di Giorgio Spalluto – foto Ray Giubilo
Termina nel migliore dei modi un torneo autenticamente dominato da Francesca Schiavone in quella Barcellona che questa settimana è sembrata vestire i panni della MonteCarlo assediata dagli spagnoli. A contendere il titolo alla milanese in una finale tutta azzurra (come quella tutta iberica che si disputerà domani al Country Club monegasco) Roberta Vinci, la terza connazionale affrontata lungo una settimana che ha visto la Leonessa (anche se a lei questo soprannome non piace) sconfiggere una dopo l’altra e senza perdere un set, Brianti e Garbin (nei primi 2 turni), Suarez Navarro e Shvedova in semifinale. Con quello che gli americani definiscono doppio bastone (6-1 6-1) ai danni della Vinci, la Schiavone manda in archivio un torneo in cui ha lasciato complessivamente solo 23 giochi alle sue avversarie.
Il compito odierno è stato agevolato dalle non perfette condizioni fisiche della pugliese (trapiantata in Sicilia) vittima di un problema alla caviglia che a un certo punto, è sembrato poterle impedire il prosieguo di un match partito in maniera più che incoraggiante per la Vinci. Subito 3 palle break sul servizio di una Schiavone forse un po’ contratta, che Roberta però non riesce a sfruttare. Rimarranno quelle le uniche chance di break per la numero 54 del mondo in un match senza storia, che ha visto la milanese infilare dall’1-1 del primo set, un parziale di 7 giochi di fila, interrotto nel terzo gioco del secondo parziale (6-1 2-1 e servizio Schiavone). Neanche l’intervento del fisioterapista tra primo e secondo set, può lenire il dolore alla caviglia della Vinci che con grande coraggio decide di rimanere in campo, malgrado il punteggio ed il match siano sempre più irrecuperabili, rischiando di compromettere la successiva finale di doppio, poi vinta assieme a Sara Errani sulla coppia formata da Tathiana Garbin e la Bacsinszky (6-1 3-6 10-2).
Finisce 6-1 6-1 in meno di un’ora per la Schiavone che diventa la terza italiana che iscrive il proprio nome nell’albo d’oro del torneo catalano dopo Sandra Cecchini nel 1985 e la stessa Roberta Vinci che lo scorso anno si era aggiudicata il titolo sconfiggendo in semifinale proprio la numero 2 azzurra.
Per Francesca si tratta del terzo titolo in carriera dopo Bad Gastein 2007 e Mosca 2009, e della 13ª finale giocata, tante quante ne aveva messe insieme Silvia Farina tra il 1991 e il 2005. Solo Flavia Pennetta (19) e Sandra Cecchini (18) sono riuscite a fare meglio. Un bottino indubbiamente risicato per una giocatrice che avrebbe ottenuto sicuramente qualche successo in più, se non avesse sempre privilegiato una programmazione ambiziosa che non le ha consentito di partecipare e vincere tornei di rango minore. Non si può infatti trascurare il tenore delle avversarie affrontate da Francesca nella quasi totalità delle finali, dal pronostico quasi chiuso, contro giocatrici del calibro di Davenport (quando era n.2 del mondo), Pierce, Clijsters, Henin.
Il tennis italiano può così festeggiare il secondo titolo in 2 settimane, dopo l’affermazione in terra andalusa (Marbella) di Flavia Pennetta, assente qui a Barcellona. Migliore abbrivio in vista della semifinale di Fed Cup (in programma a Roma il prossimo fine settimana contro la Repubblica Ceca) non ci sarebbe potuto essere per le nostre ragazze che ora sono chiamate a confermarsi anche nel torneo di casa, quegli Internazionali d’Italia in cui non sono mai riuscite ad andare oltre lo scoglio dei quarti di finale (raggiunti tre volte da Francesca e una da Flavia). Speriamo che sia la volta buona.
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