Il Telegraph ha avuto accesso a documenti riservati dell'ATP, risalenti al 2005. Le scommesse sulla sconfitta di Kafelnikov contro Fernando Vicente, a Lione 2003, furono effettuate da una persona a lui vicina. A causa di un vuoto normativo, tecnicamente non ci fu violazione delle regole. Però due settimane dopo si è ritirato.

Era una segreto di Pulcinella, ma grazie allo scoop pubblicato dal Telegraph e firmato da Simon Briggs, oggi lo possiamo dire con certezza: era Yevgeny Kafelnikov il “Giocatore B” che secondo l'Independent Review Panel fu “invitato” a ritirarsi nel 2003 a causa di un presunto match truccato. Nel report pubblicato una settimana fa dall'IRP si evidenziava come non ci fossero prove di insabbiamenti interni della Tennis Integrity Unit, o comunque delle autorità tennistiche. Tuttavia, si parlava di un giocatore che nel 2003 si era ritirato per evitare provvedimenti disciplinari. Il Telegraph ha potuto visionare un rapporto interno dell'ATP sulla corruzione, che ebbe diffusione interna nel 2005, in cui era evidenziato come il “Giocatore B” fosse proprio Kafelnikov. La faccenda non sorprende, poiché già all'epoca emerse più di un dubbio sul match perso contro Fernando Vicente, al torneo ATP di Lione. Subito dopo l'uscita del report, il giornale britannico aveva preso contatto con Kafelnikov, il quale aveva smentito di essersi ritirato per quella ragione. A Lione, il russo si arrese 6-2 6-3 allo spagnolo, numero 68 ATP. Visto il flusso anomalo di scommesse a favore di Vicente, gli allibratori bloccarono i mercati ancora prima dell'inizio. Internet non era diffuso come oggi, ma la vicenda ebbe un certo clamore, costringendo la stessa ATP a inasprire i protocolli. Nel 2005, fu Richard Ings a stilare un primo programma anti-corruzione. Tornando al 2003, Kafelnikov giocò la sua ultima partita due settimane dopo, perdendo contro Youzhny a San Pietroburgo (avrebbe poi chiuso giocando il doppio al Challenger di Dnepropetrovsk): aveva appena ricevuto una lettera in cui l'ATP lo informava di aver intrapreso una “Major Offence Investigation” sulla partita di Lione. Fu anche interrogato, ma non ci furono vere accuse a suo carico perché mancavano prove sulla sua complicità nelle scommesse.

UN "TANK" DA PROFESSIONISTA
La tesi investigativa fu che la mole di scommesse a favore di Vicente provenisse da Michael Commandeur, uno dei suoi soci in affari. In quel momento, i codici di condotta ATP vietavano le scommesse “soltanto” a giocatori, coach o familiari degli stessi. Non c'era espresso divieto per amici o persone in qualche modo collegate. Nell'intervista con il Telegraph, a proposito di Commandeur, Kafelnikov ha detto: “Non è mai stato il mio agente. Era un mio amico. Aveva prenotato per me voli e camere d'albergo, ogni tanto ci ritroviamo ancora oggi”. Va detto che i giornali dell'epoca, invece, definivano Commandeur come “manager” di Kafelnikov. Sul resto, “Kaf” ha detto di non avere memorie particolari. “Sono passati 15 anni: ho parlato con l'allora amministratore delegato Mark Miles sulla faccenda: questo è tutto”. I dettagli forniti dal report rivelano che il Supervisor del torneo di Lione fu avvisato del giro di scommesse e tenne Kafelnikov sotto stretta osservazione. Nel suo rapporto, scrisse che Kafelnikov aveva messo in atto un “tank” professionale. “Tank” è il termine gergale utilizzato per definire i giocatori che mollano una partita. Tuttavia, non ci fu alcuna sanzione per il fatto di non essersi impegnato al 100%. Ma c'è di più: l'ATP avrebbe preparato una lettera in cui si comunicava a Kafelnikov una sanzione di 100.000 dollari e una sospensione di tre anni (all'epoca il massimo della pena per un'infrazione di questo tipo). Dopo una discussione su argomenti di natura legale, la lettera fu accantonata. Per far emergere il caso, sarebbe stato necessario dimostrare che l'ex n1. ATP fosse stato a conoscenza delle scommesse effettuate da Commandeur. Ovviamente il giocatore ha negato e non c'era nessun tipo di prova per contraddirlo. Lo stesso Commandeur fu ascoltato dall'ATP e ammise di aver puntato dei soldi sulla sconfitta di Kafelnikov. Per effettuare le giocate, ha usato due carte di credito che erano intestate ad altre persone: la prima era un suo parente, il secondo un giocatore di basso profilo che lavorava con l'agenzia di management dello stesso Commandeur. Davanti agli uomini dell'ATP, ha detto di aver giocato contro Kafelnikov perché – a suo parere – il russo non attraversava un buon momento di forma. Va detto che scommise su altre tre partite di quel torneo, utilizzando la carta di credito dello stesso Kafelnikov. Tra queste, anche il match di secondo turno tra Vicente e Arnaud Clement. Tuttavia, ha insistito sul fatto che il russo non fosse a conoscenza delle scommesse.

LA NASCITA DI NUOVE REGOLE
​Sempre rifacendoci alle dichiarazioni pubbliche dell'epoca, Commandeur disse: “Le accuse sono ridicole: migliaia di persone sono sedute davanti al PC a scommettere. I soldi su questa partita sono la somma di tante piccole operazioni. Probabilmente sapevano che Yevgeny era indebolito”. In realtà, alcune agenzie di betting britanniche sostennero che furono in pochi a scommettere grandi cifre. E, soprattutto, Commandeur non disse che tra queste persone c'era anche lui. Va detto che Kafelnikov aveva effettivamente una tendinite al piede già dalla settimana precedente, in cui perse contro Sargis Sargsian al torneo di Mosca. La settimana dopo Lione, si sarebbe ritirato a Madrid dopo aver giocato un set: la foto cui sopra si riferisce proprio a quel match. Come risultato diretto dell'inchiesta, le sezioni del codice di condotta ATP relative al gioco d'azzardo sono state inserite nel programma anti-corruzione, redatto da Ings ed entrato in vigore il 1 gennaio 2005. Da quel momento, le persone “coperte” dal divieto di scommettere hanno abbracciato molte più categorie. In altre parole, con il nuovo regolamento Kafelnikov sarebbe stato squalificato. Commandeur fu bannato dal circuito ATP, ma non ci furono altre azioni nei suoi confronti perché – tecnicamente – non aveva violato il codice di condotta. È corretto dire che aveva sfruttato un buco normativo. Tornando al report dell'Independent Review Panel, viene menzionata una “asserzione di riservatezza” sul giocatore che si ritirò nel 2003. Per questo motivo, si scrive, il pannello era “preoccupato per le modalità di ritiro”. Ripetiamo: non era difficile risalire al nome di Kafelnikov, poiché i pezzi del puzzle si incastravano piuttosto bene. I dettagli scoperti da Simon Briggs, in particolare la dinamica delle scommesse effettuate da Commandeur, rappresentano un vero scoop. E c'è una legittima preoccupazione: quello di Kafelnikov fu l'unico caso di questo genere o ci furono altre “asserzioni di riservatezza”? Quanto fece l'ATP anni prima, insabbiando la positività di Andre Agassi giustifica almeno il dubbio.