Un cittadino britannico è stato fermato durante le WTA Finals. Non sono stati forniti dettagli, ma è probabile che provasse a inviare i risultati in tempo reale. Il silenzio della WTA e la confusione in cui si rischia di cadere quando si usa il termine “scommesse”. 

Il titolo è un po' ingannevole. Quando la stampa di Singapore ha diffuso la notizia che un uomo era stato arrestato durante le WTA Finals, per presunte scommesse illegali, qualcuno avrebbe potuto mettersi le mani nei capelli. E se persino il torneo più importante del circuito fosse teatro di situazioni torbide, magari con le giocatrici protagoniste? Tuttavia, stando al poco che emerge, dovrebbe trattarsi di una vicenda simile a quella di Daniel Thomas Dobson (nella foto sopra), cittadino britannico che nel gennaio 2014 è stato arrestato durante l'Australian Open, pure lui per “scommesse illegali”. La sua colpa? Inviava i risultati in tempo reale (ma davvero “reale”) ai suoi datori di lavoro, un'agenzia britannica. L'abbiamo scritto più volte: conoscere l'evolversi degli incontri in tempo reale e senza l'ausilio di tecnologie (livescore piuttosto che immagini televisive) è un bel vantaggio, perché è possibile piazzare la scommessa quando le quote sono ancora relative al punto precedente. In altre parole: se un giocatore è quotato a "2" prima di giocare una palla break, è probabile che la sua quota si dimezzi se la trasforma. Trovarsi a bordocampo consente di giocarlo a “2” a break ottenuto, prima che i vari bookmakers (o i siti di betting exchange) aggiornino le quote, traendo un evidente vantaggio ed effettuando – in effetti – una frode nei confronti degli altri scommettitori. A Singapore dovrebbe essere successo qualcosa del genere. Durante la sessione serale di mercoledì (si giocavano Muguruza-Kerber e il doppio Hingis-Mirza vs. Hradecka-Hlavackova) un cittadino britannico (guarda un po'…) è stato arrestato in relazione alle “scommesse illegali”. La polizia ha confermato l'operazione e l'uomo ha già ottenuto l'assistenza consolare della Gran Bretagna. Come se non bastasse, anche la sera prima (durante Sharapova-Halep e Suarez-Muguruza vs. Garcia-Srebotnik) c'era stato un interrogatorio nei confronti di un uomo di cittadinanza russa. In questo caso, tuttavia, non ci sarebbe stato nessun arresto.

 

CHE SIGNIFICA "SCOMMESSE ILLEGALI?"

I giornali locali si sono interessati alla vicenda, ottenendo soltanto una breve risposta di Josè Raymond, direttore della comunicazione aziendale per conto del Singapore Sports Hub. “Abbiamo uno stretto rapporto di collaborazione con la Polizia di Singapore. Li sosterremo e assisteremo in tutte le indagini”. Al contrario, la WTA ha mantenuto uno stretto riserbo sulla faccenda. In effetti, le notizie emerse sul mondo delle scommesse illegali e/o partite truccate hanno quasi sempre riguardato il tennis maschile. Se diamo un'occhiata alle sanzioni TIU, soltanto due tenniste sono state squalificate: la russa Ekaterina Bychkova e la giovane italiana Claudia Coppola, che però vive in Germania sin da quando è una bambina. Per il resto, soltanto uomini. E la WTA non si è mai esposta sul tema, pur avendo contribuito a formare la TIU insieme ad ATP, ITF e tornei del Grande Slam. Ancora una volta, è opportuno fare un distinguo. Quando si parla di “scommesse illegali” ci sono un paio di filoni principali: il primo è quello più noto e certamente più grave: la corruzione. La storia recente racconta che alcuni incontri sono stati indiscutibilmente combinati: le sentenze TIU e CAS sono lì a testimoniarlo. In quel caso, uno o entrambi i giocatori scendono in campo conoscendo in anticipo il risultato, per favorire se stessi o chi ha versato loro soldi in cambio di aggiustare il punteggio.

 

IL DIVIETO DI SCOMMETTERE A DISTANZA

Il secondo filone è quello visto a Singapore: non ci sono combine, ma soltanto il tentativo di “fregare” gli altri scommettitori, anticipando le quote. Si potrebbe discutere all'infinito se questa pratica sia legale o meno. Negli anni scorsi, il fenomeno del “courtsiding” (scommettitori che seguono i match a bordocampo, scommettendo per se stessi o per conto di altri) era molto vivace. L'ATP l'ha sostanzialmente debellato, cacciando i personaggi in questione dalle sedi dei tornei. Inoltre la vita dello scommettitore professionista è costosissima, perché richiede viaggi continui, sempre al seguito del tour. Secondo le ultime indiscrezioni, la vita per questi personaggi si è fatta sempre più dura: pare che l'unico torneo dove ci sia ancora un po' di tolleranza sia lo Us Open. Ad ogni modo, a Singapore è entrata in vigore una legge lo scorso 2 febbraio, denominata “Remote Gambling Act”, secondo cui è vietato scommettere a distanza sugli eventi sportivi, salvo specifica esenzione. Ovviamente, tale divieto è esteso anche agli operatori di gioco. Insomma, a Singapore non è successo niente di davvero clamoroso. Illegale, certo, da giustificare un arresto. Ma il marcio del tennis, ahinoi, si trova altrove.