Maxi-investimento della LTA, la federtennis britannica, per migliorare le strutture in Scozia. L'obiettivo è raddoppiare i campi coperti in 5-10 anni, portandoli a 225 unità e rendere il tennis più accessibile in uno dei paesi più piovosi d'Europa. “Vogliamo sfruttare l'effetto Murray” dice Michael Downey, CEO LTA.

Il tennis scozzese sta vivendo un momento irripetibile. Il piccolo paese britannico, rimasto nel Regno Unito grazie a un referendum che ha respinto le correnti indipendentiste, vanta tre numeri 1 del tennis mondiale. Oltre ad Andy Murray, sul quale si è detto di tutto, ci sono anche il fratello Jamie (leader nella classifica ATP di doppio) e Gordon Reid, che comanda il ranking di wheelchair tennis. Per sfruttare il momento, LTA ha raggiunto un accordo importante con le istituzioni sportive locali per raddoppiare il numero di campi indoor. La Scozia è tra le nazioni più piovose al mondo, con circa 200 giorni all'anno di precipitazioni. In questo momento ci sono soltanto 112 campi da tennis al coperto, cifra ritenuta insufficiente per migliorare la qualità del lavoro e stimolare la diffusione del tennis. Per questo, hanno stanziato un fondo di 15 milioni di sterline che punta a raddoppiarli. Dovrebbero diventare 225 entro 5-10 anni. “Il 2016 è stato un anno storico per il tennis britannico, con successi su tutta la linea – ha detto Michael Downey, amministratore delegato della Lawn Tennis Association – non ci sono stati solo i fratelli Murray e Gordon Reid, ma anche Johanna Konta tra le top-10, la crescita di Kyle Edmund e la vittoria di Heather Watson in doppio misto a Wimbledon. E' il momento giusto per cogliere l'attimo e sfruttare l'effetto Andy&Jamie. Per questo, dobbiamo creare un lascito che abbia effetto sul lungo periodo. Si tratta di un progetto senza precedenti, che renderà il tennis più accessibile nei prossimi anni. In questo momento, la Scozia è sottosviluppata dal punto di vista delle strutture”.

TENNIS PIU' ACCESSIBILE
Mel Young, presidente di sportscotland (una specie di comitato olimpico locale, che si dividerà i costi con la LTA), ha detto: “E' una notizia fantastica che rappresenta una grande opportunità di sviluppare il tennis in Scozia: per questo siamo orgogliosi di lavorare con la LTA. Il nostro contributo di 7,5 milioni arriva da un flusso di investimenti della nostra Lotteria Nazionale”. Non verserà denaro, ma metterà a disposizione per proprie strutture, la federtennis scozzese, Tennis Scotland, il cui presidente Blane Dodds ha detto: “Siamo lieti di fornire il nostro supporto sul territorio per garantire che questo progetto possa prendere vita. Una cosa del genere accade una volta nella vita, quindi il progetto deve essere massimizzato in tutto il paese”. L'obiettivo è facilitare lo spirito di emulazione che Murray ha inevitabilmente acceso in tanti ragazzi scozzesi, che però si trovano di fronte una realtà strutturale non semplice: non tutti sono figli di mamma Judy, non tutti possono permettersi di emigrare a Barcellona per migliorare il proprio tennis. A lavori ultimati, si potrà dire che il tennis è accessibile in Scozia per 12 mesi all'anno contro i 6 attuali. Si tratta di un investimento enorme: è come se la FIT investisse nove milioni di euro (l'equivalente del costo in Sterline) per aumentare il numero di campi coperti, di cui peraltro c'è una notevole carenza da Roma in giù. Ovviamente le due situazioni non sono paragonabili, poiché la LTA può contare sui proventi di Wimbledon che, per ovvi motivi, sono ben superiori a quelli degli Internazionali BNL d'Italia. Ma l'accostamento serviva per rendere l'idea della portata dell'intervento.