dal nostro inviato Enzo Anderloni
Wimbledon – Era difficile ricomincare una partita in svantaggio 3-2 al terzo set. Era difficile sopratttuto perchè si trattava di servire a freddo, contro un'avversaria lontana in classifica ma ormai agganciata saldamente al match.
Francesca Schiavone ha ricominciato contro Tamira Paszek, n.80 del mondo, sullo stesso campo dove era stata interrotta ieri. Lo stesso, il n. 12 dell'All England Lawn Tennis Club, dove pochi minuti prima, Flavia Pennetta si era lasciata sfuggire una grande occasione contro Marion Bartoli, uscendo sconfitta 9-7 al terzo set dopo oltre tre ore di gioco. E ha ricominciato male.
Un doppio fallo e un errore di rovescio davano all'austriaca subito un break per andare e servire sul 4-2. Lei ne approfittava e, nonostante apparisse un po' bloccata al servizio, poteva condurre 40-15. A due punti dall'essere sotto 2-5 l'azzurra incassava il regalo di un doppio fallo della Paszek e aveva un sussulto d'orgoglio . Ne scaturiva un game combattutissimo che Francesca portava a casa, restituendo ossigeno agli italiani accorsi a sostenerla, già sufficientemente depressi dall'esito del match precedente.
Riapparigliava 4-4 l'azzurra e man mano che le giocatrici si scaldavano si delineava anche la chiave della partita. Quando Francesca lasciava l'iniziativa all'avversaria, mettendosi a "remare" un metro e mezzo dietro la riga di fondo, aveva poche possibilità. La Paszek, che tendeva a spostarsi per colpire di rovescio anche dalla parte destra del campo, sembrava progressivamente migliorare la taratura dei colpi. E predominava, proprio come era avvenuto ieri nella seconda parte della seconda partita e al'inizio della terza.
Qunado invece era Francesca Schiavone a prendere un mano lo scambio, a spingere e ad aprirsi il campo l'austriaca perdeva immediatamente sicurezza è incorreva in errori marchiani. Nell'altalena del punteggio pareva che Francesca, decisamente in giornata negativa, anche come atteggiamento sul campo, prendesse lentamente il predominio , specia a partire dal game del 6-6, quando, in svantaggio 0-30, decideva di aggredire l'avversaria scendendo a rete alla prima occasione e conquistava il punto con autorità.
Non suonava strano dunque che le certezze della Paszek man mano si affievolissero e alla nostra n. 7 del mondo riuscisse finalmente il break, grazie a un doppio fallo austriaco, che la portava 8-7.
Il fatto era che con il servizio in pugno Francesca si perdeva. Lasciava scappare l'avversaria a 15- 40 (regalando anche lei un doppio fallo), prima di riagganciarla 40-40 con una bella volée bloccata e un servizio vincente. Sarebbe stato quello il momento in cui la Schiavone si è trovata più vicina al traguardo: due soli punti.
Sprecata però l'opportunità, con scelte tecnico tattiche un po' confuse e un po' sfortunate, la milanese si trovava di nuovo con un pacco dono dall'Austria: un altro game di servizio ceduto malamente dall'altrettanto confusa Tamira, sostenuta a bordo campo dal manager Ronnie Lietgeb, lo stesso che fu di Tomas Muster e Andrea Gaudenzi.
Sembrava ormai alla frutta la povera "Mimi", così la incitava Ronnie. Ma nessuno si era reso conto del fatto che ancora più svuotata di lei era la nostra povera Francesca. Andare a servire nuovamente per il match e si faceva strappare la battuta a zero. Poi, sempre con un game a zero, la Paszek la soprassava 10-9. Quando nel gioco successivo, Francesca, alla battuta, mandava fuori l'ultimo suo rovescio in back, lento e inutile, è sembrata quasi una liberazione.
La Paszek chiudeva 3-6 4-6 11-9 a suo favore. La stessa partita, sempre qui a Wimbledon, nel 2008, aveva visto prevalere l'azzurra 10-8 al terzo set. La nostra campionessa è apparsa però stanca mentalmente, meno lucida del solito nelle scelte tattiche, su una superficie che comunque, favorendo i rimbalzi bassi, di sicuro non valorizza la sua capacità di variare altezza, angoli e rotazioni negli scambi.
Peccato: il tabellone le avrebbe riservato l'emergente russa Ksenia Pervak, n.89 del mondo, una buona chance per raggiungere i quarti di finale.
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