, e mai nessuno si sogna di abrogare o mettere in discussione una determinata competizione, per via di un meccanismo che talvolta può anche risultare “unfair”, ma che viene tranquillamente accettato in qualsiasi sport.
C’è stato qualcuno che ieri ha voluto a tutti i costi stuzzicare il povero Roger sulla possibilità che potesse “sciogliere”, dopo aver vinto il primo set con Soderling. Diplomatica la risposta del numero 2: “Non ero sicuro al cento per cento della qualificazione e poi non volevo farmi condizionare, volevo giocare tutti i punti, ogni game come sempre”. In realtà, a ben pensarci, la risposta si rivelava molto meno banale di quello che si potesse ipotizzare in un primo momento. Molti, tra i più accaniti detrattori della formula, erano convinti che a Roger bastasse conquistare solo un set per qualificarsi come primo. Sbagliato. Voto 4 – – in matematica. Una vittoria di Soderling in 3 set, unita a un eventuale successo in serata di Ferrer, avrebbe lasciato da soli in vetta alla classifica, Federer e Soderling, con due vittorie ciascuno. In caso di parità tra due giocatori, non ci sono pallottolieri che tengano, viene preso in considerazione semplicemente il confronto diretto, che in questo caso sarebbe stato favorevole a Soderling.
Qualcun altro era convinto che già sul 5-5 del primo set, lo svizzero fosse già qualificato. Sbagliato anche questo. Un punteggio finale di 7-5 6-0 per Soderling avrebbe consentito allo scandinavo di chiudere il girone con una migliore differenza game, esponendo Roger alla possibilità di essere oltrepassato anche da Murray in serata. Insomma, non sapremo mai se Federer fosse o meno conscio di tutti gli scenari possibili. Siamo però sicuri che questi ultimi fossero sconosciuti ai dietrologi di professione che profetizzano sventure, nel tentativo di delegittimare un format che, ancora una volta, dimostrano di non comprendere.
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