di Gabriele RivaCome
tanti pacchi col fiocco, non molto attesi e sicuramente non graditi, sono
arrivati sotto Natale i primi colpi che l’Atp ha voluto infliggere, a
titolo più che altro dimostrativo, a chi è rimasto coinvolto nel
caso-scommesse
scoppiato nel tardo 2007
di Gabriele Riva
Come
tanti pacchi col fiocco, non molto attesi e sicuramente non graditi, sono
arrivati sotto Natale i primi colpi che l’Atp ha voluto infliggere, a
titolo più che altro dimostrativo, a chi è rimasto coinvolto nel
caso-scommesse
scoppiato nel tardo 2007. I nomi sono italiani e sono quelli di Potito
Starace e Daniele Bracciali. Sei settimane di stop forzato e 30.000
dollari di multa per Poto, n.31 delle classifiche Atp, e tre mesi e 20.000
dollari al toscano, n.258 del mondo e con un’operazione alla spalla cui
sottoporsi nell’immediato futuro. “E’ uno schifo – ha detto
Starace
– ci stanno massacrando. E poi dovrebbero pagare tutti”. Questionate pure
quanto volete, eticamente e non, sull’incipit, ma il finale di
dichiarazione
non fa una piega. Non sono solo italiani quelli rimasti sommersi dal polverone,
eppure sono solo italiani quelli fino a ora puniti. Non che si voglia fare
i vittimisti, se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi a prescindere
dalla bandiera, ma suona strano che tutti gli altri restino in una sorta
di limbo, ancora in attesa di un giudizio. Intanto non si sono fatte attendere
le reazioni federali con Binaghi che senza mandarle a dire all’Atp ha
ironizzato dicendo che “per cercare i rapinatori di una banca stanno
arrestando
tutti quelli che hanno parcheggiato in divieto di sosta”. A prescindere
dalla bontà del paragone presidenziale, azzeccato o no, comprensibile o
no, condivisibile o no, le domande restano, e non poche.
L’unica
risposta plausibile e con un certo grado di certezza è che le pene sono
arrivate a chi ha deciso di patteggiarle, e senza entrare in termini troppo
giuridici, ha deciso di “levarsi questa spada di Damocle dalla
testa.
– come dice Starace – Non avrei potuto giocare tranquillo, preferisco rientrare
a febbraio e spaccare il mondo”. E il “Braccio” gli fa eco
“non siamo
giocatori di primissimo livello, eravamo sacrificabili. Ecco perché siamo
stati puniti noi. E comunque, se avessi voluto fare il furbo non avrei
certo usato il mio nome”. E mentre ci sarebbero altri due nomi azzurri
in bilico e in attesa di giudizio, la Federtennis australiana ha varato
una serie di provvedimenti che entreranno in vigore per il primo Slam targato
2008 che prevedono pene molto severe (che arrivano fino all’arresto) per
chi tenti di accomodare secondo interessi i match. Manca ormai solo una
settimana alla ripresa delle danze, ma non certo all’archiviazione
definitiva
di questo scomodo faldone. Nel frattempo, buon Natale a tutti. Al tennis
italiano in primis…
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