Da Parigi, Cristian Sonzogni – Foto Ray Giubilo
Ogni professionista ha il suo torneo e il suo campo preferito. Quello di Francesca Schiavone è il Roland Garros, campo Centrale, dove ha vissuto su una nuvola per un paio d'anni, conquistando una vittoria nel 2010 e una finale nel 2011. E dove quest'anno è tornata, mettendo in mostra una buona autorità, per battere all'esordio la veterana giapponese Kimiko Date (41 anni) in due set abbastanza comodi. Questa stagione per Francesca era nata male e proseguita peggio, almeno fino alla scorsa settimana. Poi, con Parigi in avvicinamento, la 31enne milanese deve aver sentito qualcosa di particolare, sensazioni da campionessa. Perchè a Strasburgo è tornata a vincere un torneo, senza fare miracoli ma battendo le rivali sempre in due set, Cornet compresa nel match decisivo. E oggi sul Philippe Chatrier, pur in una partita che la vedeva nettamente favorita, non ha mai perso il controllo delle operazioni finendo per dominare da metà del primo set.
Dopo un inizio incerto (break subìto e immediato controbreak), Francesca ha imposto il suo ritmo e la sua regolarità di fronte a una rivale alla quale è rimasto il talento e poco altro, per giocare a questi livelli. Forse non sarà un match particolarmente significativo per valutare le condizioni della testa di serie numero 14, ma intanto è un inizio che fa ben sperare: 6-3 6-1 il risultato. "E' sempre bello giocare con Kimiko – spiega Francesca – perchè lei è una ragazza straordinaria, grande lavoratrice, un esempio per tutte. Sulla terra ho più armi di lei ma merita sempre grande rispetto. Prima di entrare in campo ero tesa, nervosa. Arrivando qui a Parigi, dove ho tanti bei ricordi, ho ricominciato a volare con i sogni e la fantasia e questo fa diventare tutto più difficile. A parte i primi game, comunque, posso dire di essere soddisfatta: mi muovevo bene e gestivo nel modo giusto gli scambi".
Esordio in scioltezza anche per altre due pretendenti al titolo di regina di Parigi. La testa di serie numero 4 Petra Kvitova (che è nel quarto della Schiavone) ha dominato l'australiana Ashleigh Barty, chiudendo per 6-1 6-2 e con 25 punti in più dell'avversaria, apparsa ancora troppo acerba per giocare a questi livelli tra le pro, ma comunque dotata di un certo talento. La Barty è entrata come wild card, ha solo 16 anni ma è numero 2 della classifica mondiale juniores, oltre che 330 Wta. Come dire, bisogna darle tempo, poi con le migliori probabilmente non si limiterà a fare tre game. "In effetti mi è piaciuta – ha detto la Kvitova in conferenza stampa -, è una ragazza di talento, che ha un buon tocco. Arriverà. Io sono soddisfatta del mio tennis, è stato un esordio positivo e tornare sulla terra in fondo mi piace. Devo solo concentrarmi sul mio tennis, senza badare troppo alla superficie". Ancora più semplice il primo turno di Maria Sharapova, che ha demolito la rumena Cadantu con un periodico 6-0 in 48 minuti. La Cadantu ha pure provato a fare qualcosa in fase difensiva e, sotto 0-5, ha persino trovato il coraggio di fare il pugnetto per un bel punto vinto. Ma la differenza di classe e pesantezza di palla tra le due è apparsa abissale. Tra le domande poste alla russa in conferenza stampa, ce n'è una che merita di essere riportata. Domanda: "Qual è il Centrale che ti piace di più tra i quattro dello Slam?". Risposta attesa: "Il Philippe Chatrier". Risposta reale: "Quello di Wimbledon, ha un fascino straordinario". Voto 10 in sincerità, voto 0 in diplomazia.
In serata la notizia del giorno, forse del torneo. Serena Williams finisce ko al primo turno contro la francese Razzano, che chiude all'ottavo matchpoint dopo oltre tre ore in una partita che, nelle fasi finali, sembrava più un match di boxe che di tennis. La transalpina dal grande talento, che ha una storia molto travagliata alle spalle e che lo scorso anno ha dovuto sopportare la morte del compagno, chiude per 4-6 7-6 6-3, dopo essere stata avanti per 5-0 e aver annullato diverse palle del 4-5 in un'atmosfera incredibilmente tesa. Condizionata anche dall'arbitro, che assegna alla padrona di casa un penalty point per un punto disturbato in un momento che poteva essere decisivo. E' la prima volta che Serena Williams esce all'esordio in uno Slam.
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